giovedì 3 dicembre 2020

e/o, analisi critica ad un articolo di A. Stiglitz

di Franco Laner


 

Oh, che bel castello! La fotocopia non è venuta male, è proprio l’immagine originale poco definita (Archeologia Viva 204). Le torri sono circolari e/o quadrate.

La teoria del nuraghe fortezza trova nell’attivista di condivisione sociale delle conoscenze, l’archeologo Alfonso Stigliz, un modo nuovo di proporsi senza mai sostenere la teoria, madre di ogni sciocchezza. Tempo fa, dovendo scegliere un piatto in un ristorante gettonato, notai la seguente proposta: pesce veloce del Baltico su letto di crema di mais. Ne chiesi la descrizione: polenta e baccalà! Questo mi venne in mente quando mi informai sull’autore di un articolo su Archeologia Viva, n. 204, “C’era una volta un nuraghe dove…”, Alfonso Stigliz, che nella sua autobiografia si definisce come scritto sopra. Forse aspira a fare il giornalista, mi sono detto, oppure il professore o il pubblicista, boh! Sapevo che fosse archeologo. 

Sinceramente preferisco spazzino piuttosto che operatore ecologico o domestica a collaboratrice familiare. Altrove si definisce archeologo con gli scarponi. Come dire: scarpe grosse e cervello fine? E/o archeologo che si contamina con gli scavi.

Comunque sia l’articolo tratta dell’armoniosa convivenza fra nuragici e fenici, sostenuta dai reperti di scavo del nuraghe S’Urachi di San Vero di Milis.

Si meraviglia l’Autore che il nuraghe sia stato realizzato sul piano, acquitrinoso per giunta. Ma come?

I nuraghi devono essere a vista, in alto, come un castello che si rispetti. Si consoli Stigliz. Il nuraghe Funtana di Ittireddu è nel posto più basso della valle. Piuttosto pensi che il nuraghe può essere in cima ad un cocuzzolo e/o in pianura.

Voglio soffermarmi però sulla questione che mi sta a cuore, quella del nuraghe fortezza, madre di ogni sciocchezza. Fin che potrò non smetterò di ripetere alla nausea questo slogan, convinto forse che repetita iuvant!

La sua ricostruzione è molto birichina. Mai si dice che il nuraghe abbia destinazione militare. Anzi è possibilista. C’è un fosso di qualche metro davanti all’antimurale. Cosa potrebbe essere? Il letto di un vecchio torrente, un sistema di drenaggio e/o un fossato difensivo. Se cerca bene forse trova i segni del ponte levatoio… 

Ci sono tre soldati, uno di ronda, uno a guardia dell’entrata, portale con profilo gotico (ovvio, nella Sardegna nuragica c’erano i prolegomeni gotici), uno, pacifista che si intrattiene col nuovo arrivato fenicio. 

L’innovativa sorpresa è però il coronamento delle torri: i merli, anch’essi con profili gotici. Ma perdio, come è possibile realizzare un coronamento a sbalzo su muratura a secco? Nel disegno i nuraghi non hanno pianta circolare, sono stondati, anzi sono quasi quadrati. Sono circolari e/o quadrati.

In fin dei conti il nuraghe è a un tiro di schioppo dai modelli di nuraghe quadrati di Monte Prama.

Il disegno è un capolavoro: non è nitido, ma scontornato, evanescente, è un sogno.

Vero e/o fantastico al contempo.

Difficile star seduti su due sedie, anche perché gli umani hanno solo un culo.

Venezia, 03/12/2020