venerdì 6 febbraio 2015
Rubens D'oriano e l'archeosardismo
di Mauro Peppino Zedda
L’archeologo Rubens d’Oriano, è sceso in prima linea per combattere il fenomeno del fantarcheosardismo (il neologismo è suo) pubblicando un articolo “Le statue di Monte Prama e il fantarcheosardismo” nel libro Le sculture di Monte Prama a cura di M. Minoia e A. Usai, Roma 2014.
Il contributo di Rubens è totalmente slegato dal contenuto scientifico del testo e mi chiedo perché gli archeologi Alessandro Usai e Marco Minoia abbiano acconsentito ad inserire in quel libro, un contributo che tende a confondere e a mistificare la realtà delle vicende scientifiche, culturali e archeologiche che hanno caratterizzato l’ultimo venticinquennio del panorama archeologico della Sardegna.
D’Oriano dà l’idea di essere un dilettante allo sbaraglio,che non ha compreso né i contorni né i veri protagonisti del fenomeno che lui definisce archeosardismo.
D’Oriano assomiglia a colui che vede il gregge in fuga piuttosto che a quello che individua le cause della fuga (voglia di nuovi pascoli e individuazione del varco). Il suo scritto (definirlo saggio è un'offesa alla saggezza) rappresenta un clamoroso passo indietro rispetto al Le Torri di Atlandide di F. Frongia (a cui ho dedicato una critica in questo blog), che seppur caratterizzato da tanti difetti (ha completamente travisato i contenuti dei miei studi di archeoastronomia, spero in buona fede) rappresenta un interessante lavoro.
Ma torniamo a D’Oriano, che inizia col dire che i sardi attuali si sentono discendenti dei soli nuragici, a me pare che D’Oriano enfatizzi un fenomeno irrisorio, penso, infatti, che i sardi siano coscienti di essere il frutto di tutte le genti che in Sardegna sono arrivate, come insegna Grazia Deledda. Ma anche ammettendo che D’Oriano avesse ragione, certamente le cause non sono da ricercarsi nei fantarcheologi alla Leonardo Melis . La quasi totalità dei lettori di Leonardo, ben sa che i suoi libri sono di fantasia. Se vi son Sardi convinti di essere discendenti dei soli nuragici le colpe bisognerebbe attribuirle a Giovanni Lilliu invece che ai fanta! È Lilliu che ha scritto che i pastori della Barbagia sono i discendendi diretti dei nuragici. Sarebbe stato giusto che D’Oriano avesse dato a Cesar-Lilliu ciò che è di Cesar-Lilliu.
D’Oriano è maldestro anche nell’osservare, valutare e comprendere il fenomeno che vedrebbe i sardi attuali come degli indemoniati sostenitori dell’idea che i loro progenitori nuragici-shardana-atlantidei dominassero il mediterraneo e pure l’intero Pianeta! Forse D’Oriano non capisce che se qualcuno dice queste cose lo fa per ridere, e se qualcuno lo dice seriamente gli altri ridono di lui. Ma al di là della sopravalutazione di un fenomeno irrisorio è assolutamente scandaloso e inaccettabile scientificamente il modo in D’Oriano mistifica le cause di questo fenomeno. Le attribuisce a Melis e compagnia tralasciando di dire che è Lilliu il responsabile di aver sentenziato in modo aprioristico l’equazione Nuragici=Shardana (invece di confrontarsi con le ipotesi della Sandars 1978), dimentica di dire che un altro accademico, Giovanni Ugas, sostiene quell’equivalenza (argomentando). En passant mi piace dire che Giovanni Ugas è un Signore con la ESSE maiuscola, nell’esame che ho sostenuto con lui, la discussione è finita sugli shardana e dopo avergli illustrato le sue tesi, aggiunsi che mi parevano più verosimili le tesi contrarie, cioè l’arrivo degli shardana in Sardegna nel XIII sec. A.C., la mia posizione critica verso la sua tesi non impedì a Giovanni di mettermi 30 e Lode).
Rubens d’Oriano appare come un servo “sciocco” quando analizza la questione Sardegna = Atlantide conseguente alla pubblicazione Sergio Frau, già redattore della pagina culturale della Repubblica, ovvero si dimentica di dire che a presentare il libro di Sergio Frau ci sono andati molti archeologi sardi con Giovanni Lilliu in prima fila. In altra occasione in un convegno alla Università di Cagliari cui partecipavano Fantar, Bernardini e Lilliu (nel 2004), uno studente universitario chiese a Lilliu cosa ne pensava delle tesi di Frau e dell’equazione Sardegna=Atlandide, Lilliu rispose che la questione avrebbe fatto bene alla Sardegna. E nessuno degli archeologi presenti disse nulla, che conigli!
Mi piace pure specificare che chi scrive è uno dei 238 studiosi che hanno firmato un documento in cui si metteva in chiaro che i sottoscrittori non condividevano le tesi di Sergio Frau. Sergio Frau fu bravo ad etichettare quel documento come una sorta di scomunica, credo per incapacità di Alessandro Usai a gestire la questione e di andare a criticare il suo maestro.
Ricordo pure con “tenerezza” la chiusura della campagna elettorale di Renato Soru nella aula magna dell’università di Cagliari, a suo sostegno tiscalimen nonché attuale leader in Sardegna del PD e il suo assessore alla Cultura, archeologa Maria Antonietta Mongiu, chiamarono a parlare Giovanni Lilliu e Sergio Frau!
Rubens d’Oriano, sei un uomo o un caporale? Prenditela coi padroni del vapore e non coi frilli!
Nel suo scritto Rubens d’Oriano cita pure lo storico della scienza Thomas Khun (mia autentica passione) e dimostra di travisare e non capire neppure lui! Se gradisce ne possiamo discutere nei commenti.
In chiusura mi piace citare una sua frase di D’Oriano: “L’archeologia e la storia sono discipline rigorose, come la matematica e la biologia che seguono i principi della ricerca scientifica come tutte le altre”.
A D’Oriano rispondo che mi piacerebbe che l’archeologia fosse una scienza come tutte le altre! Quello che è certo è che gli archeologi sardi nell’ultimo quarto di secolo hanno dato prova di non essere stati scientifici nei riguardi degli studiosi, tra cui ci sono anch’io, che hanno studiato l’orientamento dei monumenti della Sardegna preistorica e protostorica. Gli archeologi sardi,purtroppo palesemente ignoranti in geometria, matematica e statistica, Rubens D’Oriano compreso, continuano a confondere l’archeoastronomia con l’ufologia.
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