giovedì 7 gennaio 2016

Aba Losi, Gigi Sanna e il Maymoniblog


di Mauro Peppino Zedda

Maymoniblog è un sito dedicato a sostenere le fantasmagoriche tesi paleoepigrafiche del Professor Luigi Amedeo Sanna, noto Gigi.
La leader morale del fantablob è Aba Losi, professoressa di Biofisica nell’università di Parma, alias Atropa Belladonna o Mamasarda come amano definirla gli aderenti al fantablob.
È la più autorevole sostenitrice mondiale delle tesi paleo epigrafiche del Professor Luigi Amedeo Sanna.
Il demenziale nomignolo Mamasarda è una creazione di Esso. Esso venera Mamasarda, la considera un’eroina in lotta per il riscatto culturale dei sardi contro i perfidi e terribili feniciomani.
Mi è difficile comprendere perchè mai Aba Losi vada in un brodo di giugiole quando Esso la  chiama affettuosamente Mamasarda. Questione di gusti!
Oltre alla devozione di Esso, Mamasarda viene incondizionatamente idolatrata da Grazia Pintore. Questa signora si è sobbarcata il non facile compito di sollevare il morale di Mamasarda & Company inondandoli di  complimenti ad ogni loro perfomance.
Poi c’è Francu Pilloni un simpatico maestro in pensione che si diletta in racconti, anche lui adoratore di Mamasarda, ma soprattutto sostenitore di Sanna, un sostegno che non trascende nell’adorazione. Anzi sembrerebbe che i suoi complimenti a Sanna rientrino nell’ambito della reciprocità, Pilloni dice a Sanna che è un grande paleoepigrafista e Sanna contraccambia dicendo che Pilloni è un grande letterato! Insomma si complimentano reciprocamente! D’altronde le distanze tra i due sono più apparenti che reali, Sanna favoleggia sulla scrittura nuragica e Pilloni si diletta a scrivere favole.
Nella comitiva non poteva mancare il personaggio logorroico e noioso, questo ruolo lo interpreta con insuperabile maestria Francesco Masia che ha le stimmate dello strizzacervelli, ma assomiglia di più ad un azzeccagarbugli! Raramente riesco a concludere la lettura di uno dei suoi logorroicissimi commenti, anche perché oltre ad essere logorroici non vi è niente di interessante. Poverino, talvolta si è lamentato perché non gli rispondo, ora saprà perchè!
Infine Sandro Angei, il Delfino di Sanna, il suo allievo prediletto, colui che pare essere il predestinato a prendere il posto del maestro… Spero il più tardi possibile!
Angei è uno tosto, convinto, ambizioso, testardo e temerario, oltre a saper maneggiare la scrittura inventata da Sanna riesce pure a elaborare programmi in 3D finalizzati a poter dire (la dimostrazione è un optional) che le camere dei nuraghi sono delle macchine astronomiche!! Angei col suo infallibile programma in 3D simula la luce che entra dal finestrino situato sopra l’architrave e, oplaaa… il gioco è fatto, la camera del nuraghe diventa una perfetta macchina astronomica!!  Che Angei non conosca un fico secco di astronomia sferica non è un problema! Non ha la benché minima idea di come possa essere strutturata una macchina astronomica, ho provato a spiegaglielo ma non sono riuscito a fargli capire che non basta un finestrino in una camera per ottenere una macchina astronomica.
Angei, forte della sua professionalità nel gestire programmi in 3D  spazia con disinvoltura da una dimensione all’altra passando dalla fantaarchelogia alla fantastronomia e soprattutto alla fantaepigrafia! Un fantatuttologo di prima grandezza! La sua esuberanza cerca di tenerla a freno lo stesso Professor Luigi Amadeo Sanna che spesso lo richiama alla prudenza scientifica, ricordandogli di non esagarare con l’immaginazione! 
Ve la immaginate l’immaginazione di uno a cui Sanna dice di non esagerare con l’immaginazione?
Del Maymoni blog il leader maximo è il Professor Luigi Amedeo Sanna, il quale vanta un ottimo curriculum maturato come insegnante di Greco e Latino, ha un’ottima padronanza dell’italiano e del sardo e ho avuto modo di constatare che se la cava  benissimo anche mangiando il proceddu arrosto!
È un piacere seguirlo nelle sue acrobazie paleo epigrafiche, è innovativo e geniale, ohhh, non è da tutti riuscire a leggere il nuragico in una fibula bizantina! Trova sempre la soluzione giusta. Se un’epigrafe non riesce a leggerla in un verso la decifra nell’altro. La scandaglia in tutte le direzioni da destra a sinistra, o dall’alto o dal basso! È uno spettacolo osservare come trova sempre la soluzione ad hoc! Se non la trova in senso lineare cardinale non si arrende, ecco dunque che la scandaglia pure in diagonale e se non basta la cerca pure con una lettura a zig zag! Meraviglioso! Una delle sue più spettacolari scoperte l'ha fatta in quel di Mistras, in un pozzo moderno è riuscito a scoprire che quella che a noi comuni mortali pare essere una data, ovvero 1942 (magari incisa dal costruttore del pozzo), in realtà corrisponderebbe ad una iscrizione nuragica! Stupefacente! Come fa? Com’è che riesce a decriptare ogni cosa, anche i fori di un brassard? Semplice è una questione di metodo, quando la soluzione non riesce a trovarla con i metodi più tradizionali c’è la soluzione finale, la lettura a rebus! Con questo metodo il Professor Luigi Amedeo Sanna riesce a decriptare qualsiasi oggetto!

Insomma è tutta una questione di metodo!

13 commenti:

  1. Penso che se il gioco, che sembra inaugurare Mauro con questo post, prenderà piede, sarà un disastro per tutti i tentativi in atto da diverse angolazioni e discipline -tutti in buona fede- di proporre nuove o aggiuntive interpretazioni, al fine di valorizzare il patrimonio nuragico. Io, per primo, dovrei imparare a non sbottare quando mi si pesta la coda, ma ancora non ho ben imparato a star zitto e lasciar perdere, anche se qualche progresso, conoscendomi, l'ho fatto!
    Gli amici che sostengono coi loro contributi Maymoni e di cui Mauro traccia un non so quanto satirico profilo, meritano -sicuramente da parte mia- un profondo rispetto. E' tutta gente che ha gettato il cuore oltre l'ostacolo. Nell'ironia di Mauro leggo soprattutto il disappunto di un giudizio su di lui non tanto sui suoi studi e ricerche, quanto piuttosto al modo in cui si muove. Se non impariamo a superare la forma e non si coglie la sostanza e ci si ferma al giudizio sulle più o meno buone maniere, o sulla sintassi o la grammatica (chi di noi -forse Gigi o Francu- si salva? Vedo sovente strafalcioni anche da parte di chi censura Mauro),o sulla prepotenza e invadenza a gamba tesa, o insistenza di argomentazioni, rischiamo di perdere il nocciolo della questione e dei fini. Non nego l'importanza delle regole comportamentali, specie per chi condivide che il blog Maymoni sia un "salotto" (ma dai!)ma mi piacerebbe che si tollerasse, meglio, si superasse quel banale e riduttivo discorso di "comportamento civile". Una verità rimane tale sia se detta con spocchia, sia con vasellina. In altre parole, vale più una verità detta da uno stronzo o una bugia detta da un educato perbenista (sublime aspetto dell'ipocrisia)?
    Fra questi estremi, ovviamente, si può trovare conciliazione e quell'armonia che non si deve rompere specie se il fine ultimo non sia quello di metterci la maglia rosa, bensì contribuire alla valorizzazione di un patrimonio archeologico e culturale, ancora troppo negletto, specie dall'istituzione.

    RispondiElimina
  2. Più parole occorrerebbero per spiegare la “fenomenologia” del blog Maymoni e dei blog Monte Prama e Gianfranco Pintore, il credito che pure nel proprio nulla (quanto a titoli e preparazione specifici) persone come me possono riconoscere ai reperti e agli studi presentati anzitutto da Gigi Sanna e Aba Losi (iscrizioni che con il Fenicio non ci azzeccano, né alfabeticamente né cronologicamente; scarabei che hanno a che vedere con la crittografia amunica e insieme presentano una loro specificità “isolana”): non sarà tutto oro, ma nemmeno sembra materiale da liquidare con sufficienza; e i riscontri degli ultimi anni (datazione della navicella di Teti, datazione degli inumati di Monte Prama) dovrebbero casomai incoraggiare i liquidatori a maggiore cautela (l’archeologo Giovanni Ugas, per inciso, seppure ben più cauto, diciamo così, sul piano delle interpretazioni, inizia ad annoverare anche lui decine di reperti con scrittura che ritiene nuragici).
    Più parole occorrerebbero, dicevo, ma non è il caso di infliggere ulteriori torture a MPZ, peraltro (temo) inutilmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Francesco ti ho cassato un commento perché fuori tema, se vuoi discutere della mia proposta sul Santa Barbara, puoi farlo nella pagina http://archeologianuragica.blogspot.it/2015/12/dai-nuraghi-ai-betili-torre-il-caso-del.html?m=1

      Se invece te la senti di sostenere le tesi di Sanna che ho citato in questa sede le fibule bizantine che per Sanna sono nuragiche o la fantasmagorica tesi di Sanna sul pozzo di Mistras sono pronto a discutere ma non andiamo fuori tema, non facciamo gli azzeccagarbugli come siete soliti fare nel maymone blog.
      Tu hai le competenze per poterlo fare vuoi provare a sostenere che Mistras sia nuragico? Bene provaci!
      Ma non fare l'azzeccagarbugli!

      Elimina
  3. Primo: Mauro, se ritieni che il commento cassato dovesse andare in un altro post, padrone in casa tua; ma se non ti spiace farlo leggere, da bravo, copialo e metticelo tu (ti rendevo quasi l’onore delle armi dando però la misura dei tuoi modi; Franco Laner ha certamente ragione, purché non si arrivi al punto in cui una bugia sarebbe da prevenuti considerarla tale quando l’ha detta uno stronzo e la verità detta da un educato perbenista dovrebbe respingersi come falsa).
    Secondo: non mi promuovo certamente a uno degli Orazi (o dei Curiazi), ho premesso che personalmente quanto a titoli e preparazione specifici valgo nulla, quindi non ti convincerò certamente io quando parti dalla lettura liquidatoria di 1942 comunque sia. Io posso avanzare anche qui i rilievi che già dovresti conoscere: quel cosiddetto 4 (a dispetto di quanto presentato da Gigi nel suo primo articolo, come successivamente riscontrato da diverse persone e condiviso sul blog Monte Prama) è ben più nettamente un segno (un grafema?) del tutto simile a uno di quelli presenti sul “nuraghetto” di Uras (quello a forma di seggiola); quel cosiddetto 2 (così mal fatto, come 2, che tu e qualcun altro nei primi giorni parlavate indifferentemente di un 2 o un 9, ricorderai) è ben più nettamente un segno (un grafema?) del tutto simile a uno di quelli del misterioso lineare A (mi dispiace, non mi ricordo dove l’avevo visto, dove se ne era parlato, né riesco a trovarlo facilmente; mi scuserai, non sono del ramo, quindi mi prendo la libertà di limitarmi a citartelo in questo modo, ma ti assicuro che esiste); aggiungici che del cosiddetto 1 e del cosiddetto 9 si è concesso fin dall’inizio, da parte degli scettici, che segni alfabetici compatibili sono fin troppo facilmente reperibili; e aggiungici, infine, che altre incisioni su quella vera non le spieghi con numeri arabi o lettere latine. Conservi lo stesso tutte le tue sicurezze e ritieni sempre di dover sbeffeggiare, in nome della scienza, chi non è convinto quanto te? Padrone delle tue posizioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In primis, su da bravo lo dici a tuo nonno!
      Riguardo a segni scrittori nessun archeologo nega che in Sardegna a partire dal BF ci sia qualche segno e qualcuno in più nella fase successiva.
      Ma tu forse nn sai neppure che nel BF non si costruiscono più neanche i nuraghi, certo si continua l'uso, nel BF inizia un'altra storia di cui forse anche il Santa Barbara, è stato testimone, vedihttp://archeologianuragica.blogspot.it/2015/12/dai-nuraghi-ai-betili-torre-il-caso-del.html?m=1.
      Nel BF arrivano altre genti in Sardegna leggi Archeologia del Paesaggio Nuragico. È da definirsi chi utilizzava quegli scarni scritti segni che troviamo.
      Quello che è certo , è che nessun segno risale al tempo in cui i nuraghi li costruivano.
      E veniamo a Sanna , il suo problema è che non si limita a dire la sua su questi segni e quando la dice (vedi stele di Nora) ohiaimommia!!!
      Ma in problema di Sanna è che inserisce una serie di epigrafi che non sono né nuragiche né tardo nuragiche, insomma sono dei corpi estranei cne fanno entrare le sue tesi nella fantaepigrafia!!!

      Elimina
  4. Terzo: non sono affatto in grado di porre, a negazionisti come te, seri dubbi sui sigilli di Tzricotu o su quel che altrimenti sono; su questi nessuno mi affiderebbe alcun mandato di difensore. Non li liquido affatto come bufale o cantonate, intendiamoci, ma li considero una mezza iattura quantomeno per il percorso di condivisione tra studiosi di una scrittura nuragica, tanto sono discutibili ed “estremi”. Capisco che Gigi difenda il loro valore, ci mancherebbe, considerato che ha risposte per tutte le obbiezioni, considerato che sono stati i reperti che lo hanno decisamente avviato allo studio proseguito fino a oggi e considerato che rappresenterebbero, nella sua interpretazione, i sigilli regali dei signori di Monte Prama. Ma, come ho già esposto a Gigi (non facendolo felice), non rinuncio a guardare al fatto che se anche questi sigilli fossero davvero guarnizioni di cinture o finimenti da parata medievali (e non sto concedendo pacificamente che lo siano, obbiezioni contrarie non mancano) ciò non dovrebbe affatto inficiare la realtà degli altri reperti con scrittura, nettamente meno controversi e niente affatto scarsi. Poi so bene che dirai (l’hai scritto l’altro giorno con tutta la tua sicumera) non esserci tracce di scrittura se non dal bronzo finale, allora comunque imputabile (e figuriamoci) a genti dall’oriente. Che dirti, è la solita linea, il tabù deve persistere, l’asticella deve sempre spostarsi più in alto. Ma che male c’è ad ammettere una lettura dei dati, anche solo come ipotesi in campo, che semplicemente ricondurrebbe alla normalità un quadro di civiltà che proprio stona, invece, dover intendere all’oscuro dello sviluppo dei codici scritti? E che mi dici tu della barchetta fittile di Teti? Rinfacci sempre a Gigi che nessuno studioso autorevole raccoglie i suoi studi, studi per questo ai tuoi occhi continuano a non valere: forse qualche studioso ha raccolto gli studi sulla barchetta di Teti da che è stata datata e documentata scritta prima della cottura? Diresti quindi che non ti fidi di chi l’ha datata? E chi l’aveva ritenuta un reperto di scrittura nuragica ben prima della datazione? Ti paiono discorsi da azzeccagarbugli?
    Con questo, saluto il tuo blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma dai Francesco! Sei così ingenuo dal non capire che oh Gigi o Aba Losi non si siano preoccupati di spedire i loro lavori a epigrafista accademici di fama mondiale?
      Io quando feci la mia prima scoperta, pubblicata nel 1992, la portai a farla vedere a Oxford, prima dal professor North, il quale poi mi disse di andare dal professor Hoskin a Cambridge in quanto direttore del journal for the history of astronomy e di archaeoastronomy.
      Non crederai alla favola che sanna non ha mandato il suo libro a paleoepigrafisti di fama mondiale?
      Se gli avessero risposto picche cosa pensi che lo direbbe a noi?
      Se poi lui si accontenta dei complimenti di voi di maymoni contento lui contenti tutti!!
      A me sinceramente delle proposte di Sanna poco mi frega, gli ho smontato la sua proposta su Mistras, e solo il fatto che non ammette l'errore la dice lunga sulla sua umiltà scientifica.
      L'arroganza di Gigi o tua che sostieni cose di cui non capisci niente stai tranquillo che è ben più gravi della mia quando ti dico che le tue sono corbellerie!
      Io in maymoni , ne la vostra TANA, sono andato per dire che quelle che ha scritto Angei sul Santa Barbara sono corbellerie, mentre voi ignoranti in astronomia e archeologia gli facevate i complimenti.
      Se Angei avesse premesso che la sua fosse fantaarchelogia, non sarei intervenuto, il problema è che Angei pensa di fare scienza , dove è palese che non sa niente ne di archeologia ne di astronomia.
      Tu Francesco sei libero di sostenere tutte le corbellerie che vuoi,
      Infine ti rimando a leggerti sia la recensione di Laner sul Toro di luce , ti piace il fenomeno? Discutiamone..

      Elimina
  5. Grazie al generoso aiuto dell’amico Giancarlo Negri (alias Ergian 45, un altro non sardo che segue con interesse) posso oggi opportunamente integrare al commento scritto all’01:09 del 9 gennaio:
    quel cosiddetto 2 (nel cosiddetto 1942 sulla vera del pozzo di Mistras) è ben più nettamente un segno (un grafema?) del tutto simile a uno di quelli del misterioso lineare A che può vedersi (in duplice copia, sempre in iniziale di parola nel verso da destra a sinistra) sulla faccia “a” della tavoletta PH-1 ritrovata a poca distanza dal disco di Festo, quindi a Creta (si veda su Wikipedia alla voce “Disco di Festo” l’immagine di corredo al paragrafo “la scoperta”: https://it.wikipedia.org/wiki/Disco_di_Festo).
    Sia a me che a Giancarlo sembra di ricordare lo stesso segno anche in un altro documento, ma direi che questi esemplari attestano sufficientemente esso sia esistito.
    Con questo voglio semplicemente dire che, considerata anche la reale forma di quel malinteso (all’inizio) cosiddetto 4 e considerate insieme le altre stranezze (a oggi) presentate da quella vera, chi voglia accontentarsi di dire non vi sia null’altro da capire su quel manufatto (arrangiato da uno ziu nel 1942) è libero di bearsi delle proprie certezze, ma non può pretendere solo con quelle di chiarire tante stranezze (o supposte coincidenze) a nessuno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Francesco, oltre alla data 1942, bisogna considerare che è una cosa demenziale considerare la ghiera di quel pozzo come nuragica.

      Elimina
  6. “È una cosa demenziale considerare la ghiera di quel pozzo come nuragica”: la frase soddisfa la sintesi, questo sì, ma giusto quella (tanto per cambiare).
    A cercare l’appoggio più solido a questo tuo dogmatismo saprei rispolverare un commento di Franco Laner del 9-7-14 (h 7,32) nella discussione sull’articolo “Il Pozzo di Mistras secondo Franco Laner” pubblicato su Monte Prama Blog l’8-7-14:
    «I quattro elementi (sono) giocati con un incastro di cui non c'è precedente nuragico, che salta il cerchio, che pietrifica la concezione lignea, si pone in tutto e per tutto "modernamente". Se qualcuno mi dicesse che tale apparecchio potrebbe essere fatto in qualsiasi epoca, risponderei di sì. E' possibile. Anche i romani, che conoscevano il ferro e il conglomerato cementizio, avrebbero potuto fare opere in cemento armato. Ma il cemento armato è tecnologia degli ultimi 150 anni e nessuno sosterrebbe che un'opera di cemento armato potrebbe essere romana.
    Seguo, ma subito rigetto, l'esempio dei conci a dentelli. Se vogliamo è un esempio di lavoro nuragico ad incastro della pietra. Quindi potrei sostenere che la vera, che è un lavoro ad incastro, potrebbe benissimo essere nuragica. E' logico? Ma nemmeno per sogno! nel primo caso avevo bisogno di tre incavi per infilare i betilini e toglierli. Nella vera le finalità dell'incastro sono tutt'altro. Qui lavoro con 4 elementi del peso di 200 kg circa, lì con 20-30: tutt'altra scala e tutt'altre finalità e intenzioni. C'è solo analogia della parola incastro! Da dopo il Convegno sulla pietra a secco di quasi 10 anni fa, organizzato dall'Ordine degli architetti a Nuoro, e grazie al consiglio del mio grande amico Massimo Pittau di occuparmi di passato con la mia disciplina, mi sono occupato di muratura a secco e oggi posso dire, grazie anche alle diverse tesi di laurea, di capirne abbastanza. Ogni struttura a secco ha un suo linguaggio, suoi tecnemi, particolarità diverse che si leggono se l'occhio e la mente sono esercitate. Non è facile spiegare, perché servirebbe un lungo percorso didattico a ritroso. Mi si faccia credito: la vera è totalmente distante da ogni stilema, morfema e tecnema nuragico. E' moderna, vicina al contemporaneo!
    Smentitemi, ma con qualcosa di più forte di fantasie estemporanee, prive di un costrutto strutturale sostanziale. Ne sarei felicissimo e grato.»
    Orbene, dopo questa discussione Sandro Angei e Stefano Sanna hanno trovato e pubblicato ancora su Monte Prama Blog pozzi scavati in tempi non stabiliti nel Sinis (si veda la serie di post “I sacri pozzi in pillole”), alcuni dei quali (i numeri 11, 13, 14, 15, relativamente al numero progressivo dei post) mostrano vere con conci isodomi usati come travi (similmente al pozzo di Mistras), e in particolare il 15° è fortemente suggestivo di incastri a T. Alla luce di tutto questo, fare credito a Franco Laner (pur riconoscendogli che per lui come per chiunque spiegare a noi non sarebbe facile) circa la totale distanza da ogni stilema, morfema e tecnema nuragico, resta sempre più difficile, mentre viene da appigliarsi ancor più alla possibilità almeno teorica che lui concede a una origine addirittura nuragica. Chi avrebbe potuto riconoscere nuragiche le statue di Monte Prama, se non costrettovi (e ancora con strenua resistenza) dalle datazioni archeologiche/strumentali? Chi avrebbe riconosciuto nuragica la scritta incisa prima della cottura sulla navicella fittile di Teti (a parte Gigi Sanna) prima della datazione strumentale? Chi avrebbe riconosciuto nuragici i reperti con antropomorfi di Cannevadosu e Paulilongu?
    Ancora tanto ci sarà da portare alla luce e capire, purché si smetta di voler guardare fino alla morte solo in una direzione (quella, per capirci, del Golfo dei Fenici).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sulle cose che hanno trovato Sanna e Angei nel sinis, è meglio stenderci sopra un velo pietoso!
      e se non ti basta dirti che è demenziale considerare il pozzo di mistras come nuragico di ribadisco che è demenziale all'ennesima potenza fare questa assimilazione.

      Elimina
  7. Sento già, comunque, il solito disco rotto: la costruzione di nuraghi cessò intorno al XII secolo, dopo di allora non si può più parlare di Nuragici e inizia ad esserci tanta gente che arriva sull’isola e l’attraversa. Non ho capito, davvero, se Mauro sia l’ultimo giapponese resistente nella giungla o se il problema sia più serio, nel qual caso dovremmo metterci d’accordo (dico tutti, magari): su Wikipedia si legge di civiltà nuragica fino al II secolo a.C.; va bene? Va bene considerare che c’è stata una continuità sarda, costruzione di nuraghi o meno, fino alle occupazioni straniere che hanno privato i Sardi della loro autonomia? Ed è così mitopoietico provare a tenere presente una lettura dei dati secondo la quale i Nuragici dovevano aver raggiunto un tale livello di civiltà (ragionevolmente non all’oscuro della scrittura, per inciso) per cui occupare e sottomettere i Sardi dovette essere poi impresa difficile? E per cui, fino (quasi) a questa occupazione e sottomissione, i rapporti con chi arrivava in Sardegna dovevano risultare almeno scambi paritetici? Non dico negare evidenze di crisi, di involuzione, di declino, utili a rendere ragione dell’effettivo tramonto; ma provare a contemplare, nel rispetto dei dati, la possibilità che la parabola non si spezzò, ad esempio, solo con la fine della edificazione dei nuraghi?

    RispondiElimina
  8. i nuraghi si smise di costruirli nel XII secolo è questo lo dice qualsiasi archeologo serio.

    RispondiElimina