di Mauro Peppino
Zedda
Nell’Aprile scorso Guido Cossard in una conferenza tenuta a
Cagliari ha tessuto le lodi alla proposta del toro di Luce dei GRS e a quella di Adriano Gaspani sull’orientamento
di una tomba di giganti verso Aldebaran, la stella più luminosa della
costellazione del Toro.
La sera in cui si svolse la conferenza, non vi fu il tempo
per discutere la questione, chiesi dunque in privato chiarimenti a Cossard
che confermò quanto espose in pubblico.
Ritengo che l’approccio di Cossard all’archeoastronomia sia
viziata da superficialità, mi pare che non riesca a distinguere tra una
proposta scientifica seria e una semplice corbelleria astronomica.
Alcuni anni fa, Adriano Gaspani pubblicò un articolo dove
sosteneva che la tomba Thomes di Dorgali fosse orientata verso il punto in cui
sorgeva Aldebaran nel 1500 a.C.
Non so se Gaspani condivide ancora quella sua proposta, non
so se abbia compreso che ragionare sull’orientamento di una singola tomba di
giganti e trovare la stella che vi sorgeva in fronte rappresenti un’operazione scientificamente
sbagliata.
L’approccio di Adriano Gaspani palesemente erroneo anche se non fossero esistiti studi precedenti, può configurarsi come una colossale corbelleria
visto che non tenne conto che esistevano pubblicazioni (Hoskin e Zedda in
Archaeoastronomy , supplemento del Journal for the History of Astronomy) che
avevano ben dimostrato che non esistevano le condizioni per indicare che le
tombe di giganti fossero orientate verso target stellari.
Prendendo in esame l’ingresso di un qualsiasi edificio, compresa
l’abitazione di Cossard,si troverà che è
orientato verso il sorgere o il tramontare di qualche stella… ma se si prende
in esame un singolo monumento indicando il suo target stellare si sta producendo
solo una pestifera azione di tecnica astronomica priva di scientificità.
Quando si vuole studiare l’orientamento di una tipologia di
monumenti bisogna studiare un campione significativo, e, stabilito il range e
il picco delle frequenze, tentare un’interpretazione.
La pubblicazione di Gaspani sulla tomba di Thomes è il
classico esempio di cattiva archeoastronomia e dispiace che Guido Cossard non
lo capisca.
Non mi interessa entrare nel merito delle proposte
complessive di Gaspani, ma non posso esimermi dal segnalare che non trovo
spiegazioni logiche al fatto che questo astronomo nel denominare i punti di
arresto lunari si sia inventato nuove definizioni. Nel panorama scientifico
internazionale i punti di arresto lunari vengono distinti in settentrionali e
meridionali e in maggiori, medi e minori.
Gaspani li individua invece in superiori e inferiori e in estremi e
intermedi. Trovo incomprensibile che Gaspani si sia dedicato a modificare le
terminologie (nessun studioso serio ha accolto la sua proposta), non si rende conto che la sostituzione del termine minore con
intermedio crea confusione, il lunistizio minore non è intermedio di
alcunchè, è un estremo minore per
l’appunto. È noto che i lunistizi
intermedi sono tutti quelli compresi tra il maggiore e minore, mi sembra
banale. Ed infatti il lunistizio medio meridionale e settentrionale, che Gaspani
sembra non conoscere, corrisponde a quello posto tra il maggiore e minore.
E veniamo alla questione del toro di luce. Sinceramente
non capisco come mai Guido Cossard si sia lasciato convincere dalle corbellerie
che sulla questione scrivono Gigi Sanna e i GRS.
Come noto i nuraghi sono costruiti con conci sbozzati e
dunque le finestrelle che caratterizzano i nuraghi possono andare a formare
fasci di luce più o meno corniformi, la cosa fu notata da Franco Laner negli
anni novanta quando si dedicò a studiare i cosiddetti finestrini di scarico,
ragionammo sulla questione, e dopo aver osservato che nell’apparecchio costruttivo dei finestrini
non vi è nessuna lavorazione particolare che potesse attestare l’intenzionalità
del fenomeno, concludemmo che nei casi in cui si verificava la formazione di un
fascio di luce approssimativamente tauriforme fosse conseguente al sistema
costruttivo, un sistema costruttivo realizzato con conci sbozzati.
Alcuni anni fa la questione è stata proposta all’attenzione dai GRS nell’orribile
libro Il Toro di Luce, mettendo in risalto il caso del Santa Barbara di
Villanova Truschedu. In questo nuraghe il fenomeno luminoso taurino viene
esaltato dal parziale sgretolamento dei conci che fanno da stipiti al
finestrino di scarico.
I GRS oltre ad aver proposto la tesi che i finestrini siano
costruiti in modo funzionale alla realizzazione del fascio di luce taurinoforme, hanno proposto un’inesistente connessione col solstizio d’inverno
basandosi sul fatto che si recano al solstizio d’inverno (alcune ore dopo che
il sole è sorto) a fare l’osservazione. Il Sole attraversa l’asse d’ingresso
dei nuraghi tutti i giorni dell’anno e postulare una connessione del fenomeno
luminoso col solstizio d’inverno è una grossolana corbelleria senza nessun
fondamento.
Nel Santa Barbara il fenomeno del fascio di luce tauriforme
ha un fortissimo impatto scenografico. Ma il finestrino del Santa Barbara è
stato soggetto a delle fratture delle sue parti componenti, sia nei conci che
gli fanno da stipite che nell’architrave superiore al finestrino. Dunque è un
caso che non si dovrebbe prendere a prova.
Nelle foto possiamo osservare che il paramento esterno del
nuraghe ha avuto un assestamento strutturale, con la fratturazione di una serie
di conci. Ve ne segnalo tre, quello dove
poggia l’architrave dell’ingresso, l’architrave del finestrino e infine vi è una frattura molto accentuata (ampia una ventina di centimetri) nel concio collocato
due filari sopra l’architrave del finestrino. In pratica vi è una linea di
cedimento e di frattura che attraversa in diagonale il finestrino.
Altre lesioni meno “fotogeniche” ma facilmente osservabili in
sito sono riscontrabili nelle parti interne dei conci che costituiscono gli
stipiti del finestrino.
Insomma il caso del Santa Barbara rappresenta un caso che
non può essere utilizzato al fine di dimostrare l’intenzionalità del fenomeno
del toro di luce. Degli studiosi seri dovrebbero capire che le lesioni strutturali interessano parti inerenti la conformazione del dettaglio strutturale su cui si basa la tesi che si vuol dimostrare e concludere che il caso in
esame non fa testo.
Solo degli sprovveduti o persone aliene al metodo
scientifico possono lasciarsi incantare dai giochi di luce del Santa Barbara.
Molto divertente! Lascia fare l'archeoastronomia a chi la sa fare, che é meglio.
RispondiEliminaMi fa piacere che ti sia divertito.
RispondiEliminaL'archeoastronomia la pratico prima di te e spero che continuerò a praticarla quando tu avrai già appeso il teodolite al chiodo!
Perché non chiarisci cosa ne pensi ora della tua proposta sulla tomba di giganti Thomas di Dorgali? Errare è umano, perseverare è diabolico...
caro Mauro, lamento che le osservazioni che tu porti alla metodologia indagativa di Cossard e Gaspani e che condivido siano espresse così rozzamente e visceralmente, tali da impedire un proficuo dibattito e tutto sia liquidato con battute da bar o goliardiche.
RispondiEliminaSulla finestrelle di scarico ci sono posizioni diverse, contrastanti, spesso suggestive e tirate come sostegno ad altre deduzioni. Sta di fatto che ragionare su di un unicum è sempre pericoloso, ma non perciò illegittimo, salvo avere la consapevolezza della difficoltà di estensione. Il caso di S. Barbara andrebbe riconsiderato, soprattutto come tu noti, perché siamo difronte ad un monumento che a causa di palesi cedimenti ed assestamenti (il quadro fessurativo è difficile da stabilire proprio perché la struttura è a secco) denunciati da fratture dovute a trazione per rotazioni, non permettono ragionamenti come se il nuraghe fosse integro e colto nel momento costruttivo.
Abbiamo, tempi addietro, molto apprezzato i contributi di Guido Cossard e forse era il caso di approfondire la sua posizione nei confronti dell'entusiasmo per il "toro di luce". Ora penso che Cossard si ritirerà nelle sue convinzioni. Peccato.
Non conosco invece Gaspani, col quale con un po' di tatto si potevano allargare gli interessi archeostronomici sardi con quelli camuni. Ma dopo lo scambio di battute ci sarà solo contrapposizione.
Insomma l'invito è a tener in scarsela "do schei de mona" ovvero un po' di umiltà, anche scientifica! Ciao
Franco
Franco non era e non è mia intenzione intenzione offendere Cossard e Gaspani. Mi scuso per i toni, e vi prego di guardare la luna che indicò e non il mio dito.
RispondiEliminaSe Gaspani vuole approfondire la sua interpretazione dove tira in ballo Aldebaran è benvenuto, e ne discutiamo.
Mentre sulla forma della luce che attraversa la finestrella, penso di aver portato degli elementi convincenti sul fatto che il Santa Barbara ha subito dei danni strutturali che implica il fatto che non può essere preso a esempio come caso esemplare.
Tu sai bene che abbiamo cercato nei finestrini dei dettagli costruttivi che potevano indicare una eventuale intenzionalità del fenomeno, non l'abbiamo trovata e abbiamo considerato il fenomeno che avevi notato solo come una conseguenza del sistema costruttivo con conci sbozzati.
Anche se sono passati 20 anni ricordo come se fosse ieri i momenti che abbiamo passato a guardare la luce passante per il finestrino e discutere se la sua forma fosse intenzionale o conseguente al sistema costruttivo
Conosco il tuo carattere, perciò sono convinto che con un piccolo sforzo tu possa modificarlo.
RispondiEliminaVeniamo alla sostanza delle tue osservazioni, che ha per essenza la finestrella così detta di scarico.
Scrivo così detta perché nella gran parte dei nuraghi non scarica un bel niente, anzi a volte concentra gli sforzi e porta a rottura l'architrave. Se non ha funzione statica può avere quella di presa di luce e aria. Anche questa è una ipotesi facilmente smontabile. Per queste funzioni c'è la porta aperta!
Allora capta il raggio solare. Il sole (dio) entra e si manifesta. E', come ho sostenuto, una vera e propria ierofania. Ma che si manifesti come testa taurina la ritengo suggestione, anche perché ho difficoltà a trovare relazione, se non casuale, fra i conci che realizzano la finestrella e la protome. In altri momenti la luce disegna altre figure suggestive sulla parete della tholos, ma mi guarderei bene dal parlare di intenzionalità.
Siccome però la finestrella di molti nuraghi è intorno a 145-148° permette osservazioni comuni in molti nuraghi. E' per così dire un comune "orologio" o calendario. In questa direzione mi piacerebbe indagare, più che sulla suggestiva protome.
Ma la finestrella, guardata da dentro, diventa un formidabile osservatorio, perché definisce una precisa porzione di cielo. In altre parole la finestrella mi sembra molto funzionale a chi si pone in osservazione dentro il nuraghe. La finestrella è per così dire parte di un meccanismo che funziona per chi sta dentro, che osserva, in altre parole che cerca di collegare e spiegare. Ovvero uno strumento scientifico.
Comunque penso che Guido, e lo stesso Gaspani, potrebbero ribadire le tue osservazioni e al caso anche ammetterne la criticità. Capisco, d'altra parte, la difficoltà, tutta umana di ammettere la fragilità di una propria teoria, che è costata sudore. Non tutti hanno la struttura di un Jared Diamont che dopo aver sostenuto che la distruzione degli alberi dell'isola di Pasqua fosse dovuta al trasporto delle statue gigantesche, si smentisce portando una rivoluzionaria teoria che vede nei topi portati da qualche nave la distruzione degli alberi visto che si cibavano dei semi della particolare palma, mi pare.
Insomma nessuno piace smentirsi.
Franco, le cosiddette finestrelle di scarico oltre a caratterizzare i nuraghi monotorre e le torri centrali, caratterizzano pure gli ingressi delle muraglie dei nuraghi complessi e le torri secondarie (la foto inserita in testa di questo articolo ne mostra una). Nei casi delle torri secondarie è normale che non siano penetrate dalla luce solare per via dell'orientamento, e pure quelle delle torri centrali a causa dell'occlusione della visuale.
RispondiEliminaDunque il fenomeno certamente suggestivo della penetrazione solare resterebbe valido solo per i monotorre.
Certamente il pennello di luce che penetra i monotorre potrebbe essere usato come la lancetta di un orologio, un orologio annuale ovviamente.
Ma anche la luce della finestra che penetra il mio studiolo e probabilmente anche del tuo potrebbe essere utilizzato allo stesso scopo.
Insomma se anche fosse che la luce che penetra il finestrino dei monotorre fosse utulizzata come la lancetta di un orologio annuale, la cosa è indimostrabile in quanto non confutabile.
Insomma sui finestrini restiamo nel campo delle suggestioni, per ora.
Ma torniamo al Toro di luce, sgombrato il campo che il caso del Santa Barbara non può essere portato ad esempio, in quanto danneggiato proprio nei massi che compongono il finestrino.
RispondiEliminaChi volesse provare che il fenomeno è intenzionale deve presentare dei casi in cui deve emergere con evidenza che gli stipiti dei finestrini abbiano avuto una lavorazione finalizzata a determinare il fenomeno...