di Mauro Peppino
Zedda
Oggi nel Maymoni blog è stato pubblicato un articolo
di Franco Pilloni. Dove mi si accusa di aver insultato Aba Losi. L’accusa di
aver insultato Aba Losi mi brucia tantissimo, non credo di averla insultata, il
mio scritto intende essere una critica scientifica verso la condivisione da parte della professoressa
(di Biofisica nell’Università di Parma) Aba Losi delle corbellerie paleoepigrafiche
proposte di Gigi Sanna, il quale sembra ormai
avviato a decifrare in chiave nuragica l’insieme delle iniziali dei nomi che
gli innamorati di mezza Italia hanno impresso nelle scogliere del Sinis.
Ritengo che Pilloni sia un perfetto ignorante in
filosofia della scienza, altrimenti capirebbe che il mio testo offre, dal
punto di vista epistemologico, ad Aba
Losi la possibilità di controbattere e
dimostrare che Sanna abbia ragione a considerare come iscrizioni nuragiche quelle
che per me sono semplici iniziali di nomi di persone che volevano lasciare una
traccia del loro passaggio nelle scogliere del Sinis!
Caro Paladin Pilloni ti è così difficile comprendere che la mia è una sfida scientifica?
Caro Paladin Pilloni ti è così difficile comprendere che la mia è una sfida scientifica?
La Biofisica Aba Losi viene sbandierata da Gigi
Sanna come la grande scienziata illuminata che riconosce la validità dei suoi
studi, mentre tutti quelli che osano criticarlo sarebbero degli emeriti cazzoni.
Il tutto in uno scenario in cui Aba Losi
va in un brodo di giugiole soprattutto quando i fan di Gigi Sanna la chiamano
sa Mamasarda, titolo onorifico conferitogli da Esso.
Paladin Pilloni ma come si fa a confondere una
critica scientifica, quasi una sfida scientifica, per insulti? Rileggi bene il mio testo e cerca di
comprenderne il senso. E vedi se è il caso di porgere delle scuse.
Aba Losi è un'accademica di un’Università italiana. Lei
ha delle responsabilità morali verso l’Accademia e verso la conoscenza
scientifica, Sanna la indica come la scienziata illuminata che approva i suoi
studi, bene, molto bene! Le sto chiedendo di spiegare perché condivide la paleoepigrafia
da scogliera che sta proponendo Gigi Sanna.
Glielo chiedo per rispetto verso i sardi.
Di seguito vi propongo quella parte di testo in cui Franco
Pilloni mostra di non comprendere la differenza tra critica scientifica e
insulto. Ecco quanto scrive nel Maymoni Blog:
“cosa possiamo pretendere, ad esempio, da
un Mauro Peppino Zedda che nel suo blog insulta gratuitamente Aba Losi, rea, a
suoinsindacabile giudizio, di continuare a “sostenere le bufale paleo epigrafiche del Sanna”?
Sì, perché tutte le cose scritte e dimostrate da Gigi
Sanna sono per MPZ solamente bufale e corbellerie, oppure corbellerie e bufale,
come ripete in continuazione, alternando i termini, ma non deviando dal
concetto. Uno potrebbe chiedersi perché MPZ se la prenda con la nuora perché
suocera intenda, quando ha sempre, ma sempre sempre detto che di epigrafia non
sa niente e dunque, in attesa che qualcuno di quelli importanti si pronunci,
egli, MPZ lo scettico, scientificamente restava in attesa. Perché dunque è
così assertivo nel suo post?
Ora, mi si dirà, così va il mondo: e se Gesù
stesso s'è fatto agnostico, non se lo può permettere anche MPZ.
Un buonista, di quelli che aspettano il miracolo, dirà
che MPZ ha avuto soltanto una caduta di stile. Sarebbe forse pensabile
se quest'uomo uno stile che non sia proprio terra terra l'avesse, ma
è difficile cadere se si è da sempre con le natiche per terra.
Dove vuoi che si cada? In un pozzo?
Tenetelo a portata di mano questo distillato del
pensiero di Mauro Peppino, perché non passerà molto tempo che glielo potrete riproporre
sotto il naso.
E allora il pozzo gli servirà. Per nascondersi.
Una caduta di stile mi è sembrata invece quella di
Franco Laner che ha postato una trappola perché ci cascassero tutti quegli
stupidi che seguono il blog di Maymoni oggi, come quelli di MP ieri e di GFP
ieri l'altro. È vero che intendeva “Semplicemente
verificare se, assecondando i desiderata dei più, ripetendo le corbellerie
dell’archeologia ufficiale, gli insulti avessero un picco di flessione. ….
nemmeno mia madre se la cava bene!”
Mi colpisce come Laner mostri
una spiccata contiguità con Mauro Peppino Zedda, oltre che nei giudizi, anche
nel vocabolario. Quel corbellerie, termine noto ma non usuale, porterebbe
a credere che l'uno scriva sotto dettatura dell'altro. Laner viene spesso in
Sardegna e ci apprezza volentieri. Credo però che impari subito che in Sardegna
- e il suo amico glielo può confermare non ostante il suo agnosticismo cosmico
- indichiamo come fillus de bagassa i furbi e gli scaltri,
senza minimamente pensare al mestiere delle loro madri, siano casalinghe o
filosofe, mentre chi propende a divertirsi escogitando certi giochini anche
piuttosto stupidini, lo chiamiamo indefessamente paraculo. Come in italiano.”
Nessun commento:
Posta un commento