sabato 7 agosto 2010

I Nuraghi sono costruzioni polifunzionali?

Di Dedalonur

È difficile, se non impossibile, individuare punti di forza e di debolezza in una teoria priva di veste formale. I corollari della polifunzionalità sono estesi indistintamente a tutte le categorie di nuraghi. Si equiparano dunque in un certo senso, nuraghe a corridoio, a tholoi e polilobato, non tanto nella loro tecnica ma piuttosto come espressione di una società tribale dalle attività produttive non specializzate: a tale società confà un edificio a carattere civile in cui possano essere svolte più attività. Pertanto punto di partenza e suo punto di arrivo, è all'incirca: “il nuraghe è ciò che vi si trova all'interno”. Questo criterio viene applicato sia nella prospettiva sincronica che diacronica. In questa piccola riflessione l'immagine del mondo nuragico che ho tenuto in mente è quella del periodo in cui si affermano i grandi polilobati, pertanto il mio discorso, almeno in teoria non coinvolge il primo periodo dei nuraghi (a corridoio?).
Se grazie al suo approccio empirico la polifunzionalità sventa il pericolo di costruire ipotesi sul ghiaccio sottile, risvolto della medaglia, è che essa non sia ancora giunta alla formulazione di una teoria nuragica del tutto alternativa. L'accentuato empirismo che la contraddistingue sembra l'attuazione della rivoluzione scientifica permanente voluta da Popper: una costante e feroce ridiscussione, messa in crisi, delle teorie acquisite in precedenza. Ma poiché la teoria precedente è quella Lilliana dei nuraghi fortezza, è facile riscontrare come il nucleo e la prospettiva centrali di quest'ultima non sia stato ne intaccato ne aggredito, ma gelosamente custodito e preservato proprio nella teoria polifunzionale.
Infatti, nella teoria polifunzionale si mantiene il carattere esclusivamente “civile” del nuraghe. Come nel castello medievale a cui Lilliu si ispirò, nel nuraghe multifunzione possono esser svolte tutte le attività quotidiane ed economiche senza spiegazione ulteriore. Sempre come in Lilliu le torri, servono al controllo. Solo, si sono eliminati i guerrieri, le lotte perenni tra clan, la veste di fortificazione dal nuraghe è stata strappata (ma non dai polifunzionalisti..e su questo si ritornerà) via. Ma questa, più che una rimessa in discussione radicale della funzione dei nuraghi sembra più un escamotage, una mano di pittura fresca, per far apparire che qualcosa sia cambiato, mentre nulla è sostanzialmente mutato. Lo dimostra un fatto negletto ma sotto gli occhi di tutti. Sottratta la ratio militare qual'è la spiegazione polifunzionale ed empirica di torri alte sino a trenta metri (se fossero meno è lo stesso)? Qual'è la risposta funzionale ad edifici che per la loro ardita altezza si espongono al rischio più o meno costante di crollo, nella evidente consapevolezza dei loro artefici che infatti fan di tutto, con ristrutturazioni, accorgimenti, rifasci, per evitare il crollo? Nietzsche spiegava la Mole Antonelliana con la volontà di potenza dell'architetto, sensazione di forza elargita dalla vittoria sulla gravità. Qui si deve trovare spiegazione all'irrazionale volontà di un intero popolo vissuto millenni fa. Ma questa spiegazione del quid irrazionale nuragico, proprio perchè afferente ad una intera cultura più che al singolo architetto, deve essere sistemica, quindi coerente, veridica, falsificabile. Come, il polifunzionalismo iper-empirico, spiega quelle altezze, quella voluttà tutta nuragica a sfidare il pericolo? Il secondo problema irrazionale è il numero. Come la funzionalità del controllo può spiegare migliaia di torri monumentali? Il controllo infatti spiega il presidio di un punto con un manufatto qualsiasi. Ma non spiega perchè quel presidio e marcatura del territorio abbia assunto la forma di 8.000 monumenti. Sembra che queste domande non abbiano ancora fatto ingresso entro il paradigma della polifunzionalità. Il problema che pongo è che la teoria polifunzionale, soltanto in apparenza è una teoria diversa da quella di Lilliu, per cui, non mettendo realmente in crisi quest'ultima, e non abbracciando una prospettiva davvero alternativa, finisce col lasciarci appiattiti su ricerche e soprattutto su prospettive di 50 anni fa. Ergo, non si passa ad un livello di conoscenza più profondo e superiore, ad una spiegazione più coerente e stringente del mondo nuragico rispetto a quella gloriosa del Lilliu. Oltre a quanto appena detto sul problema dell'altezza e dell'elevata monumentalità, Cartina di Tornasole di quanto osservo non è solo il fatto che non si giunga mai ad elaborare una sua teoria del tutto originale, ma che essa significativamente ostacoli l'elaborazione di siffatta alternativa. Ben'inteso, quest'ultima teoria che s'immagina potrebbe essere pure peggiore.
Ma il vero problema è proprio l'assenza in sé, il fatto che una tale alternativa non giunga mai ad un serio livello di proposta. Questo fatto vuol per lo meno significare, che il già detto non viene rimesso in discussione da alcuno nel suo nucleo centrale. Magari sbaglio ma a questo punto, per coerenza, non rimane che da collocare la “teoria” (o meglio la prospettiva che veste teorica autonoma da Lilliu non ha) polifunzionale nella, scienza normale così come la intendeva Kuhn.
Non è il caso di addentrarsi troppo nella dottrina di Kuhn e nella polemica con Popper, ma poiché il secondo è senza dubbio più famoso del primo, mi sembra necessario citare la definizione di scienza normale data da Kuhn. Chi poi volesse approfondire, potrà leggersi la struttura delle rivoluzioni scientifiche (un bel mattone..) e trovare nel web infinito materiale. Quindi cos'è la scienza normale secondo Kuhn? È quando una comunità scientifica si riconosce in un paradigma teorico che non viene messo in discussione e dove i ricercatori che vi operano fanno un incessante lavoro di ripulitura.. Così definito perchè suo precipuo compito non è quello di scoprire fenomeni nuovi; anzi tra questi sfuggono anche quelli che potrebbero adattarsi all'incasellamento nel vecchio paradigma (dice sempre Kuhn). Il suo compito sta nel garantire alle nuove leve di ricercatori una “promessa di successo che si può intravedere in alcuni esempi scelti e non ancora completi, estendendo la conoscenza di quei fatti che il paradigma come particolarmente rivelatori”. Il successo è garantito pertanto se il nuovo ricercatore opera entro il vecchio paradigma (nel nostro caso quello polifunzionale Lilliano), ripulendolo, cioè ovviando con aggiustamenti vari alle imperfezioni ed estendendone i fatti rivelatori ai dati a non ancora ricondotti entro il paradigma. Quando la teoria della fortezza nuragica era in pieno vigore, qualsiasi elemento strutturale del nuraghe veniva inteso come fatto rivelatore della sua natura militare (ricordate le garitte, i ballatoi, i nuraghi corridoi trappole ecc. ?) . Così adesso, tutto nel nuraghe, è rivelatore della sua natura civile ed economica. Il fatto è che, la teoria dell'impiego meramente civile è una teoria talmente generica ed onnicomprensiva (la fortezza è civile, il tempio è civile, il palazzo è civile) da poter esser estesa all'infinito dai successivi lavori di ripulitura. Inoltre essa, al contrario del nuraghe fortezza non ha veste teorica. Lilliu prese una cantonata, ma elaborò una teoria coerente ed elegante, con presupposti ed ipotesi ben definiti. L'identificazione di questi assiomi permisero d'individuarne le incongruenze, e dunque, la teoria lilliana si rese disponibile alla falsificazione. Mancando invece di veste teoretica, la prospettiva polifunzionale, manca di confini. La polifunzionalità almeno così come adesso viene presentata è un Proteo inafferrabile e non falsificabile. Qualsiasi fatto, dato, può esser sussunto alla norma astratta, basta che tutto ricada nel civile, nell'economico, nel controllo delle risorse e del territorio, cosa che è scontata. In questo senso, la prospettiva della polifunzionalità, garantendo un così alto grado di successo, cioè di approvazione scientifica accademica, scoraggia ed è d'ostacolo (come tutte le scienze normali) all'elaborazione di una teoria alternativa. Quest'ultima, giacchè ogni cosa può rientrare a buon diritto nel civile, verrebbe evirata della sua pars destruens. La prospettiva polifunzionale, cioè, non può esser criticata (è inutile) ne confutata (è impossibile) perchè in definitiva è vero, ovvio, certe volte anche tautologico, ciò che dice. Proprio perchè priva di confini teorici netti non si presenterà l'evento, scoperta, che collocandosi al di là del suo paradigma inizi a costituire punto di leva per scalzarla dalle fondamenta (chè non ne ha..).
D'altra parte, si può confrontare una “prospettiva” con una teoria alternativa vera e propria?
Se la pars destruens è evirata, la pars costruens di qualsiasi nuova teoria sarà probabilmente soffocata. Anzitutto la nuova teoria con veste formale e sintesi coerente (com'è scontato attendersi da tutte le teorie) sarebbe assai più vulnerabile di una prospettiva ipergeneralista, meramente empirica, proteica come l'attuale. Senza dubbio se si collocassero al nastro di partenza la prospettiva funzionalista ed una altra teoria non vi sarebbe partita. La genericità del polifunzionalismo, la sua adattabilità a qualsiasi dato, finirebbe col concedere un grande vantaggio nell'applicazione del criterio di verosimiglianza. Ma non solo. Quand'anche la teoria alternativa nella sua pars costruens non sfigurasse troppo, la promessa di successo sposterebbe inconsapevolmente consenso vero il lavoro di ripulitura del paradigma.
Uno stallo dell'innovazione causato dalla scienza normale è fisiologico. Ma qui la sensazione è di trovarsi dinanzi ad un “di più” di scienza normale, ad una forma di conservatorismo parossistico. C'è una sorta d'imbarazzo di fronte a questo Proteo a cui non soltanto non riusciamo a strappar risposte, ma con cui si fatica a individuare e porre persino delle domande sulle contraddizioni.
Se questi pensieri riflettono la realtà è spontaneo ritenere che il tempo sarà galantuomo promuovendo da solo le condizioni del rinnovo. Ma poiché non si danno cambiamenti senza qualcuno che s'impegni per essi, occorre riflettere sulle condizioni che tutt'ora sostengono la sopravivenza del polifunzionalismo. Quindi, perchè ci troviamo in questa palude?

52 commenti:

  1. Caro Dedalonur,
    a proposito di paradigmi, ritengo che la teoria di Taramelli e poi di Lilliu possa configurarsi come teoria scientifica in senso popperiano solo sino al 1977 cioè all'anno in cui Massimo Pittau diede alle stampe il suo Sardegna Nuragica dove confutò in modo magistrale la teoria del nuraghe fortezza.
    Lilliu dopo il libro di Pittau, epurò dai suoi ragionamenti le catapulte le porte in pietra, i pentoloni di olio bollente, i nuraghi trappola, ecc. ecc., ma per lui il nurgahe continuava ed essere inteso come una fortezza.
    Sono ormai trent'anni che la teoria del nuraghe fortezza non è più una teoria scintifica, ma è un dogma retto dall'autorità accademica di chi lo sostiene.
    In questa situazione di crisi del paradigma teorico vi è una disparità di cozzanti opinioni, tra cui chi propogna la polifunzionalità, ma queste opinoni sono ben lungi dall'essere un paradigma, un paradigma per essere tale deve essere accettato a riconosciuto da una comunità scientifica.
    Riguardo alla polifunzionalità essa potrebbe assumere veste scientifica solo e soltanto dicendo i monotorre hanno quasta funzione, i complessi quest'altra, e i complessi con antemurale quest'altra ancora.
    Ma pensare che il Santu Antine possa essere al contempo, fortezza, tempio, magazzino, casa, reggia, ecc. è una idea priva di scientificità.

    Negli studi degli archeologi è completamente assente l'analisi degli spazi calpestabili dei nuraghi, e se qualcuno si accorge che sono angusti, invece che concludere che non sono idonei per le normali pratiche di vita quotidiana, pensa ad un espediente per meglio difendersi!

    Infine tu chiedi perchè ci troviamo in questa palude? secondo me per tre motivi:

    1)gli archeologi non riescono a riconoscere a Pittau, il fatto che confutò la teoria del nuraghe fortezza;
    2) gli archeologi non hanno preso atto che i nuraghi sono costruiti secondo precisi dettami astronomici che confutano ulteriomente l'idea di fortezza;
    3) infine la caratura scientifica dei successori di Lilliu è fortemente inadeguata ad affrontare la mole dei problemi che hanno di fronte.

    Insomma gli archeologi si trovano in quella sorta di "cul de sac" culturale di cui ha accennato Cyrano in altra stanza.

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  2. Bell'Articolo

    poi, ai tre punti individuati da Mauro aggiungerei l'assenza di umiltà, il fatto che loro si riconoscono i depositari unici e ultimi della loro scienza...

    La verità signori è che la laurea non è altro che un semplice documento di "qualità", lo stato attesta che chi ha eseguito quel percorso strutturato in maniera ufficiale ha acquisito il bagaglio di conoscenze standardizzato.

    Chiunque si metta a studiare può acquisire quel bagaglio di conoscenze (lo può anche ampliare), certo non avrà il certificato di qualità, ma non è detto che per questo non sia in grado di comprendere, anzi a volte diviene più facile uscire dai preconcetti.

    Inoltre, perchè gli archeologi non fanno rete?? hanno una laurea umanistica, perchè si mettono sovente a disertare su argomenti di cui non hanno cognizione, agomenti di ingegneria o di geologia ...vorrei vedere creare una rete di professionalità in uno scavo (soprattutto di monumenti cosi, ingegneristicamente parlando, complessi)!!!

    Ad esempio, se c'è qui qualche ingeniere, mi può definitivamente dire se ha senso parlare di foro di scarico per quei "buchi" che sovente si trovano sopra l'architrave di ingresso del nuraghe?? ha senso da un punto di vista ingenieristico che ci sia uno scarico di forze sopra architravi di quei tipi???

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  3. Si, come dice Fabrizio manca soprattutto quell'umiltà socratica del sapere di non sapere.
    Confesso che ritengo che ritengo che l'unica cosa di certo è il fatto che i nuraghi siano stati astronomicamente orientati (sul quale comunque ogni critica è gradita) sul resto si possono fare solo ipotesi piò meno verosimili, ivi compresi i motivi per cui li abbiano astronomicamente orientati.
    In questo blog, che vorrebbe essere un luogo in cui si discute liberamente del senso dei nuraghi e della civiltà che li espresse, si potrebbe mettere in atto quell'approccio conoscittivo della discussione critica nata in Grecia.
    Insomma discutendo sulle diverse tesi, potremmo riuscire a capire quali sono (almeno alla luce dei dati finora noti) quelle meno verosimili e quelle assolutamente da scartare.
    Per tornare all'argomento di questo post cioè sulla polifunzionalità dei nuraghi, ritengo che polifunzionalità proposta da taluni archeologi sia priva di costrutto scientifico , recarmi al Santu Antine e sentire dalle guide che il nurgahe sarebbe un edificio polifunzionale dove si faceva di tutto e di più mi pare una idea all'antitesi della logica scientifica, un'idea figlia di archeologi che orfani del paradigma del nuraghe fortezza e che non potendo, per mancanza di umilta, dire, con 30 anni di ritardo, Pittau aveva ragione, si rifugiano in un percorso teoretico che non risponde a nessun requisito di scientificità.

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  4. Io chiaramente ho le mie idee. credo che i punti segnalati da Mauro siano la punta dell'iceberg.Parlerei però più di problemi derivanti dallla Scuola con un approccio antiquato ...che non dall'assenza di umiltà...;

    chiaro che poi i motivi di fondo che ho in mente coinvolgano pure il problema degli orientamenti con una sorta di ostracismo e scetticismo pregiudiziale, come accade anche per altri argomenti..

    ho postato nel fine settimana, la gente sarà al mare..diamo tempo e poi appena posso, posto il proseguo dell'articolo dove provo a spiegare le mie ragioni.

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  5. La possibilità che fossero polifunzionali va discussa!
    caro Dedalo, prendiamo Santu Antine del quale hanno parlato estensivamente gli archeologi Taramelli, Lilliu e Contu e poi Pittau e poi Zedda.
    Ora vi qualcuno che dice, ma non scrive, che sia polifunzionale, insomma era fortezza e tempio oracolare astronomicamente orientato in contemporanea, tu cosa pensi?

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  6. Cara "archeologia nuragica" (nick?)
    troppo gentile a scrivere cosa ne pensi caro dedalo dopo aver citato citato gente come Taramelli, Lilliu, contu pittau ed anche il nostro caro Zedda xhe si è fatto il mazzo tanto reperendo allineamenti ..(io no)...

    comunque se Le va, si dovrebbe creare un post a parte per il Santu Anitne. non merita proprio d'esser commentato in appendice ad un mio post. Anche il Losa ovviamente, io in realtà ho citato quel monumento solo per la muraglia aprotezione del suo villaggio.

    Se parte il post per il santu antine commenterò se poss. Se vuole può scriverlo Lei..oppure lo farò io (ma dovrà attendere molto temo) o qualcun altro...

    comunque certo, trovo molto interessanti nel santu antine questi elementi:
    1) senz'altro gli allineamenti del zedda.
    2) più ancora i pozzi (non me ne voglia l'amico zedda)
    3) i corridoi sovrapposti...

    il santu antine è il non plus ultra, almeno per adesso.

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  7. Ero io, caro Dedalo,

    non ti ho chiesto certamente di scrivere un trattato sul Santo Antine, ma siccome vi è chi dice che Santu Antine era reggia, fortezza, tempio, magazzino tutto assieme, chiedevo cosa ne pensavi di questo escamotage teoretico che dice tutto ma non dice niente.

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  8. Quelli muniti di cinta esterna erano edifici polifunzionali. Le torri singole avevano funzione originaria secondo il luogo nel quale erano edificate. Quelli nei quali le grandi pietre arrivavano da lontano erano certamente rivestiti di sacralità. Quelli assemblati rapidamente (bisogna osservare, tra gli altri parametri, la precisione degli incastri dei blocchi e la loro disomogeneità di grandezza) sono strutture che partecipavano, insieme ad altri edifici con i quali erano in contatto visivo e sonoro, al controllo del territorio.

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  9. Un altro piccolo contributo alla discussione posso fornirlo segnalando un articolo, per chi avesse voglia o interesse a leggere, che ho inserito nel mio blog a Marzo 2010 e, un anno prima, nel blog di Gianfranco Pintore:

    http://pierluigimontalbano.blogspot.com/2010/03/palazzi-sardi-multifunzionali.html

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  10. Caro Pierluigi,
    perchè non ci mandi un post in cui ci spieghi quale tipo di polifunzionalità avrebbero.

    Inoltre in quelli che pensi funzionavano da vedette di controllo, quanti guerrieri impegnavano?

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  11. Per il primo quesito cercherò di preparare qualcosa da inviarti Martedì, perché domani ho l'agenda fitta e non penso di riuscire a dedicare il tempo necessario. Comunque intendo un utilizzo civile, religioso e politico secondo il calendario della comunità; militare esclusivamente in caso di necessità.
    Per il secondo punto ritengo che due sentinelle fossero sufficienti.
    Una domanda: cosa intendi per guerrieri? Personalmente non penso proprio che le torri di avvistamento potessero essere occupate da guerrieri perché non avrebbero avuto scampo in caso di attacco da parte di un manipolo di malintenzionati. E' proprio per questo motivo che i nuraghe sono in contatto visivo fra loro.

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  12. dell'escamotage teoretico, penso che serva a dire tutto per non cambiare nulla.
    cmq tra poco ti mando la seconda parte dell'articolo in cui provo a rispondere anche a parte delle tue domande...attendo che qualche altro risponda...a questo. magari domani dopo il ritorno dal mare.

    il Santu antine ....io sono in attesa di leggere qualcosa sui pozzi di recente scoperta. sarei curioso di sapere se fossero silos, oppure, vene sorgive essiccate..

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  13. @ Sig. Montalbano
    dici:
    "Personalmente non penso proprio che le torri di avvistamento potessero essere occupate da guerrieri perché non avrebbero avuto scampo in caso di attacco da parte di un manipolo di malintenzionati. E' proprio per questo motivo che i nuraghe sono in contatto visivo fra loro."

    Una volta, visitando il castello (quella si fortezza) Di San Michele a Cagliari una guida mi disse che tutti i castelli sardi erano visibili l'un l'altro (come una catena) dalla punta sud della Sardegna alla punta nord (oggi più difficile visto l'inquinamento). Eppure i castelli medioevali in Sardegna non erano 7000...

    Anche circa i nuraghi nella costa (certo se qualcuno era lì, vedeva anche il mare...) rifletterei sul loro significato difensivo...

    Ricordo che il telescopio dell'antichità era l'orizzonte e l'orizzonte per eccellenza ce lo offre il mare. Un nuraghe sulla costa aveva una visuale perfetta per "allinearsi" con un solstizio oppure per "presidiare" la levata eliaca (vero momento d'interesse degli astronomi dell'antichità, legato al concetto di "ritmo" dell'armonia delle sfere)di qualche stella importante, senza colline o montagne che potessero ad un certo punto limitare la visuale...

    Anche una basilica di oggi, in caso di emergenza fornisce riparo militare, meglio che trovarsi in campo aperto (solo che il nuraghe mi darebbe più la senzazione di essere in trappola, angusto com'è e manco una porta per gli spifferi....)

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  14. Lilliu scrisse che i nuraghi fossero delle micidiali trapple per gli incauti nemici che si inoltravano nei suoi angusti meandri.
    Io sin dalla più tenera età quando giocavo alla guerra coi miei coetanei avevo (avevamo) capito che il nuraghe sarebbe stata una trappola per gli assediati, un luogo in cui gli assediati potevano stare ben chiusi dentro nel mentre gli assedenti prendevano possesso delle risorse del territorio in primis il bestiame.
    Insomma la teoria del nuraghe fortezza, è una teoria epidermica che non ha mai fatto una seria analisi degli spazi interno che caratterizzano i nuraghi.
    Una teoria ingenua che affidandosi alla forma del monumento, non ha mai fato i conti con le reali caratteristiche strutturali del monumento, una teoria che Pittau confutò in modo esemplare.

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  15. La polifunzionalità dei nuraghi, condivido il post, è una solenne stronzata! Posso solo pensare, che siano stati successivamente usati per funzioni diverse, ma pensare alla polifunzionalità mi sembra una categoria che si può assegare, oggi, ad un palazzetto, appunto polifunzionale, per far sport o mostre o raduni cittadini. è l'idea adattativa di Montalbano per cercare ancora di tener in vita il nuraghe-fortezza, madre di ogni sciocchezza!
    Laner

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  16. Caro Franco,

    Benvenuto tra noi!!

    cerchiamo tutti assieme di capire cosa i nuraghi potevano essere e cosa non potevano essere.

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  17. Finchè si continuerà a proporre l'idea difensiva circoscritta al singolo nuraghe non si capirà il mio discorso sulla difesa del territorio. I nuraghe costituiscono un sofisticato sistema difensivo quando sono ideati secondo una strategia di collaborazione. Per giungere al nuraghe principale (ossia quello polilobato con cinta muraria) gli assalitori avrebbero dovuto superare la prima linea, ossia i monotorre di avvistamento. Questa fase era semplice perché la difesa di un monotorre è praticamente ridotta alle capacità di qualche sentinella posta in un luogo dal quale non può fuggire e deve limitarsi ad avvisare le sentinelle dei monotorre circostanti. A questo punto il nuraghe principale ha la possibilità di raccogliere le forze e organizzare una difesa efficace (non certo all'interno del nuraghe) costituita da più livelli di arcieri, frombolieri, trappole e tutto ciò che l'astuzia del capo predisponeva. Per ultimi c sarebbero stati gli uomini con spade o armi per il contatto corpo a corpo.
    Continuo, comunque, a farvi notare che per attaccare un'organizzazione di nuraghe serve un motivo (oltre un buon esercito) e ritengo che sarebbe stato più semplice e redditizio compiere atti di banditismo nei villaggi, sistematicamente privi di mura.
    Vorrei chiedervi: siete proprio convinti che una fortezza avesse l'uso esclusivo militare? La mia logica impone che la pace regnava sovrana e l'unico problema era la difesa delle risorse (minerarie e alimentari). Le scaramucce fra clan confinanti erano risolvibili con scambi matrimoniali, commerci e collaborazione. All'epoca non mi pare che ci fosse qualche impero interessato alla Sardegna.

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  18. Caro Pierluigi,

    non stai per caso teorizzando che i nuraghi fossero fortezze simboliche?

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  19. sig Montalbano,

    A mio modesto parere continua a commettere un errore di fondo, mai nella storia ci sarebbe stata una simile edificazione militare, questo perchè gli strateghi di ogni epoca si sarebbero serviti al massimo di qualche centinaia di torri, collocate in altura e posti strategici avrebbero presidiato il territorio, comunicando magari con fuochi etc...

    Va bene (si fa per dire) l'idea di collaborazione militare, ma il numero di migliaia e migliai di torri è più che spropositato.

    Perchè accanirsi così in terorie che ormai sono superate? scusi ma veramente io qui vedo la paura di perdere un principio di fede.

    Inoltre dice che regnava la pace e che le fortezze potevano avere usi anche non solo militari visto che i nuragici non avevano grandi nemici e fra loro regnava la pace...eppure iniziarono costruendo, stando al suo ragionamento fortezze, di chi almeno inizialmente avevano paura?

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  20. Tutti d'accordo sul fatto che non si trattava di fortezze, mi sembra. Tutti d'accordo sul fatto che Pittau abbia avuto il coraggio e la capacità di smontare le funzioni militari, ed attenzione dico funzioni, peccato che non sia riuscito a proporre una valida alternativa funzionale. Anche lui si lascia andare a ipotesi opinabili, vedi esposizione dei defunti nei nicchioni di nuraghi arcaici, oppure esposizione di eventuali simulacri nella "nicchia esterna" dell'Orgòno. Parliamo anche di guerrieri e/o guardie in posizione sulle torri, sulle quali peraltro non vi è ancora accordo di come potessero essere costruite sulla sommità, potremmo stare a parlare a lungo di mensole/mensoloni, cupole/cupolette...
    Interessante il fatto che i nuraghi costieri si possano prestare meglio ad allineamenti e/o punti di vista all'orizzonte, ma quelli però, se penso a gruppi di tre nuraghi immersi nella vegetazione visibili solo quando ci arrivi sotto tra gli alberi allora come la mettiamo ? La tanto derisa polifunzionalità di questo post, che Dedalonur lo voglia o no, è dovuta al fatto che ancora tanto manca a risolvere i misteri, ahimè, ancora aperti sulle torri. I misteri ancora aperti su quella società, sulle tipologie di edifici e sui culti che si svolgevano. Laner ci dice che possono essere stati polifunzionali successivamente, si ma a che cosa ? A quale funzione ? Attendo con curiosità il proseguio del post.

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  21. Caro Fabrizio...ritengo che i miei post precedenti siano sufficienti a far capire il mio pensiero, ma temo che le parole che ho utilizzato siano state ascoltate al contrario. Il mio ragionamento di fortezze è ben differente da ciò che leggo nel post delle 13.17, infatti il sistema dei palazzi sardi prevedeva poco più di 40 nuclei principali (e non migliaia di torri difensive) ben distinti fra loro che controllavano politicamente tutto il territorio sardo.
    Si è avvicinato più Zedda quando ha scritto la parolina magica "simbolico", anche se avrei preferito "deterrente".
    Se regnava la pace...perché costruire fortezze ad esclusivo scopo difensivo? Evidentemente i palazzi, come ho scritto più volte, avevano prevalentemente altre funzioni, da quelle civili a quelle religiose, da quelle politiche a quelle di luoghi in cui conservare, gestire e ridistribuire le risorse. Erano i "luoghi della comunità", senza però dimenticare che quella nuragica era una società gerarchica. Ed era pacifica proprio perché nessuno si sarebbe mai sognato di rompere l'equilibrio che garantiva il benessere.
    Tutte le comunità potevano dedicarsi alla costruzione di queste poderose costruzioni (le più imponenti al mondo dopo le piramidi) perché in periodo di pace le risorse possono essere destinate a scopi civili.
    Il potere era gestito da capi che si servivano della spiritualità per tenere unita la comunità e per favorire l'avvicinamento agli dei tramite queste maestose costruzioni che, utilizzando la pietra, miravano verso il cielo.
    Allineamenti, orientamenti e tutto ciò che volete metterci in mezzo non mi interessa...i nuraghe vanno oltre questo simbolismo.
    I riti dell'acqua e del fuoco sono terreni, e i nuragici li praticavano in tutte le comunità, come potrà verificare chiunque legga qualche libro di archeologia scritto dall'Ottocento ad oggi.

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  22. @ anonimo 17,15

    I tre nuraghi sotto vegetazione...magari sono sotto vegetazione oggi, poichè in abbandono da circa 3000 anni, ma all'epoca non credo...

    Ovviamente gli allineamenti dei nuraghi nella costa si ottengono in un insieme inscindibile con quelli nell'entroterra, gli allineamenti per essere tali devono passare per più punti/nuraghi, altrimenti per un punto/nuraghe passano infinite rette.

    Dico solo che un nuraghe costruito sulla costa sarebbe un ottimo osservatorio astronomico(ricordo che a quell'epoca era l'interesse religioso per il cielo che portava a osservazioni scientifiche e metodiche) vista la visuale che offre dell'orizzonte (ad est o ovest etc, a seconda della costa), il vero telescopio dell'antichità per lo studio delle levate eliache.

    Questo per dire che non è matematica la funzione militare di vedetta di un nuraghe, solo perchè costruito in prossimita del mare

    @ Caro Pierluigi (ci diamo del tu?)

    ok ho capito meglio la tua idea, però devo continuare a notare che l'angustia degli spazi interni mal si presta all'uso che descrivi. Fuor di dubbio nei nuraghi complessi, ma anche i monotorre non hanno tanto la caratteristica del presidio.

    Un'osservazione,se diciamo l'assenza degli elementi di culto si può spiegare con la religiosità aniconica del periodo, quando divenne iconica tali segni emersero...

    come spiegare il fatto che, fin'ora almeno, non sono mai stati trovati reperti indicanti attività militari in un nuraghe??

    (tranne per le famose sfere, che non possono dirsi proiettili da lancio, per il semplice motivo che sono levigate per essere sferiche, e non v'è nessuna raggione militare per quel lavoro)

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  23. Le sfere ritrovate on sono proiettili da fionda (che senso avrebbe lavorarle per renderle perfette? Sarebbe sufficiente un sasso rotondeggiante!) e in ciò mi distacco "dall'archeologia ufficiale". Ciò che lanciavano i frombolieri era ogni oggetto contundente che capitava sotto mano, idoneo a provocare ferite ad eventuali nemici (ma ripeterò fino alla nausea che la società era pacifica). Le sfere trovate sono oggetti di culto ma non chiedermi quale culto...non mi interessa e non voglio approfondire, sarebbe O.T. (pensa a quante sfere si trovano rappresentate nella storia dell'arte, magari in mano alla Madonna o al Bambin Gesù).
    La religiosità in quel periodo era aniconica perché acqua e fuoco non si possono rappresentare.
    Direi che il toro, il sole e la luna (rovesciata o meno) sono quanto di meglio i nuragici potessero incidere o disegnare, ma i ritrovamenti si contano sulle dita di una mano. Diverso il discorso per l'ascia bipenne, ma questa rientra nelle tipologie simboliche conosciute.
    Non posso anticiparti una novità perché la presenterò ad un convegno fra due settimane, ma il simbolismo è nella pietra stessa, una sorta di derivazione dai menhir.

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  24. Dimenticavo...da tempo sostengo che una delle funzioni dei nuraghe costieri era celebrare il sole che scompariva (o che spuntava) dentro il mare. E' la rappresentazione del ciclo della nascita, vita, morte e resurrezione.
    Vedo che ti stai avvicinando alla mia concezione della società nuragica.

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  25. dai Pierluigi,
    fai l'anticipazione che chi ti ascolterà tra quidici giorni non è qui presente!

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  26. anonimo scrive:
    La tanto derisa polifunzionalità di questo post, che Dedalonur lo voglia o no, è dovuta al fatto che ancora tanto manca a risolvere i misteri, ahimè, ancora aperti sulle torri.

    mi perdoni caro anonimo, cosa avrei deriso esattamente?
    Se legge attentamente non ho deriso alcunchè, ne archeologi ne la "teoria". la polifunzionalità come ho detto ha un lato positivo. evita di far costruzini sul ghiaccio sottile. purtroppo non è resa in modo formale. questo vuol dire che s'aggancia ancora a dottrine pregresse, e non ve ne sono molte altre oltre a quella Lilliana.Ancora di più...questo vuol dire che soffre della morte delle dottrine pregresse, come in una sorta di ....crepuscolo degli idoli.

    proverò (sono argomenti complessi, ed io non sono archeologo, tengo a precisarlo) ad esporre meglio quest'ultime ragioni nel proseguo del mio post. se vorrà commentare per dirmi dove sbaglio mi farà pure un favore.
    purchè non si limiti a dire che io derido, visto che non credo di farlo..
    alla prossima.

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  27. Caro Pierluigi, idea che i nuraghi con vista sul mare siano fatti per osservare il sorgere o il tramontare del sole in mare mi pare una idea da innamorato romantico piutotsto che da studioso.

    Se si vuole discutere seriamente del rapporto dei nurgahi con gli astri bisogna andare al osservare come sono orientati.

    L'orientamento dei nuraghi monotorre e delel torri centrali dei complessi della costa orientale è identico a quello della costa occidentale.

    è quell'orientamneto dice che i nuraghi costuiti dai balari sono orientati verso il sorgere del sole al solstizi invernale, della luna al lunistizio meridionale e della costellazione del Centauro; mentre quelli costruiti dagli iliesi verso il sorgere del sole al solstizi invernale, della luna al lunistizio meridionale e verso il sorgere, culminare e tramontare della costellazione del Centauro.

    PS il confine tra balari e iliesi passava nel basso corso del fiume tirso, poi seguiva il suo affluente Arascisi sino alle vetta di Punta la Marmora, e da li prima seguendo l'alto corso del Flumendosa e poi il fiume Pelau arrivava sino alla costa orientale.

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  28. Rivolto a fabrizio, allo stesso modo in cui ciò che si trova ricoperto oggi da vegetazione, ciò che oggi non si trova ricoperto poteva esserlo 4000 anni fa.
    Rivolto a Dedalonur, la derisione alla polifunzionalità è venuta di rimbalzo all'accostamento fatto con la teoria militare Lilliana per la quale saremo certamente d'accordo nella derisione mostrata da Pittau nello smontarla. Se Lei ha colto giudizio critico nel mio scritto me ne scuso, sappia che il mio intervento ha il solo scopo di discutere in maniera interessata dell'argomento, se si può...

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  29. Anche qui anonimi, almeno per me! Quelli che sparano da dietro ai muri a secco!
    Quando scrivo che l'uso del nuraghe nel tempo ha avuto funzioni diverse, penso ai nuraghi che ho recentemente visto. Qualcuno usato come torre piezometrica, altri come porcilaie, in altri c'è una croce in cima. L'Is Paras veniva usato per controllare le greggi. In un nuraghe sono stati trovati resti di sepoltura e io stesso ho viste vacche morte. Il tema è: Cosa ha spinto i sardi a costruire i nuraghi? Questa è la domanda, molto, molto meglio della riduttiva domanda: A cosa servivano i nuraghi? Alla prima si potrà rispondere quando ci sarà più chiara la struttura socio-religiosa del nuragico. Alla seconda nessuno ha ancora dato risposta, perché la domanda è stupida!
    Laner

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  30. @ Mauro

    Leggendo il tuo libro non avevo colto che fra il campione che hai studiato ci fossero anche i nuraghi....vista mare...quelli in costa, troppe informazioni tutte in una volta, le devo assimilare bene.

    Proprio in base ai tuoi studi, la cosa aveva per me ormai il senso dell'ovvietà (lo so che non è molto scientifico...però i dati sono così lampanti)ma se hai studiato anche quelli allora è un dato di fatto, punto.

    Penso che quindi la discussione si debba spostare su altro, visto che gli allineamenti sono un dato, a meno che qualcuno non faccia uno studio e magari confuti, ma se non lo fa...

    ormai i dati che hai raccolto sono un punto da cui partire...non un punto di cui discutere.

    Insomma ci dobbiamo chiedere, perchè una civiltà decide di allineare astronomicamente i suoi monumenti ai solstizi, ai lunistizi e alla costellazione croce centauro???

    In oltre ti chiedo, so che non hai mai trovato allineamenti agli equinozi, la cosa la trovo veramente strana, non riesco a capire perche la civiltà nuragica sembra aver trascurato gli equinozi. Forse studi successivi su altri nuraghi non facenti parte del campione, però per ora anche questo deve prendersi come dato di fatto.

    Che tu sappia, anche presso gli allineamenti dei monumenti monolitici o ciclopici in europa esiste questo interesse per i solstizi e questo disinteresse per gli equinozi??? o è caratteristica nuragica??

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  31. Caro Franco, gli studiosi sono due tre secoli che si chiedono a cosa servivano i nuraghi, ti faccio notare che a mio parere Vittorio Angius (più di un secolo e mezzo fà) colse in pieno il loro significato, in quanto analizzo la questine secondo un approccio comparativo, argomanto sul fatto che non potevano essere case o fortezze per diversi ed evidenti motivi, e concluse che bisognava collocarli nella sfera del sacro.
    Poi è arrivato Taramelli e infine Lilliu che ha crato un vero e proprio dogma accademico, che seppur brillantemente confutato da Pittau ancora regge seppur co meno vigore di anlcuni decenni fà.
    Sono ben conscio che in scienza la soluzione dipende dalla qualità della domanda, insomma per arrivare ad una migliore risposta ci vuole la giusta domanda, forse la domanda: cosa ha spinto i nuraghi a costruire i nuraghi? è migliore del: a cosa servivano? ma se tu fai la domanda che proponi a Lilliu ti risponderebbe: la voglia di difendersi! altri ti direbbero c'era il bisogno di controllare il territorio!
    Insomma, Taramelli si è incartato a causa dello spirito del tempo in cui era inserito, Lilliu non ha avuto l'intelligenza per venirne fuori e i discepoli che ha formato e premiato si sono rivelati dei pedissequi ripetori delle idee del maestro o privi del coraggio intelletuale per confutarlo.
    Comunque si cercherà di analizzare fino in fondo tutte le teorie attraverso una severissima analisi critica.

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  32. Caro Fabrizio (a livello di orientamenti) sugli equinozi c'è qualcosa, ma non quanto sui solstizi e lunistizi.
    Il solstizio è riscontrabile fenomenicamente l'equinozio presuppone l'astrazione di inventarselo non esisste di per se.
    é verosimile che l'equinozio sia nato prima in cielo, cioè il Sole che percorrendo l'eclittica attraversa i punti intermedi solstiziali, nei punti in cui l'eclittica interseca l'equatore celeste (Guido Cossard se ci sei batti un colpo!!). Insomma sulla nascita del concetto di equiinozio c'è un intenso dibattito scientifico.

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  33. Caro Mauro scusa se insisto su questo tema...

    Circa gli equinozi anche se poco, lo possiamo considerare certo come per i solstizi? i dati sono scientificamente sufficienti?

    Sai qual'è il mio punto di partenza, per cui io sarei propenso al fatto che fossero conosciuti, però c'è il discorso delle prove, altrimenti si rischia di metafisica...

    Però se è vero il discorso simbolico del nuraghe quadrilobato del mio post....gli equinozi sono due pilastri su quattro...per cui devono essere conosciuti (definirei l'equinozio proprio come hai fatto tu, per quel meccanismo che aveva per gli antichui una forte simbologia religiosa che traspare dal mito)

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  34. Anche se è scarsamente rappresentato come orientamenti lo possiamo dare per certo (anche se in termini mentali diversi dei nostri) come punti speciali dell'eclittica.
    IL cielo era conosciuto palmo a palmo, e sapevano bene quali erano i punti in cui il nostro equatore celeste intersecava l'eclittica.
    Quei punti equinoziali erano noti, vai tranquillo, anche se in termini mentalmente diversi dai nostri.

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  35. avviso agli anonimi siete pregati di scegliervi un nomignolo, in modo da agevolare chi volesse riferirsi a ognuno di voi.

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  36. Anonimo ha scritto:
    Se Lei ha colto giudizio critico nel mio scritto me ne scuso, sappia che il mio intervento ha il solo scopo di discutere in maniera interessata dell'argomento, se si può.

    Sì che si può. scusi se ho preteso che puntualizzasse, ma viviamo in tempi un po grami. Se si utilizza una parola forte come "derisione", meglio puntualizzare.

    a presto.

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  37. Mauro, avevo scritto un commento al tuo discorso sulla domanda da porsi.
    Nel postarla è andata cancellata ed allora, a malincuore -nel senso che perdo tempo- riassumo ciò che ti avevo scritto.
    In sostanza mi chiedevo se anche Mauro non abbia capito la differenza della domanda “Cosa ha spinto i nuragici a costruire nuraghi” o "A cosa servono i nuraghi?" forse anche lui confonde gli effetti con le cause. Mi chiedevo allora perché abbia scritto “Paesaggio dell’archeologia..” se non per definire la società, la religione, ecc..
    Non si può pretendere di partire dal risultato, dall’oggetto per chiarire cosa servisse. Certo che l'oggetto è importante, ma assolutamente insufficiente. Già c’hanno provato molti egregi studiosi per non arrivare che ad ipotesi più o meno verosimili.
    Bisogna fare uno sforzo per reimpostare la questione, altrimenti non si cava un ragno dal buco. Ma che proprio tu non capisca cosa significa scambiare gli effetti con le cause, mi fa pensare che ogni tanto ti bevi il cervello, come ti è capitato con gli scalpellini assiri o l'Aristoi che ha realizzato le statue di Monte Prama, dopo aver scritto sulla società egualitaria...
    Ciao
    Franco
    Ogni tanto anche Mauro si beve il cervello!

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  38. Franco, guarda che l'aristoi non è un pensiero mio, riportavo il pensiero di Rendeli.
    Sul fatto che l'artigiano fosse un levantino lo ritengo credibile, che fosse un dono dato all'Aristoi no, visto che non penso agli Aristoi.
    Dire che una conferenza è interessante non significa condividerla in toto. Comunque sia è meglio lasciare ogni parere su Rendeli sino al momento in cui vi sarà qualcosa di scritto.

    Ma torniamo ai nuraghi tu dici che bisogna capolvolgere la domanda, forse hai ragione, forse per la risposta che ci siano dati la domanda "Cosa ha spinto i nuragici a costruire nuraghi" è migliore della precedente, ma ho fatto i miei sondaggi provando a porre la tua domanda e il risultato non cambia! Chi pensa alla fortezza mi ha detto: l'esigenza di proteggersi dal nemico.
    Dall'altro canto è vero che per capire il nuraghe bisogna capire la società che l'ha prodotto. Ma le due cose viaggiano assieme per capire la società è utile definire in quale sfera collocare il nuraghe (nel profano civile, nel profano militare, nel sacro, ecc.).
    Insomma credo che sia necessario sgombrare il campo delle idee assurde sulla loro funzione! Insomma il nuraghe non può essere una fortezza perchè non possiede le caratteristiche di fortezza! Altrimenti l'esigenza del sacro non vedo perchè sia una spinta più pregnante di chi invoca l'esigenza a difendersi!
    Cetamente sgombrato il campo dalla immane sciocchezza dell'idea del nuraghe fortezza! Collocati i nuraghi nella sfera del sacro, allora la tua domanda è assai utile (con una piccola aggiunta che nella tua restava sottintesa) : cosa ha spinto i nuragici a costruire tanti nuraghi! Questo è il vero enigma!

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  39. Cin Cin Mauro, custa orta cumbidu 'eu!

    Laner ha probabilmente ragione a sostenere che dovremo cercare di capire il “movente” che soggiace a quella che appare quasi un'ossessione dei nuragici, ed è evidentemente vero che alla prima domanda hanno provato tutti a rispondere senza peraltro giungere a conclusioni soddisfacenti. Anche Pittau, che ha dimostrato ampiamente a cosa NON servivano in nuraghi, non è poi riuscito a formulare una proposta altrettanto convincente sulla destinazione d'uso dei nuraghi. Ma, nonostante concordi sul fatto che Mauro di tanto in tanto si trinca la materia grigia scambiandola col suo cannonau, vorrei spezzare una lancia in suo favore sulla strategia da assumere. Tentare di rispondere alla domanda “principe” implica avere un’idea a “cosa servivano i nuraghi”, in altre parole, ci si pone la prima domanda quando in una qualche misura si è già risposto alla seconda che determina o condizione fortemente la prima. Perciò se ci concentriamo sulla prima domanda rischiamo di ridurre la discussione a pochi “iniziati”. È invece interesse nostro allargare il più possibile la discussione (vedi la piacevolissima sorpresa Sarigu!), siamo anni oramai che discutiamo tra di noi, avendo anche forse la presunzione di riuscire a dare una risposta accettabile sul “movente” che spinse i nuragici a costruire in tal modo. Credo che assieme ad un interesse personale per la materia, possa conciliarsi anche un interesse generale e di principio, che tradotto in termini pratici si riduce a dare a Cesare quel che è di Cesare: a Mauro il merito di aver dissotterrato, (così come fa un archeologo), il “documento”, il dato oggettivo, per poi restituire il tutto ai nuragici.

    Salute (e buon pro)

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  40. Buongiorno a tutti

    Leggendo i post che precedono ho notato un ambile e genuina passione in tutti gli scriventi.Che bella cosa!!!!

    A proposito dell' origine dei nuraghi credo che rimarranno vani tutti i tentativi di elaborare tesi circostanziate nel merito: tutte buone e tutte demolibili allo stesso tempo.

    Un contributo costruttivo, a mio modo di vedere,sarebbe quello di focalizzarsi sui singoli "sistemi nuragici",ovvero quell' insieme di strutture ubicate in una determinata porzione di territorio. Rivolgere la propria attenzione su una singola struttura e andarne a ricercare funzione e funzionalità sarebbe deleterio e fuorviante allo scopo di ricostruire realisticamente il suo reale impiego e scopo in erigendo:ogni struttura avrebbe uun suo perchè differente e ciò è dovuto alla sua collocazione (studiata ad hoc)rispetto al paesaggio.Appare certo che la tecnica costruttiva utilizzata per i nuraghe e il prodotto finale si prestino a una molteplicità di utilizzi.Di fronte ai polilobati complessi non può non notarsi uno sforzo in più rispetto a quelle strutture nate e morte come monotorre: il nuraghe "reggia" diventava il centro direzionale del comparto territoriale preso in considerazione,stabilendo dirette connessioni con altri ubicati in posizioni strategiche.Qusto sistema nuragico è inteleggibile da immagini satellitari a disposizione.

    Per questo è altri motivi ritengo che il primo incipit costruttivo maturo ,sia da ricercarsi nell' affermzione di sfruttamento sedentario e continuativo di un territorio da parte di una comunità.Il che non esclude nulla circa le attività praticate e praticabili al suo interno.Quando questa metodologia di "presa di possesso" del territorio si afferma,uno start up non indifferente,insieme ad una piena consapevolezza dei know ingegneristici a disposizione,si elaborano nuovi accorgimenti architettonici,un attenta manutenzione delle strutture ancora considerate utili e un contestuale abbandono ( a volte impiegando i materiali per nuove costruzioni) dei nuraghe non più utili.Al contempo alcuni nuraghe divengono oggetto di progettualità tesa al potenziamento e ingrandimento della struttura,specchio di nuove dinamiche sociali e economiche.Penso che il nodo fondamentale non sia tanto nel porsi il quesito"Cosa diavolo ci facevano dentro???" ma la domanda " Come diavolo era organizzata la loro vita fuori dal nuraghe???".Perchè ab origine non credo si possa parlare di divisioni in caste,classi etc etc, ma semplice divisione spontanea in ruoli e mansioni rispetto all' economia principale del gruppo.Ed i nuraghi nascono in quel momento, per poi moltiplicarsi in forme e modi ampiamente collaudati,fino a diventare simboli della civiltà nuragica.
    Saluti
    Faulas

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  41. @ Faulas,

    anche le tue sono osservazioni interessanti, ottime direi!
    Se un giorno hai tempo vieni ad Isili, ti mostrerò come sono ubicati i nuraghi della valle di Brabacierà.
    Una trentina di nuraghi ad un primo sguardo ti appariranno disposti in modo non dissimile da tutti gli altri nuraghi della Sardegna. Occupano infatti posti preminenti del paesaggio.
    Poi ti mostrerò dal vivo gli aspetti che ho messo in luce nel 1992 (nel libro I Nurgahi il Sole La Luna, e poi in altri libri e articoli),vedrai come sono allineati tra loro lungo linee che coincidono con gli assi solstiziali e lunistiziali.
    Scusa se ti dico che nessun studio serio sui nuraghi che volesse studiare i nuraghi di un dato territorio, dovrebbe fare a meno di cercare di capire se la dislocazione dell'insieme dei nuraghi compresi nel paesaggio (di cui cerca di capire le vicende che si svolsero nel periodo nuragico) rispondano ad un disegno astronomico.
    (comunque su questo a giorni posterò un articolo)

    RispondiElimina
  42. Grazie Mauro Zedda

    A breve mi ritaglierò del tempo e sarei molto lieto di avere una guida come te nella zona considerato che l' ho visitata ma oltre all' Is Paras non sono andato.

    Sottolineo che apprezzo lo spirito che anima i tuoi studi e le tue pubblicazioni anche se rimango un pò scettico circa i metodi dell' archeoastronomia. Ciò però non significa porre preclusioni aprioristiche ai contenuti che esprimi: lunistizi e solstizi erano ,anche a mio parere, i "ritmi" che cadenzavano la vita delle genti nuragiche.Questo però non giustifica l' esigenza e gli sforzi sottesi alla costruzione dei nuraghi.Esistono metodi più semplici e immediati per avere determinati "calendari" astronomici. Il "sistema nuragico" e il suo paesaggio fisico và prima osservato con gli occhi dello scienziato empirista;le informazioni ricavate andrebbero solo in quel momento corroborate da quelle messe a disposizione da studi come i tuoi.Le informazioni scientifiche rese da più discipline devono essere fuse e integrate tra loro per focalizzare distintamente l' argomento in discussione. Molto di quello che ho letto tende invece a essere un tentativo di autocelebrazione e ricerca di primogenitura di tesi,da parte dell' autore/i: la ricerca di visibilità accademica toglie molto all' istintività della logica che è alla base dell' intuizione!! (non mi riferisco a te,sia chiaro!!)

    Un saluto

    Faulas

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  43. Caro Faulas,

    cosa vuol dire che sei scettico nei confronti dell’archeoastronomia? Pensi che sia inutile fare ricerche archeoastronomiche nel mondo o che sia inutile farle in Sardegna?
    L’archeoastronomia è una disciplina a cavallo dell’astronomia e dell’archeologia che ci da importanti informazioni sull’astronomia antica, fornendo informazioni utili a ricostruire le spiritualità e le visioni del mondo dei nostri progenitori.
    L’archeoastronomia è una disciplina che si presta al controllo scientifico, assai più dell’archeologia dunque si dovrebbe essere tutt’altro che scettici verso di essa!
    I miei studi archeoastronomici sono perfettamente e controllabili, chiunque può se ha le necessarie competenze entrarci nel merito e verificarli o confutarli.
    Io non ho mai detto né scritto che il fine dei nuraghi fosse quello di essere osservatori astronomici.
    Il fatto che siano astronomicamente orientati e dislocati non implica che si tratti di osservatori astronomici!
    La piramide di Cheope non è certamente un osservatorio astronomico e credo che non lo fosse neppure Stonehenge e neppure Monte d’Accoddi, anche se tutte queste costruzioni presentano inequivocabili significati astronomici.
    Invece per un antropologo, archeoastronomo francese (Arnold Lebeuf) il pozzo di Santa Cristina sarebbe il più sofisticato osservatorio astronomico di tutta l’antichità mondiale precedente a Copernico.
    Sai perché non dovrsti essere scettico verso l’archeoastronomia? Perché è una scienza vera, una scienza in cui le tesi possono essere controllate scientificamente come è successo nel mio caso. Nel 1994 ho bussato alle porte del direttore del dipartimento di Storia della Scienza a Cambridge (dove si trattava anche di archeoastronomia) è gli ho chiesto che avrei voluto che sulle mie tesi si facessero dei controlli scientifici.
    Questi sono stati fatti ed i miei studi sono accettati da tutti gli archeoastronomi accademici d’Europa.
    Nel mentre gli archeologi sardi continuano a dormire.

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  44. Caro Mauro

    Non era mia intenzione sottostimare l'importanza dell' archeoastronomia e gli archeoastronomi.Il mio scetticismo deriva dalla mia formazione umanista.Del resto non posso entrare nel merito scientifico dei tuoi studi(apertis verbis) e conseguenzialmente criticarli:per quello mi son unicamente definito scettico...proprio per carenza di un armamentario di cognizioni nella tua materia. In ottima fede posso soltanto "credere" o "non credere" agli allineamenti che riferisci mettendo da parte lo spirito critico e la logica che utilizzo (con più cognizione) di fronte alle scienze "canoniche", di cui quantomeno non sono digiuno.
    Non ci conosciamo, ma posso assicurarti che con me non hai bisogno di citare le porte che hai bussato e ti son state aperte con un sorriso di condivisione verso il tuo lavoro. Mi è bastato leggerti per comprendere la buona fede e il tentativo di cercare risposte circostanziate in una materia i cui confini,ad oggi, restano arcani.Mio compito sarà forgiarmi in materia per poter avere un confronto dignitoso sul tema;ciò potrebbe avvenire anche leggendo quanto posti e ponendomi domande.Se la tua posizione sarà divulgativa non avremo nessun problema, a mio modesto parere.

    Un saluto pacifico

    Faulas

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  45. Caro Faulas,

    questo sito è nato per discutere criticamente di tutto quanto ha a che fare con la preistoria e la protostoria della Sardegna e del Mediterraneo.
    Ora se un chimico che studia la provenienza dei metalli ci dice che il rame dei lingotti ox-side è rame cipriota, noi non possiamo far altro che prenderne atto sino a prova contraria.
    é lampante che solo uno che ha possibilità di fare delle analisi chimiche sui lingotti ox-side ha la possibilità di verifica o di confutazione.
    Nel caso dell'archeoastronomia il ventaglio di coloro che possono entrarci nel merito è assai più ampio, ma per esperienza posso senz'altro dire che (purtroppo) gli archeologi sardi (almeno quelli con cui ho avuto a che fare sino ad ora) hanno notevoli difficoltà ad entrarci nel merito. Insomma non riescono a capire che una serie di quattro nuraghi (tra loro visibili) che giacciono sulla stessa retta che mostra un orientamento coincidente con una linea solstiziale o lunistiziale, indica che la dislocazione di quei nuraghi è stata fatta seguendo un criterio astronomico, a prescindere dal fatto che i nuraghi siano stati costruiti a distanza di un secolo l'uno dall'altro!
    Insomma l'archeoastronomia non è materia dove si può filosofare all'infinito tornando sempre al punto di partenza, forse potremo farlo sui motivi che spinsero i nuragici a orientare e dislocare astronomicamente i loro monumenti, ma il fatto che siano astronomicamente orientati è appurabile da qualsiasi persona che conosca la geometria.

    RispondiElimina
  46. @ Faulas

    srivi: "Il mio scetticismo deriva dalla mia formazione umanista.Del resto non posso entrare nel merito scientifico dei tuoi studi(apertis verbis) e conseguenzialmente criticarli:per quello mi son unicamente definito scettico...proprio per carenza di un armamentario di cognizioni nella tua materia".

    Scusami se prendo ad esempio quanto dici, tuttavia purtroppo qui vedo IL PECCATO ORIGINALE dell'archeologia (ti chiedo nuovamente scusa, non so se sei archeologo, però quello che dici lo trovo molto importante), il fatto che sia una disciplina umanistica/scientifica (fra l'altro la più sgangherata epistemologicamente, visto che il suo "esperimento" è irripetibile, un reperto non può scavarsi due volte) dove la parte umanistica prevale al punto da prevaricare quella scientifica...senza che alla base vi siano i minimi presupposti...

    non è studiando greco, latino, aramaico o sumerico... che puoi armarti per comprendere come furono costruite piramidi, nuraghi etc , benche sia fondamentale, ma non basta per affrontare certi "problemi", e ancora devo trovare l'archeologo che ammetta questo limite cosi palese... e quindi sappia fare RETE, come si fa in tante altre discipline, e rifarsi ad esperti di scienze che non padroneggia per chiedere l'aiuto che serve a capire.

    vigge la presunzione:
    a)di metter bocca in materie che non si conoscono (astronomia, ingegneria, geologia, senza neanche avere un'infarinatura scientifica...)
    B) di essere sciettici su qualcosa che non si conosce.

    Su qualcosa che non si conosce non può esserci scetticismo, ma solo un'ignoranza da colmare e una constatazione della stessa, e magari la volontà di colmarla.

    Qui si tratta di una DIMOSTRAZIONE MATEMATICA dell'esistenza di un fatto (gli allineamenti astronomici dei nuraghi come dimostrati da Mauro)... se qualcuno vuole criticare deve scendere (o salire ;-) ) a quel livello e li confutare...


    Tutte le critiche che sento fare fin'ora all'archeoastronomia, sono al livello della METAFISICA (si dice tutto e il contrario... le prove della confutazione sono optional... stessimo parlando di dio o del sesso degli angeli già già) nessuno che sia sceso al livello della scienza...per confutare una teoria/ragionamento scientifica.


    (scusate lo sfogo)

    RispondiElimina
  47. @ Faulas

    scrivi: "Esistono metodi più semplici e immediati per avere determinati "calendari" astronomici".

    questo è un non argomento, anche per affrescare la cappella sistina esistono metodi più semplici e facili (una passata di bianco), anche per seppellire un morto non c'è bisogno di una piramide(basta lasciarlo al sole...magari un pò in lontananza)...per pregare dio non c'è bisogno di una cattedrale (basta il flatus vocis)...

    potremmo andare avanti all'infinito...

    questo è quello che intendo per metafisica, cadere nel non argomento.

    La verità è che alla base di tutto ciò che ha fatto l'uomo di più nobile vi è una SPINTA IRRAZIONALE risolta razionalmente...


    I nuragici, costruendo nuraghi e allineandoli astronomicamente, non volevano trovare la soluzione più semplice all'uopo, come gli egizi con le piramidi....ma rispondere ad un impulso che è irrazionale (LA TRASCENDENZA) ma che si risolve razionalmente (il nuraghe è un gran bel monumento!!!)...

    Se vai a dire a un nuragico che bastava un palo per un allineamento...e come dire a michelangelo che se faceva la pietà la metà di volume, risparmiava sul marmo...

    suvvia...

    RispondiElimina
  48. @Mauro Zedda

    Preciso che non mi stupisce un allineamento astronomico legato al sole e alla luna nei nuraghi:ho già ribadito che che il sole e la luna scandivano i ritmi di quella gente e l' ossequio agli astri è fenomeno non circoscritto alla Sardegna.Quanto questo dato possa darci la misura della funzione primigenia e/l' evoluzione d' impiego dei nuraghi è quesito che lascio in mano a studiosi come te.Una volta che si appurerà "archeoastronomicamente" che detti orientamenti sono un dato generale, sarà un passo da gigante.Ad oggi, i risultati ai miei occhi non hanno nulla di "archeo" ( SE NON L' OGGETTO DELLA RICERCA) e tutto di "astronomico", e a tal proposito sei certo che di orientamenti stellari , nelle stesse location da te studiate, possa individuarsene uno solo? O volendo più di uno? Quesito da profano si intende.....

    @ Non sono archeologo.Non sono archeoastronomo.
    Quando ho scritto di "metodi più semplici per ottenere un calendario astronomico" parlavo di dati di fatto:metodi esistenti (appurati) e applicati nella Sardegna nuragica per avere gli stessi risultati. (Muravera-Is Calas/Cuili Piras).

    Anche per me i nuraghi sono opere d' arte:3500 anni fà sono stati eretti per rendermi affetto da Sindrome di Stendhal?? O andrebbe valutata la possibilità che pragma e intento metafisico andassero di pari passo per quei costruttori???

    A differenza della Cappella Sistina e della Pietà da te citate: sappiamo per certo chi e perchè si è dato da fare e che l' obiettivo prefissato era l' opera d' arte. Il rinascimento è fenomeno storico artistico che mal si presta al parogone ,seppur paradossale, che hai fatto.Allo scopo puramente metafisico da te propugnato oppongo il "pragma" che non poteva che caratterizzare scelte e azioni seppur nel rispettoso ossequio degli elementi astrali che già dall' epoca eneolitica era patrimonio della gente che abitava la Sardegna.Un patrimonio importante per tutte le culture megalitiche.

    Saluti

    Faulas

    RispondiElimina
  49. @ Faulas,
    il tuo commento viene postato anche in "A che serve l'archeoastronomia"

    RispondiElimina
  50. non son riuscito a seguire questo 3d; anche se tardivo arriva il mio quote per le seguneti parole di Fabrizio:

    Tutte le critiche che sento fare fin'ora all'archeoastronomia, sono al livello della METAFISICA (si dice tutto e il contrario... le prove della confutazione sono optional... stessimo parlando di dio o del sesso degli angeli già già) nessuno che sia sceso al livello della scienza...per confutare una teoria/ragionamento scientifica.

    come non quotare le parole sulle confutazioni metafisiche degli allineamenti? ...purtroppo è così. ma si prendono pure per buoni argomenti apparentementi scientifici come l'eterogenità degli orientamenti nuragici come se in tutti i tempi le varie civiltà non abbiano eretto monumenti verso varie stelle e direzioni. per non dire poi di altri strani argomenti legati alla non economia delle strtture, alla consegunete imbecillità dei popoli che costruiscono costruzioni orientate invece di piantare il classico palo...ed altre amenità che per fortuna ho letto sinora solo nel web legate ad alcune funzioni corporali..

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