di Franco
Laner
Chiedo
solo di seguire questo ragionamento.
Do
tutto per scontato: che siamo difronte ad un modello di nuraghe monotorre, che
grazie ai mensoloni si sia potuta allargare la sommità del nuraghe e ampliare
l’area calpestabile o semplicemente per difendere il nuraghe dall’alto e
gettare olio caldo sopra gli assalitori e che ci fosse la necessità di impedire
con un parapetto di cadere di sotto.
Lo
si sarebbe potuto realizzare di muratura, ma forse non era bene caricare eccessivamente
lo sbalzo e si preferì optare per un parapetto di legno più leggero come
indicato nel modello-rendering (fig.1).
fig 1 Rendering del parapetto dei nuraghi nella mostra itinerante “Nuragica”
Ovviamente
la raffigurazione del parapetto non può scendere nei particolari, ma è sufficiente
stilizzarlo e semplificare il tutto con una serie di elementi a zig-zag.
Lo
zig-zag, che sottolinea gli elementi obliqui del parapetto non dà l’idea di
protezione, perché non è un diaframma, la V è aperta e non impedisce il
passaggio e la caduta e quindi abbisogna di un elemento superiore orizzontale
di chiusura, diciamo il corrimano, che oltretutto leghi l’insieme
(fig. 2).
fig 2 Schizzi esplicativi degli elementi di un parapetto
Il
parapetto deve necessariamente possedere un altro requisito, quello di
resistere al rovesciamento e perciò ho bisogno di elementi verticali che, per
resistere al rovesciamento (alle spinte), devono essere conficcati o fissati
alla base. Per fissarli alla base c’è bisogno di ferramenta o colla. Potrei
però predisporre una sede fra le pietre, infilare il montante e bloccarlo con
cunei. O altro sistema, ma devo fare in modo che ci sia un montante che resista
alla spinta. Un montante ben fissato al piede è indispensabile.
Allora
lo schema della recinzione ha tre elementi principali: il corrente superiore
orizzontale, l’asta obliqua (col legno sono solitamente due a croce di
S.Andrea, basta una se l’asta e ben unita agli angoli contrapposti per
resistere a compressione e trazione) e l’elemento verticale. Il rendering del
parapetto è molto esplicativo di quanto sopra. Ancora più essenziale potrebbe
essere la riduzione a due elementi: corrimano e montanti.
Per
passare però dal disegno alla sua realizzazione ho bisogno di un carpentiere o
falegname, ok c’è, di strumenti per lavorare il legno, ma soprattutto di avere
connettori (chiodi o almeno cavicchi e quindi trapani…).
Allora
umilmente chiedo: tutto ciò era possibile nel 1000 a. C.? Quali prove se non
supposizioni?
È
sufficiente la schematizzazione a V ripetuti per sottendere un parapetto?
Se
la risposta è affermativa allora lo schema a chevron rappresenta un parapetto.
Altrimenti
il rendering del parapetto è solo un esercizio di grafica, frutto della
fantasia, parte patologica dell’immaginazione.
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