mercoledì 5 dicembre 2012

Le torri di Atlantide


di Mauro Peppino Zedda

Fabrizio Frongia ne Le Torri di Atlantide cerca di spiegare le pulsioni sociali che hanno agito in parallelo alle ricerche storico-archeologiche degli ultimi 170 anni, il libro rappresenta uno sviluppo della sua tesi di laurea. Il testo è articolato in 4 parti (Nazioni preistoriche; Del desiderio del presente, dell’invenzione del passato: Miti, falsi e falsi miti «made in Sardinia»; Sardegna e Atlantide: genesi e diffusione di un “mito”contemporaneo; Un’altra storia è possibile).
Frongia prende in esame una serie di vicende. Il caso delle false carte d’arborea e dei falsi bronzetti, verificatosi nell’Ottocento, la glorificazione da parte del Taramelli del mito del sardo guerriero, la costante resistenziale di Lilliu, la tesi Atlantidea di Sergio Frau. E mette in un unico calderone le proposte di Sanna, Pittau, Zedda, Melis, Aresu, Polaschi-Murtas.
L’autore pensa di aver trovato nel desiderio di costruire una gloriosa immagine dell’Isola, il fil rouge che accomuna l’insieme dei fenomeni che descrive.
Ritengo che il suo teorema sia viziato da un’acerba superficialità di ricerca e da una perniciosa tendenziosità di analisi. Presumo che Frongia si sia lasciato condizionare dai suoi relatori, che l’hanno mandato allo sbaraglio facendogli pubblicare un testo palesemente incompleto, fuorviante e tendenzioso. Mi domando perché il tandem Cossu-Angioni non gli abbia segnalato la lettura di una serie di opere che avrebbero agevolato una analisi più ponderata. Chi decide di affrontare un tema come quello di Frongia non dovrebbe esimersi dal fare riferimento agli studi di Bruce Trigger (Storia del pensiero archeologico, 1996) o a quelli di Marvin Harris (l’evoluzione del pensiero antropologico, 1971), opere fondamentali per capire come una scuola archeologica o antropologica subisca i condizionamenti della società.
Penso che il fil rouge teorizzato da Frongia, trova un denominatore comune solo con le tesi di Taramelli, Lilliu, Frau e Melis.
Mi pare che tra le tesi di Taramelli, Lilliu e Melis che decantano le doti guerresche degli antichi sardi e gli autori dei falsi bronzetti o delle false carte di Arborea vi siano profonde differenze. D’altro canto penso che Frongia abbia preso un grosso abbaglio nel ritenere che le tesi di Pittau, Sanna, Zedda, Aresu, Murtas-Polaschi, siano tese a glorificare il passato dell’Isola.
En passant, mi pare opportuno sottolineare che la questione delle false Carte d’Arborea e dei falsi bronzetti non è questione da assimilare agli altri casi e su questo bisognerebbe capire se Fabrizio Frongia non sia incorso in diffamazione. Accostare le tesi di gente perbene alle azioni delinquenziali di banditi, quali furono gli autori dei falsi ottocenteschi, mi pare una sciocchezza.
Nutro il dubbio che il povero Fabrizio Frongia sia stato mandato allo sbaraglio dai suoi relatori, notoriamente a caccia di fantasmi. Giulio Angioni a forza di scrivere romanzi confonde la realtà con le sue mirabolanti fantasie (cfr Giulio Angioni e il Cialtrone in questo blog).
Andiamo a scandagliare i casi che Frongia ha maldestramente accorpato nel suo teorema.
Riguardo al fatto che Taramelli tendesse a esaltasse i sardi (del passato e del presente) come una formidabile schiatta di guerrieri, concordo con Frongia, ma sarebbe meglio dire che Frongia concorda con me! Il concetto espresso da Frongia penso di averlo ben enucleato nel libro Archeologia del Paesaggio Nuragico (2009), sviluppando un’idea avanzata da Laner (Accabbadora 1999). Ma piuttosto che pensare ad un maldestro Fabrizio Frongia che copia, preferisco l’opzione di un Frongia superficiale, che non legge neppure i testi degli autori che troppo superficialmente inserisce nel suo strampalato teorema. Nel citare il Taramelli esaltatore dello spirito guerriero dei sardi Frongia cita Stiglitz 2011 e Cossu 2011, ma non doveva dimenticarsi di Laner 1999 e Zedda 2009. Specifico che con questo voglio solo mettere in luce che lo studente di Angioni e Cossu avrebbe dovuto studiare un pò di più!
Frongia è fortemente critico verso la cosiddetta Costante Resistenziale teorizzata dal Lilliu, ma anche in questo caso piuttosto che essere io a concordare con Frongia, sarebbe dovuto essere stato lui a concordare con me (cfr Zedda 2009), mentre Frongia si appoggia a Cossu 2011 e Madau 2010.
Che le tesi di Taramelli e Lilliu abbiano prodotto nefaste conseguenze è palese, ma mentre possiamo dire che quanto ha fatto Taramelli era quasi inevitabile (cfr Trigger per capire cosa animava le archeologie d’Europa sul finire dell’Ottocento e nel primo novecento), quanto proposto da Lilliu era evitabile, la costante resistenziale è una strampalata idea imposta da un Sardus Pater, se al posto di Lilliu ci fosse stato un altro la storia sarebbe andata diversamente.
Concordo con Frongia nell’analisi delle tesi avanzate da Frau e Melis.
Aresu è un rabdomante convinto che i monumenti nuragici siano collocati in particolari punti energetici, mentre il duo Murtas&Polaschi è convinto che la Sardegna preistorica era popolata da giganti. Ma non credo affatto che Aresu e Murtas&Polaschi le loro indimostrate e indimostrabili suggestioni le abbiano scritte al fine di glorificare il passato dell’Isola.
Per quanto riguarda le tesi di Gigi Sanna o per meglio dire di Gigi Sanna e Gianni Atzori, penso che spetti ai paleoepigrafisti entrare nel merito della proposta. Ma mi pare fuorviante, irrispettoso e sciocco sostenere che la tesi che i nuragici scrivevano sia animata dal desiderio dei proponenti (a Sanna si è affiancata la biofisica Aba Losi) di glorificare il passato dell’Isola. A coloro che sorridono per il fatto che in soccorso a Sanna invece che un paleoepigrafista sia arrivata una biofisica dell’Università di Parma con la passione e per scritture antiche, ricordo che Ventris era un ingegnere!
Frongia inserisce anche l’Emerito Massimo Pittau tra coloro che coi loro scritti operano per glorificare il passato dell’Isola, quella di Frongia mi pare una commedia dell’assurdo!
Massimo Pittau nel bellissimo libro Sardegna Nuragica (1977), confuta per filo e per segno la tesi taramel-lilliana del nuraghe fortezza, Frongia doveva essere ubriaco (assieme ai suoi relatori) quando ha deciso di inserire Massimo Pittau nella lista di coloro che coi loro scritti operano con l’intento di glorificare il passato dell’Isola. L’opera di Pittau rappresenta la brillante confutazione della teoria del nuraghe fortezza.
E ora a Zedda, leggiamo una frase di Frongia (pag 145): “Sempre caldo e imprescindibilmente legato a questo, è il tema del primato culturale ed etnico, per cui i Nuragici non sarebbero secondi a nessuno, in campo artistico e metallurgico, grazie ai bronzetti, nell’architettura ovviamente, ma anche in altre espressioni culturali fino ad ora costantemente negate dall’archeologia, Lilliu compreso, come la scrittura e l’astronomia, in cui i Nuragici sarebbero stati provetti. Vi sono poi delle teorie ancora più ingenue..”. Frongia considera le mie tesi (e quelle di Sanna) come ingenue, meno ingenue di altre ma pur sempre ingenue!
Osservare Frongia che accosta i miei studi archeoastronomici (faccio notare che la Società Italiana di archeoastronomia , di cui faccio parte, si è associata all’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria) a quelli di Aresu e Polaschi-Murtas, la ritengo una palese stoltezza da parte di Frongia, che, nella sua vacua conoscenza delle pubblicazioni archeologiche degli ultimi vent’anni, fa di tutta un’erba un fascio, confondendo i fischi per fiaschi e i fiaschi per fischi.
Nel valutare le mie proposte Fabrizio Frangia ha dimostrato un pressappochismo all’ennesima potenza. Quando ha deciso di inserirmi come caso esemplare per il suo teorema avrebbe dovuto leggersi tutte le mie pubblicazioni (monografie e articoli pubblicati in prestigiose riviste scientifiche). Frongia cita I nuraghi tra archeologia e astronomia (2004) e nel citarlo palesa una perniciosa incapacità a comprendere la mia proposta. Si vede che deve essere molto ignorante in geometria come il resto degli archeologi sardi!
Fabrizio Frongia ha preso un abbaglio enorme quando sostiene che i miei studi siano ingenui e figli del desiderio di glorificare il passato dell’Isola.
Più ci penso più mi convinco che il povero Fabrizio Frongia sia stato mandato allo sbaraglio dai suoi relatori. Inviterei Fabrizio Frongia a ragionare con la sua testa, e magari andare a leggersi cosa ne pensano dei miei studi i maggiori studiosi di archeoastronomia accademici del mondo, invece di ascoltare le stonate sirene dei provinciali archeologi di Cagliari e Sassari.
All’autore comunque il merito di aver consegnato al pubblico una ricerca che spero sarà foriera di sviluppi e approfondimenti finalizzati a cercare di comprendere quanto successo nel variegato mondo dell’archeologia sarda negli ultimi 20 anni.
Penso che un fil rouge targato “incompetenza” leghi tra loro gli studiosi accademici della Cagliari ottocentesca che si fecero ingannare dai falsari, con gli accademici sardi dell’epoca attuale, nell’Ottocento non seppero comprendere che si trattava di falsi e vennero studiosi (benvenuti) da altri lidi a spiegarglielo, così come gli archeologi sardi attuali non hanno ancora capito che il significato astronomico dei nuraghi è un dato di fatto, decretato dai maggiori studiosi accademici di archeoastronomia.

10 commenti:

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  2. Sig. Zedda, la sua "scheda" è ovvia e scontata, dato che sta parlando di un suo detrattore!
    Facciamo così, arruoliamo tutti gli studiosi delle discipline più disparate: fisica, biofisica, chimica, totalmente digiuni di archeologia e glottologia a compensare le incredibili mancanze degli studiosi nostrani! Vedrete che risultati eccelsi!
    Ah, per la cronaca, Ventris era un architetto. Almeno su questo, ci si può documentare!

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  3. Gentile anonimo, la ringrazio della collaborazione!!

    Può darsi che lei abbia ragione nel sostenere che Ventris era un architetto e non un ingegnere, le faccio notare che la cosa non cambia il senso del discorso!!
    Se lei torna alla lettura del mio testo, nota bene che io scrivo PENSO CHE SPETTI AI PALEOEPIGRAFISTI ENTRARE NEL MERITO DELLA PROPOSTA. Prima o poi entreranno, non ne ho il minimo dubbio, per confermare o confutare le tesi di Sanna e Losi.
    Per controcambiare la sua gentilezza, le consiglierei la lettura delle tesi di T. KUHN a proposito del funzionamento della scienza normale e delle rivoluzioni scientifiche.

    Infine, sappia che sono gradite le sue osservazioni critiche alla mia recensione al libro di Frongia.

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  4. Sono i giapponesi, caro Zedda che sparano alle nuvole scambiandole per aerei! E tu ti interessi di loro? Fai addirittura una recensione di un polpettone di Stiglitz, di Bernardini, di Angioni,di Madau e del defunto Coroneo? E che cosa poteva dire Fabrizio Frongia? Quello che ha detto. Con il rischio anche di finire in tribunale per certe insinuazioni fatte in maniera vigliacca senza nomi. Nella normalità della 'scuola', comunque. Resistere, resistere, resistere! Diffamare, diffamare, diffamare! Vuoi ridere? Tra le altre amenità e falsità (i 120 documenti sarebbero una trentina, i semitici scrivevano l'indoeuropeo per 'farsi capire dai nuragici', ecc.ecc.) c'è una perla informativa presa dalla Mongolfiera. Si dice: 'il protosinaitico (o il protocananeo): p. 161. E come no? L'uno o l'altro pari sono! Stupidaggini dice il maestro (Bernardini)e naturalmente fesserie ripete l'allievo! Il primo, come si sa, egregio epigrafista lettore mondiale di 'spilloni'!. Naturalmente la colpa è anche di uno scolaro pasticcione, chi 'andat a sa macconatza',per niente scrupoloso; tanto che non ha la pazienza, non dico di leggersi un libro di 600 pagine (dove si distinguono nettamente e continuamente i due alfabeti, con tanto di tabelle), ma neanche i saggi (la stele di Nora), gli articoli di giornali e le decine e decine di post con gli alfabetari e i segni nel Blog di Pintore.
    Ma da parte mia, satis superque! Quando sarà più grande capirà. Soprattutto capirà che con la 'politica partitica' non si fa scienza. Mai. Una sicura assurda ideologia, quella che si addebita agli altri, è proprio quella sua tragicomica; quella mitopoietica farneticante, davvero 'dinamica', che si inventa scrittori e studiosi sardi del presente, quasi in congrega, a caccia di glorie inesistenti del passato per supplire alla nullità del presente. Scienza sublime! Che ridere!

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    1. ciao Gigi, leggo sempre volentieri ciò che scrivi, se non altro per lo splendido uso della nostra lingua! Ciò che dici sull'intemperanza dei giovani è condivisibile, ma dobbiamo aver pazienza e accontentiamoci, nello stato di miseria culturale in cui ci troviamo, che si levino sussurri di critica. Peccato che siano mal indirizzati dai maestri! La maggior parte dei giovani sono delusi, senza aspettativa. Fanno perché devono fare, eppure ci sono degli studenti eccezionali, un 15-20% ?, forse esagero, ma che strazio essere coscienti che l'Università non sia più in grado di dar loro ciò che meritano! E il giovane di cui trattasi avrà tempo di capire che una cosa è diffamare, altra criticare e per criticare non c'è che una strada: l'impegno, il sacrificio, la perseveranza. Se uno pensa di dire qualcosa di nuovo soltanto perchè è intelligente, è già finito!
      Insomma mi fa piacere leggerti. Ora che non c'è più il blog di Gianfranco, c'è un vuoto. Mi manca la tua ostinata perseveranza, il dibattito che, pur con toni accesi, potevo seguire.
      Alla fine, lontano dalla Sardegna, lontano dal poter vedere e toccare le cose, seguire un sentiero sapendo che alla fine c'è un nuraghe, un resto, pietre che non si riescono a far parlare e rinnovare la sicura emozione, vien meno anche l'interesse, che ora particolarmente dedico alla mia disciplina, specie in un momento in cui la gente segue la moda del legno e con esso costruisce l'assurdità, dimenticando che se nel nostro Paese si è costruito con la pietra, col mattone, anche col legno per alcune parti della fabbrica, ci saranno ragioni profonde, ad esempio che in un territorio mediterraneo, dove il sole picchia, diversamente dal Nord, ci vogliono materiali che abbiano massa, durabilità, tradizione. Ogni luogo possiede il suo genius loci, che dobbiamo saper riconoscere. Ma che dire in un Paese che ha perso la bussola? Quanti anni sono che ognuno di noi, per la sua competenza e disciplina non abbia mostrato il grande valore culturale, sociale, tecnico ci sta dietro il nuraghe? Inverarlo non è mera azione di ricerca e studio, bensì è l'invito ad investire sull'eccezionale patrimonio nuragico. Ma la politica è troppo becera per darsi una mossa e trasformare il patrimonio culturale in opportunità di lavoro ed occupazione.
      A volte penso che anche noi abbiamo sbagliato, per ideologia, per presunzione, per partito preso, per invidia e stupidi preconcetti. Ci voleva maggior sinergia fra le ns discipline...
      Comunque mi ha fatto piacere leggerti e soprattutto capire che c'è qualcosa di magico che unisce tanti outsider a posizioni di rendita parassitaria, che è mi pare sia ora maggiore di quando su Babbu mannu Lilliu era in vita!
      Franco

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  5. Ciao Franco, perchè dici che ti manca il dibattito? Esso è più acceso che mai e lo puoi vedere nel Blog di Aba Losi. Ultimamente ho scritto un articolo (diviso in tre parti) dove potrai vedere che, pur piccolo piccolo come sono, mi permetto di inficiare ( e certamente non lo faccio da sciagurato e cioè da trapezista senza rete) la tesi 'filistea' di G. Garbini sia sul documento tharrense di Murru Mannnu sia sulla scriita di S'Arcu 'e is Forros di Villagrande Strisaili. Leggitelo perchè c'è qualcosa che ad una persona sensibile e sincera come te potrà colpire: la presenza della svastica semitica (semitica capisci! ebraica capisci!) nei documenti nuragici con il valore di eternità, di ciclicità della vita. Io pensavo che uno spunto del genere non potesse essere trascurarto perchè tu sai che è con quella svastica, in virtù della potenza della razza padrona di quella svastica, che si mandavano a cuocere milioni di persone per quanto metà di esse, come dimostrano i documenti nuragici (ti prego davvero di leggerlo l'articolo), fosse tragicamente legittima proprietaria 'ab antiquo' del simbolo. Come vedi la storia si vendica e getta ignominia su ignominia sulla razza che voleva essere padrona del mondo! Ma hai visto tu che interesse ho scatenato? Nessuno, proprio nessuno. Allora una delle due: o io sono un pazzo furioso da manicomio che vede segni che non esistono affatto oppure, come ti dissi, senza pentirmi (per fortuna), abbiamo ormai un mondo pieno di gente non con il 'pensiero' (almeno fosse questo) ma con il cervello debole, anzi debolissimo e cioè di 'imbecilli'. E bada ora di non rimproverarmi perchè ho bilanciato il 'pazzo' facendo nome e cognome con l''imbecille',senza però fare nessun nome. Anche se uno però potrei farlo data la bava e il veleno con cui spara come può e dove può, con furore degno di miglior causa, contro la scrittura nuragica. Gianfranco Pintore gli aveva dato un bel suggerimento dicendo che a testa bassa, con furore taurino, 'cun sa barra tonta' (con la prepotenza stupida) le corna finiscono miseramente sul drappo rosso o, tra le risate generali, infilzate nella staccionata. Non lo capisce? Insiste? Manifesta dolore per le ferite sui fianchi? Verrà mattato purtroppo, nonostante una religiosa umana emozione che si prova per il pelo bianco, anzi bianchissimo. Ciao Franco, ti prego, leggiti l'articolo sulle svastiche scritte della Sardegna. Mi farebbe piacere che il primo 'pazzo' uscisse dalla tua bocca.

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  8. Nulla sapevo del blog Monteptrama. L'ha intuito Aba che prontamente me lo ha segnalato e che leggerò con attenzione e continuità appena possibile. Ora avrei anche tempo, perché sono convalescente da una serie di disavventure a causa della rottura della protesi all'anca: a settembre me ne hanno messa una nuova, però i frammenti minuti della precedente sono stati difficili da recuperare e spero che ora abbiano tolto tutto dopo un'altra operazione del 4 dicembre. Ora mi muovo con le stampelle e spero sia finita! In questa situazione non ho avuto voglia di occuparmi di nulla, né di leggere, né di scrivere, se non un libro per l'Utet sull'impiego strutturale del legno. Appena sarò guarito, mi riprometto di seguire i miei vecchi amori sardi!
    L'accenno di Gigi alla svastica, mi riporta ad un episodio indelebile, successomi a Belluno in 4a scientifico. Il prof. di storia e filosofia, ricordo anche il nome, Mazzolari, aveva visto nel cesso che uno studente aveva tracciato una svastica. Siamo nel '58. Dedicò un'ora di lezione a dirci cosa si noscondeva dietro quel simbolo, il genocidio, l'odio, la stupidità...Ogni volta che sento evocare la parola svastica mi viene in mente quell'appassionato intervento e lezione straordinaria di vita.
    Ah, perché non ci sono più i professori?
    A presto dunque e grazie di tutto
    Franco

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  9. Peccato Franco che le vicende storiche siano andate così. Se ti leggi i miei post ti rendeari conto che quella svastica non poteva stare nel petto dei nazisti semplicemente perchè da moltissimo tempo l'avevano adottata gli 'odiati' ebrei! I documenti sardi con scrittura interamente semitica spiegano molto bene di chi e di che cosa era il simbolo quel segno che oggi purtroppo associamo alla stupidità razziustica e al più grande crimine contro l'umanità.

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