di
Franco Laner
Nella mia ricerca per sostenere un’ipotesi a
proposito della stabilità statica delle
statue di MP avevo bisogno dei dati di caratterizzazione meccanica del
biocalcare con cui sono state fatte (in particolare resistenza a compressione,
trazione, modulo elastico E, poi peso specifico reale e apparente, porosità).
Circa
un anno fa chiesi tali dati al laboratorio di Li Punti e mi fu indicato il
resoconto contenuto nel libro “Conservazione e restauro” ed. Gangemi, 2014.
Cerco e trovo solo dati di caratterizzazione geologica. Eppure, da successive
ricerche, trovo che tali prove erano previste nel protocollo delle indagini
necessarie.
Mi
rivolgo allora all’Istituto Meucci di Roma a cui erano state affidate le prove,
ma mi viene confermato che non sono state fatte prove meccaniche.
Non
desisto e chiedo al Dipartimento di geologia di Cagliari se ci sono prove sul
biocalcare del Sinis o di MP in particolare. Niente.
Scrivo
allora al Soprintendente archeologico di Cagliari per avere dei frammenti su
cui, a mie spese, poter effettuare le prove.
Dopo
un lungo tira-molla, la risposta è negativa. Per loro, non esistono valide
ragioni per eseguire prove meccaniche.
A
dicembre 2016, espressamente, vado a Cabras e raccolgo, fuori dal recinto videosorvegliato
degli scavi, diversi frammenti di biocalcare e procedo a confrontarli con le
micrografie originali di MP eseguite nell’istituto Meucci per individuare i
campioni da sottoporre a prove meccaniche di cui riporto in sintesi i risultati
(tabella 1).
Saputo
del Congresso regionale di Serri “Notizie e scavi” mando un abstract per
comunicare i risultati, utili, almeno per me, alla Comunità scientifica
archeologica e non solo.
Il
27 marzo la Segreteria del Congresso mi comunica di aver accettato la proposta
di comunicazione e dopo alcuni giorni mi manda il programma con l’indicazione
della mattina del 22 aprile per l’esposizione. Mentre mi accingo a preparare la
memoria accettata e posta in programma mi giunge la seguente richiesta:
Egregio professore,
durante la revisione del programma a cura del comitato scientifico è
emersa la necessità di alcune integrazioni opportune per valutare la
sua proposta di comunicazione. Relativamente alla sua proposta di
comunicazione emerge quanto segue:
si richiede di confermare se le analisi da lei descritte siano state
realizzate su campioni prelevati dalle statue di Monte Prama. Qualora
i campioni provenissero da altro giacimento, si richiede di conoscere
il punto di estrazione e le metodologie per cui tali campioni siano
stati ritenuti perfettamente coincidenti con il calcare utilizzato per
la realizzazione delle statue.
Inoltre, dall'abstract non è chiaro la relazione tra la prova
sperimentale e le problematiche archeologiche relative alle sculture.
Si resta in attesa di cortese e sollecito riscontro.
Distinti saluti
La segreteria organizzativa
durante la revisione del programma a cura del comitato scientifico è
emersa la necessità di alcune integrazioni opportune per valutare la
sua proposta di comunicazione. Relativamente alla sua proposta di
comunicazione emerge quanto segue:
si richiede di confermare se le analisi da lei descritte siano state
realizzate su campioni prelevati dalle statue di Monte Prama. Qualora
i campioni provenissero da altro giacimento, si richiede di conoscere
il punto di estrazione e le metodologie per cui tali campioni siano
stati ritenuti perfettamente coincidenti con il calcare utilizzato per
la realizzazione delle statue.
Inoltre, dall'abstract non è chiaro la relazione tra la prova
sperimentale e le problematiche archeologiche relative alle sculture.
Si resta in attesa di cortese e sollecito riscontro.
Distinti saluti
La segreteria organizzativa
Data10 aprile 2017
Pur
giudicando perlomeno strana la richiesta, dopo che il Comitato scientifico
aveva accettato la memoria, ma in linea con il diniego di effettuare prove
meccaniche da parte della Soprintendenza, rispondo in questo modo:
Stimata Segreteria
organizzativa del Convegno,
molto volentieri
rispondo alle vs gentili richieste.
I campioni che ho
utilizzato non sono ovviamente -mi sembra quasi offensivo il solo pensiero-
provenienti dalle statue di MP per un duplice motivo. Il primo perché sono
prove distruttive e come tali sarebbe come confessare un delitto di distruzione
di un reperto. Operazione che non farei nemmeno se mi fosse chiesto dalla
Soprintendenza.
Il secondo motivo
perché non compio furti.
Ho cercato invece
dei frammenti di biocalcare che avessero la stessa caratterizzazione geologica,
desunta dalle microscopie fornite dall’istituto Meucci di Roma. Ho sottoposto a
prova campioni della stessa struttura micritica e sparitica e con uguali
foraminferi e altri organismi marittimi come echinodermi, bivalvi, globigerine,
alghe, ecc. e anche simili per presenza
di quarzo (2% desunto da diffrattogramma) e soprattutto porosimetria, peso
apparente e reale. Alcune di queste micrografie vorrei proiettarle nei minuti
concessimi in modo da giustificare la stessa composizione minero-petrografica
dei miei campioni rispetto a quelli delle statue di MP.
La relazione fra le
problematiche meccaniche e quelle archeologiche, oggetto della vs seconda
domanda, saranno proprio argomento della breve relazione che sintetizza uno
degli 8 capitoli di un libro ormai in fase conclusiva di impaginazione e
revisione dal titolo “Indagini su MP”. I risultati di caratterizzazione
meccanica di cui anticipo i risultati sperimentali nella relazione accettata,
come annunciato nell’abstract e che mette in relazione le difficoltà scultoree
con alcune problematiche statiche stante l’intrinseca debolezza meccanica del
biocalcare, d'altronde ipotizzata nella relazione di Rockwell e Mondazzi. In
altre parole ho cercato di quantificare le loro intuizioni e perplessità con
dati numerici e sperimentali, ovvero con numeri e non con aggettivi.
Ancora, per
giustificare la necessità di caratterizzare i parametri di resistenza a compressione,
trazione per flessione e Mod. E (previsti nel protocollo di prove nel programma
di restauro delle statue a Li Punti) ho potuto ad esempio verificare se fosse
possibile mettere una statua del peso di 8q sopra la lastra di chiusura dei
pozzetti sepolcrali senza romperla, oppure se “lo scudo avvolto”, decentrato
rispetto al corpo (scavi del 2014) e quindi inducente effetti di
presso-flessione sulle caviglie, potesse rompere le caviglie. Ho potuto, in
sintesi, effettuare verifiche statiche di parti di statua soggette a trazione
proprio servendomi dei parametri meccanici per verificare lo stato di
sollecitazione delle statue supposte stanti, con gli strumenti del mio mestiere
e disciplina.
Spero di aver
risposto alle domande della vostra mail e comunque sono disponibile a chiarire
se ancora non fosse chiaro.
L’occasione per
porgere cordiali saluti. Franco laner
Venezia 11 aprile
2017
Il
12 aprile la Segreteria organizzativa mi scrive
comunicandomi di aver valutato positivamente il mio contributo, ma, viste le
numerose richieste di partecipazione, dalla
seconda revisione del programma, si è preferito privilegiare i risultati di
nuovi scavi, trasferendo la sua comunicazione a poster.
Per
me c’è solo una conclusione. L’autoreferenzialità dell’archeologia sarda arriva
al punto di ostacolare, con mezzi meschini, le osservazioni fornite da altre
discipline e soprattutto di non voler confrontarsi. Questo capisco. La ragione
di tale atteggiamento, al contrario, mi sfugge totalmente.
Franco
Laner
Venezia
28 aprile 2017
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