di Mauro Peppino Zedda
Qualche giorno fa (29 Luglio), su L’Unione Sarda è stato pubblicato un articolo di Attilio Mastino, che tesse le lodi alla sinergia messa in campo dalla Soprintendenza di Cagliari e Oristano e delle Università di Cagliari e Sassari, nella gestione degli scavi archeologici nel sito di Monte Prama a Cabras.
Su un passo dell’articolo di Mastino mi piace discutere, quando scrive: “Il giorno 30 Giugno si è rinvenuto un grande frammento di modello di nuraghe a terrazzo quadrangolare, noto in un altro esemplare nel Museo di Cabras. Per questi due modelli di nuraghe monotorri non si può ancora escludere una loro funzione architettonica come capitelli”.
Come noto Mastino si occupa del periodo romano, dunque anche di capitelli, mentre gli archeologi nuragologi sardi sembra non sappiano distinguerli da un modello di nuraghe.
Nel Museo e nelle pubblicazioni di Campus e Leonelli resti di colonne con capitello quadrato vengono confusi ed interpretati come modelli di nuraghe a terrazzo quadrato! Su questo importante (ai fini dell’interpretazione del sito) fraintendimento nessun archeologo nuragologo ha mosso delle critiche, per loro è normale che uno spezzone di colonna con capitello quadrato venga considerato alla stregua di modello di nuraghe a terrazzo quadrato!
Peccato che non esistano nuraghi a terrazzo quadrato!
La questione della pessima interpretazione delle colonne con capitello quadrato rinvenute in quel di Monte Prama, era stata messa in luce da Franco Laner nello splendido libro Sa’Ena, Sardegna Preistorica dagli antropomorfi ai telamoni di Monte Prama (ed. Condaghes 2011).
Laner definì la maldestra interpretazione degli archeologi nuragologi come “una delle più solenni cantonate”.
Dopo le critiche feroci di Franco Laner, ora arriva il delicato segnale da Attilio Mastino, sono curioso di capire quanti anni ci impiegheranno gli archeologi nuragologi a correggere la loro cantonata o meglio capitellata!
per errore sono andati persi i commenti, scusate
RispondiElimina