di Franco Laner
Il soprintendente Marco Minoia ha spiegato a RAI 3 in 41’ e 12’’ i guerrieri di Mont’e Prama, i
nuraghi, i modelli di nuraghe, tombe e tanto altro.
Sono sempre sintonizzato, quando studio o lavoro, su Radio
Rai 3. Mi fa molta compagnia e drizzo le orecchie quando c’è qualcosa che mi
interessa. Come è stato il caso del 28 novembre scorso, quando nel programma
“Museo nazionale”, appunto su Rai 3 che si può risentire in podcast, Marco
Minoia ha spiegato “I guerrieri di
Mont’e Prama”.
Riassumo i punti che hanno azzerato le mie poche certezze,
anche perché enunciate come verità istituzionale (i numeri corrispondono ai
minuti della registrazione):
2’ Sono statue nuragiche degli ultimi decenni del nono
secolo a. Cr.
6’ Mont’e Prama è una collinetta sopra una delle più
belle spiagge mediterranee, di sabbia quarzifera
7’ La scoperta dei guerrieri permette la completezza della
conoscenza nuragica. Statue come bronzetti
11’ I pugilatori reggono sopra la testa un grande scudo ellittico.
L’avambraccio e il pugno sono coperti di cuoio e metallo.
13’ Quarta tipologia di statue: i modelli di nuraghe. I
nuraghi –spiega il Soprintendente- sono una sorta di apprestamento
difensivo, castelli preistorici, fortezze munite di grandi torri, con
camminamenti sopra le mura per controllare il nemico!!!
14’ Nota del giornalista. La testa dei giganti di MP dialoga
con la testa di Costantino dei Musei capitolini
15’ I Giganti sono stati distrutti e frammentati con ogni
probabilità fra il III e IV secolo dai Cartaginesi
18’ La scoperta delle sepolture a pozzetto di MP indica un
cambiamento epocale dei modi di seppellire dei nuragici che dalla tomba
collettiva, passano a tombe individuali
19’ L’idea di scultura monumentale prende impulso da altre
civiltà, come vicino Oriente, Siria e Palestina, ma, nonostante tratti
orientali, le sculture sono pienamente nuragiche
21’ Esalta la ricomposizione dei 5280 frammenti e lo
straordinario risultato
22’ Ripresi gli scavi nel 2014. Rinvenuti altri due
pugilatori, però stavolta con lo scudo arrotolato aderente al corpo. Non
presenta segni di distruzione violenta. Lo scudo è uguale a quello del
bronzetto di Vulci, grotta di Cavalupo, che rappresenta un sacerdote guerriero
che tiene uno scudo contorto contro il corpo. Forse corredo di matrimonio di
una sposa sarda. Anche questo bronzetto e dell’ultimo decennio del nono secolo.
Se consideriamo che la statuaria greca muove i primi passi solo nel settimo
secolo, si desume come la civiltà nuragica sia avanti coi tempi.
30’ La scoperta di MP testimonia la rivoluzione della
tipologia della sepoltura nuragica. Nella fase matura dalla sepoltura
collettiva delle TdG a quella individuale in pozzetti
36’ Le tombe a pozzetto sono prive di corredo. Solo in una
tomba si è trovata una collanina di piccole perline di bronzo –prodotto
caratteristico nuragico- vaghi di bronzo triangolari come nelle collane fenice
con vaghi però di vetro. La collana ha uno scarabeo di steatite (mi pareva che
gli archeologi dicessero osso o avori. Poi Aba Losi ha chiarito).
Alla fine della puntata ci si sente proprio sollevati. In
quaranta minuti ho capito di non aver capito proprio nulla. I nuraghi sono
ancora fortezze (madre di tutte le sciocchezze) e il bubbone incompiuto
degli ultimi due ritrovamenti sono scudi avvolti (altra innovazione dopo lo
scudo in testa) e metterò in programma, per il prossimo anno, una vacanza sulla
spiaggia quarzifera di Monte Prama.
Franco Laner
Venezia, 05 dic. 2015
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