domenica 9 settembre 2012

Archeologia in Sardegna, quarant'anni di cattivi maestri


di Mauro Peppino Zedda


Recentemente Mauro Perra ha pubblicato un interessante articolo “Osservazioni sull’evoluzione sociale e politica in età nuragica” nella Rivista di Scienze Preistoriche LIX 2009, 355-368.
L’interessante articolo di Perra si presta ad una serie di interessanti considerazioni in relazione allo stato dell’arte dell’archeologia preistorica isolana.
A riguardo del modo in cui Perra interpreta la società nuragica, niente di nuovo rispetto a suoi precedenti articoli, e per la mia analisi critica della sua tesi rimando alla lettura di Archeologia del Paesaggio Nuragico.
Ma il suo articolo è estremamente interessante a riguardo dello stato dell’arte dell’archeologia preistorica isolana. Perra prima di proporre la sua teoria cita e fa l’analisi critica delle proposte che l’hanno preceduto. Cita (nell’ordine) Giovanni Lilliu, Vincenzo Santoni, Fulvia Lo Schiavo, David Trump, Alessandro Usai, Gary Webster, Luca Navarra, Paula Kay Lazrus, Dyson e Rowlands, Giovanni Ugas.
Come mai Mauro Perra non cita le pubblicazioni di Alberto Moravetti e Giuseppa Tanda ovverosia gli attuali professori ordinari delle Università di Sassari e Cagliari, e neppure i loro predecessori Ercole Contu e Enrico Atzeni.
Infine, in chiusura del testo scrive testualmente: “Dedico questo lavoro a Renato Peroni per il quale nutro un solo e sincero rammarico: quello di non essere stato un suo allievo. Sono inoltre in debito di riconoscenza agli amici e colleghi Giulio Angioni, Emily Holt, Fulvia Lo Schiavo, Alessandro Usai, nonché alla mia compagna Tatiana Cossu.”.
Che dire? Mi pare che il rammarico di Perra per non aver avuto Peroni come maestro e la contestuale mancata citazione dei suoi maestri sia sintomatica.
La mancata citazione di Atzeni, Moravetti e Tanda la comprendo appieno, nessuno dei tre ha proposto niente di interessante sui nuraghi, nella loro carriera si sono limitati a ripetere le teorie di Lilliu.
Viceversa ritengo che Ercole Contu meritasse di essere preso in considerazione, all’analisi del mondo nuragico ha dedicato un grosso libro e tanti articoli. Certamente le tesi di Ercole Contu non brillano in fatto di linearità (casca spesso in banali contraddizioni), ma questo non dovrebbe aver impedito la sua mancata presa in considerazione, le contraddizioni di Contu non sono certo più gravi di quelle in cui cade Lilliu.
Ercole Contu propone una società nuragica egualitaria, anche se spesso (senza accorgersi di cadere in contraddizione) cita dei re o reucci che nel suo schema non dovrebbero esistere.
Ma Lilliu non è da meno, riuscendo a conciliare il comunitarismo che a suo parere emerge dalle tombe di gigante con il verticalismo dei nuraghi.
Caro Mauro Perra, mi pare che Contu avrebbe meritato una citazione ben più sostanziosa dello spazio che hai dedicato alla tesi di Luca Navarra (uno che i nuraghi deve averli visti solo in fotografia).
Infine confesso che anch’io ho un grosso rammarico: gli studenti sardi di archeologia (negli ultimi 40 anni) avrebbero meritato dei migliori maestri.

5 commenti:

  1. A tal proposito, ho letto tempo fa un articolo di Mauro Perra sul blog di Pierluigi Montalbano:
    http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2010/09/la-funzione-dei-nuraghe-1-parte-di-2.html in cui l'autore esprimeva la sua visione sulla funzione del Nuraghe.

    Mi sembra che la sua analisi non sia condivisibile su molti punti. Sarei interessato a sentire altri pareri.

    Roberto

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  2. Non trovo per nulla "interessante" ciò che scrive Mauro Perra, molto sinteticamente perché:
    - che da più di 50 anni in Sardegna non ci sia avanzamento della ricerca archeologica ufficiale -tolto qualche episodio o balbettio- lo dici tu, non Perra (non attribuirgli, viste le sue posizioni, alcunché)
    - che non citi alcun prof. recente o attuale, è semplice: li citerebbe se qualcuno lo avesse "strutturato" all'Università
    - la sua teoria sulla funzione del nuraghe non è una teoria. E' la posizione "possibilista", qualunquista. I nuraghi sono questo e quello, hanno avuto storicamente diversi ruoli. Ma non c'è una riga sull'unica domanda seria: perché i nurugici costruirono questi manufatti?
    - Ercole Contu? Lascialo perdere, Mauro. A meno che tu non lo voglia includere nella letteratura comica. Leggi qualche suo periodo sulla descrizione della macchina infernale che i nuragici avevano escogitato per far fuori gli incauti nemici che si fossero avventurati in un nuraghe: trappole, trabocchetti, tranelli, trucchi, sviamenti, ecc. ecc...
    - mi associo alla tua desolante conclusione, con estensione: non solo gli studenti, ma la Sardegna avrebbe avuto bisogno, non solo di diversi docenti, ma anche di archeologi. La Sovrindendenza fa danni paragonabili all'Accademia.
    Franco Laner

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  3. Ciao Franco, condivido in toto le tue osservazioni, facendo notare che il giudizio di "interessante" all'articolo di Perra è riferito al fatto che dal suo testo emerge la pochezza della scuola in cui si è formato.
    La proposta di Mauro Perra in relazione alla funzione dei nuraghi e della società nuragica è (contestualizzando i tempi in cui vengono proposte) peggio di quella di Lilliu.
    In primis Perra non tiene conto di tutta una serie di elementi che al tempo di Lilliu non si conoscevano.
    La sua tesi diventa ridicola quando attribuisce alle tombe di gigante la funzione di controllo del territorio (per Perra questa funzione vine esercita dai nuraghi nella area di Meana e dalle tombe di giganti in quel di Sorgono), si potrebbe pensare che Perra confonde il significato di Segno che una qualunque struttura esercita in un territorio con quella di quella di controllo, ma la sua confusione è maggiore: seguendo la sua "logica" coi nuraghi si esercitava una funzione di controllo coi vivi e con le tombe di giganti con gli spiriti degli antenati.
    O i nuragici di Sorgono erano dei gran furbastri e quelli di Meana degli sprovveduti, o la tesi di Perra è ridicola!

    La confusione di Perra è figlia della crisi del paradigma taramellilliano, una crisi che Perra non coglie nella sua interezza continuando confusamente ad arrabattarsi per cercare di conciliare l'inconciliabile.

    Non capisce (sono dle parere che la profondità della sua psiche non accetta che per quarant'anni è stato educato ad una solenne sciocchezza: teoria del nuraghe fortezza!) che i nuraghi devono essere considerati in chiave sacrale e che son Segni sul territorio, segni sui quali più che chiedersi a cosa servissero bisogna chiedersi cosa spinse i nuragici a costruire i nuraghi, tanti nuraghi, come hai fatto tu nel libro S'Ena, 2011, Condaghes.

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  4. Sul link richiamato da rsroberto si legge:
    La funzione dei nuraghe
    di Mauro Perra.
    “L’interpretazione della funzione dei nuraghe costituisce un problema enorme per gli studiosi. Ci siamo sempre chiesti a cosa servissero questi oltre 7000 monumenti che caratterizzano il paesaggio sardo. Anzitutto bisogna osservare che questa cifra si riferisce ad un calcolo statistico, ma nella realtà potrebbero essere più numerosi. Già questa affermazione potrebbe suggerirci a cosa servissero.” Quindi l’alto numero è indicativo della funzione. Vediamo cosa propone.
    “Se fossero tutti templi si dovrebbe pensare che dedicassero tutto il tempo all’adorazione delle divinità, e non avessero altro da fare.” Che sublime sillogismo!!
    “Sappiamo che non erano tombe perché abbiamo le tombe dei giganti che sono contemporanee ai nuraghe.” Altro sillogismo colabrodo. Il fatto che non possano essere tombe non è certamente dato dall’esistenza di un’altra tomba contemporanea.
    “Sappiamo che in una fase successiva, intorno al 1000 a.C., vari nuraghe vengono utilizzati come luoghi di culto.” Questo lo sanno tutti poiché è un dato archeologico e sono un dato archeologico anche gli spessi strati di sostanza oleosa che si rinvengono nei nuraghi la cui formazione risale a prima del 1000 a.C. testimoniando un utilizzo cultuale precedente a tale data ( Mulas 2012).
    “Le spiegazioni che sono state date sulla funzione dei nuraghe sono molteplici, compresa quella di osservatori astronomici.” Questa mi sembra una frecciatina a Mauro che a dire il vero se le cercata.
    “Il padre dell’archeologia sarda, il canonico Spano, nella seconda metà dell’Ottocento diceva che erano prigioni. In una delle sue lezioni, il maestro degli archeologi sardi Giovanni Lilliu, disse che a Sassari uno studioso locale dei primi del Novecento sosteneva che i nuraghe erano utilizzati per farvi dei fuochi sulla sommità per scacciare le zanzare. Fra le varie interpretazioni, la meno peregrina si basa sui dati che gli archeologi ottengono quando vanno a scavare.”
    Se per questo c’è stata una vera e propria gara a chi riusciva a spararla più grossa. Per il momento in testa c’è Lilliu con la teoria dei nuraghi-trappola che è difficilmente raggiungibile (la teoria è che i nuraghi a corridoio erano trappole costruite per attirare nel buio dei meandri i guerrieri del cantone ostile dove colti di sorpresa venivano uccisi e ammucchiati sul fondo. Così succedeva che in tutti i cantoni si costruiva la medesima trappola e tutti inspiegabilmente ogni volta che invadevano il cantone nemico cadevano come polli nella micidiale trappola. È già di per sé un’immensa stupidaggine pensare di costruire un nuraghe quale trappola per il nemico se poi aggiungi che tutti costruivano la stessa trappola … Lilliu diventa, appunto, irraggiungibile). Ma, come fa notare Zedda, vedo che Perra si sta impegnando molto per scalare la classifica. Tuttavia, deve ammettere Zedda che l’ipotesi di mettere i morti a guardia del territorio non è cosi peregrina e ha il vantaggio di risparmiare sulla mano d’opera sfruttando una fonte inesauribile di risorse (immagino che nelle tombe collocate nei punti strategici seppellissero i morti più svegli e di sana e robusta costituzione). Chi pensava che oltre la Fornero non si poteva andare è servito. Se questa è l’interpretazione meno peregrina che l’archeologo ottiene quando va scavare, ho il sospetto che presto il maestro Lilliu sentirà il fiato sul collo dell’allievo Perra.
    Come già rilevato da Zedda, Perra non vede la differenza tra il marcare il territorio (dove è sufficiente un qualsiasi segno: al cane le basta pisciare in giro) con quello di controllo del territorio, compito svolto dai vivi.

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  5. caro anonimo delle 10.59,
    concordo sul fatto che la stupidaggine più stravolgente detta proposito della funzione dei nuraghi si la teoria dei nurgahi trappola di Lilliu (declamata, volenti o nolenti, per molti decenni dai suoi discepoli) ma relativamente ai tempi è possibile che l'idea di Perra sul controllo è forse più biasimevole

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