di Mauro Peppino Zedda
La seconda parte dello scorso secolo l’interpretazione dei nuraghi e della società nuragica è stata dominata dal pensiero di Giovanni Lilliu che in questi termini si espresse: «Opere e giorni di piccoli popoli aggregati dal vincolo religioso e di sangue, che hanno superato lo stadio di società strettamente parentelare e hanno maturato quello tribale, con emergenza di un capo-eroe. Non ancora però una società con potere politico di stato, ma poteri diffusi nella comunità, centro del vero potere. Se il nuraghe suppone e pretende un leader, per così dire “amministrativo” e “tecnico” per la scelta del sito, la gestione della costruzione, la garanzia funzionale di controllo del territorio, la tomba megalitica continua a rivelare, in quanto tomba collettiva, il potere comunitario.» (Lilliu 1988).
Per Lilliu: «La storia della Sardegna (e quella in specie dei suoi popoli più remoti) non giunse al di là della storia del cantone, quando non si fermò alla storia del villaggio e dentro del villaggio, a quella del clan e, dentro del clan a quella del gruppo familiare. Le sue genti, come non riuscirono mai ad evadere egemonicamente dalla stretta dell’Isola, espandendosi verso altre terre, limitarono più spesso il loro mondo e le loro conoscenze alla minuta cerchia geografica d’un peripiano e d’un altipiano di poche miglia quadrate, vedendo nel rilievo tabulare fronteggiante a minima distanza quasi un regno lontano e diverso e nel solco vallivo interposto, percorso talvolta da un misero fiumiciattolo, una sorta di frontiera fra stato e stato.» (Lilliu 1988).
E conclude: «Il nuraghe è anche, e soprattutto, uno strumento potente e terribile di guerra, in cui i sardi esprimono le più sottili arti della loro intelligenza e del loro animo bellicoso. Le sezioni preistoriche dei musei sardi sono veri e propri arsenali di armi di ogni specie; e un enorme deposito segreto di armi sono gli strati archeologici non ancora dissepolti del sottosuolo nuragico della nostra terra.» (Lilliu 1988: 667).
Ma qualche pagina prima aveva detto: «Si coglie nel Bronzo finale, una forte impronta metallurgica alla quale concorrono modelli che arrivano da parti diverse del Mediterraneo e dell’Europa. Sono utensili e armi di bronzo di foggia caratteristica e di valore indicativo circa l’età che copre vari secoli. Anzi sono proprio questi oggetti che, per la prima volta consentono di riconoscere il vero tono del bronzo nella civiltà nuragica la quale, nei secoli precedenti al millennio, più che altro, a causa del raro apparire del bronzo ed anche del metallo in genere, era una civiltà della pietra in grande ritardo.»
Ben più profondi sono gli interrogativi che si è posto Ercole Contu sulla complessità del mondo nuragico: «Ma socialmente come era organizzata questa complessità? Come era in tal senso la divisione del lavoro? Chi provvedeva all’organizzazione? Chi raccoglieva i beni prodotti e si occupava della loro prima distribuzione entro l’ambito tribale o del clan? Chi si occupava degli scambi in ambito sardo insulare e fra la Sardegna ed il mondo mediterraneo? Come era la divisione del lavoro artigianale? Era l’artigiano (come sembra suggerire l’alta qualità di certi prodotti dell’architettura e della bronzistica) dedito a tempo pieno ad una sola specifica attività, mentre altri provvedeva al suo sostentamento? Erano liberi o schiavi tali artigiani ed in particolare gli operai dediti al pesante lavoro minerario? Infatti non per nulla, più tardi i Romani inviarono i loro nemici ad metalla proprio in Sardegna. Era una società governata da nobili e principi oppure da capi eletti temporaneamente fra gli anziani ed aventi ciascuno funzioni di primis inter pares? O si trattò comunque di caratteristiche che andarono modificandosi, col tempo, per propria interna evoluzione o per influssi esterni provenienti da Micenei, Fenici ed Etruschi? E quale era la posizione dei mercanti stranieri o –se c’erano- dei loro prospettori minerari in ambito isolano?
Di fatto - a parte quel che potrebbe essere indicato dal possesso, fonte e conseguenza di prestigio, di alcuni oggetti di importazione ai quali si è già accennato - non riesce agevole riconoscere, in ambito regionale, nel periodo in esame, altri elementi netti di chiara differenziazione sociale. Ci pare perciò che possa escludersi sia la presenza della schiavitù che quella di una nobiltà (àristoi), che pure altri studiosi hanno ipotizzato. Non appaiono tali elementi negli abitati né sono presenti nelle tombe. Quando una costruzione civile e militare o una costruzione funeraria presentano caratteri di maggiore monumentalità, ciò sembra solo da attribuirsi ad una funzione sociale collettiva. Il carattere generalmente austero ed egualitario di questa civiltà sembra confermato dagli oggetti, che sono di uguale semplicità ed uniformità in qualunque monumento o situazione archeologica si rinvengano.[…] L’assenza di nette divisioni sociali, specie se ereditarie, potrebbe essere legata anche al fatto, riscontrabile in ambito etnologico attuale, che ciascun gruppo umano, in cui l’insieme delle genti della regione era diviso, aveva una consistenza numerica piuttosto modesta; tale da non superare neanche i cinquecento individui e soprattutto da non raggiungere quel limite al di là dei quali in genere tali forme aristocratiche risulterebbero maggiormente ipotizzabili.» (Contu 1997).
Proviamo a discuterne?
1000 anni di storia da liquidare in un giudizio? Qualunque scelta fra le due proposte sarebbe un colpo a salve.
RispondiEliminaTi faccio una controproposta:
Nel secondo Millennio dopo Cristo (compreso oggi) che tipo di società abbiamo avuto?
Monarchia? Feudalesimo? Repubblica? Oligarchia?
caro Pierluigi,
RispondiEliminaNon si capisce il senso della tua obiezione. il tuo maestro Ugas è certamente sostenitore di una società elitaria anche se diversa da quella di Lilliu.
Se invece di discutere del periodo nuragico vuoi discutere del nostro tempo, posta un articolo nel tuo blog e ne discutiamo li, se trovo il tempo.
mauro peppino
Hai ragione, dal mio intervento non si capisce cosa volevo dire.
RispondiEliminaLa mia obiezione si fonda sul fatto che una società in 50 anni (o due generazioni) si evolve e può cambiare nel più profondo dei suoi concetti. Solo nel Novecento abbiamo avuto il ventennio fascista, la monarchia, la repubblica e ciò che c'è oggi...figurati cosa può essere accaduto in 1000 anni, ossia 40 generazioni. Posso affermare con certezza che quella società si evolvette e passò varie volte da una tipologia all'altra, anche pacificamente.
@ Pierluigi
RispondiEliminaCalare lo scorrore veloce dei nostri tempi nei tempi nuragici mi pare assurdo, comunque non affatto geloso delle tue certezze, ti chiedo di volercele illustrare, sono assai fiducioso del fatto che le tue certezze non siano prorio tali!
saluti
mauro peppino
zedda scrive:
RispondiEliminaIn Archeologia del Paesaggio Nuragico (2009), ho provato a fare una lettura diacronica, dividendo per fasi il periodo nuragico e cercando di cogliere i caratteri sociali di ognuna delle diverse fasi.
1) trapasso dal prenuragico al nuragico.
2) periodo in cui si moltiplica la costruzione dei nuraghi.
3) nella Sardegna ormai costellata di nuraghi appiono i pozzi sacri.
4) in concomitanza con accertati contatti panmediterranei riappare l'icononismo.
Ritengo che sia necessario rispondere a tutte le questioni, ma in questa occasione direi che sia meglio dare la priorità alle prime due questioni, perchè i nuragigi adottarono quel modello e perchè ne fecero un uso così grandioso?
saluti
mauro peppino
non ho il tempo, in questo momento per discussioni così impegnative. però qualche appunto me lo concedo:
RispondiEliminale tombe collettive non sarebbero segno di differenziazione sociale?
l'antropologia è riuscita a studiare società nelle quali la sepoltura collettiva era ancora in uso. ha trovato che questo uso dipende praticamente sempre dalla dipendenza dello status sociale individuale dalla genealogia o dal lignaggio.Per cui a tutti gli effetti quelle società sono ranked societies. Ancora di più: il fatto che l'affiliazione ad una tomba fosse giustificata dalla genealogia e dal lignaggio dimostra che le posizioni di prestigio fossero ereditarie.
Poi bisogna intendersi sui termini sono le tombe dei giganti tombe collettive? allora vale quanto sta scritto sopra fino a prova contraria.
ma Mauro più che come tombe collettive le intende come tombe di massa, a questa ipotesi si oppone per esmpio Fulvia lo Schiavo la quale affrma che le tombe dei giganti fossero troppo poco numersoe per sodisfare l'intera popolazione nuragica, che poniamo, si aggirava, all'apogeo intorni ai 200.000 300.000 individui.
Altro appunto al Contu: gli chiefdom, si affermano non solo a causa della pressione demografica. ma in funzione di determinate scelte e numerosi altri fattori. d'altrolde io letto letto lo chiefdom si si può affermare tanto in periodi di pressione demografica che di depressione demografica: cioè quando una data popolazione si trova al suo minimo storico.
certi schemaismi nel ragionamento dell'archeologo andrebbero superati. ve ne sono pure degli altri ma ora non tempo
ciao.
@ dedalonur,
RispondiEliminati rispondo su questo anche se la questione riguarda i commenti anche dell'altro blog.
Nel precedente commento ho proposto una strada, andiamo punto per punto e cerchiamo di immaginare la struttura sociale nelle diverse fasi che caratterizzano la società nuragica.
Ma tu ritorni allo chiefdom, sul quale del resto non esiste per il mondo nuragico nessuna teoria compiuta.
Avrei tante cose da chiederti: in primis quanti chiefdom c'erano e in che rapporti erano l'uno con l'altro?
saluti
mauro
Il sistema chiefdom è un sistema altamente competitivo, per sua natura un chiefdom tende ad allargare il suo dominio.
RispondiEliminaInsomma lo chiefdom che avesse avuto più risorse (in primis quelle minerarie) sarebbe riuscito a prendere il sopravento sugli altri e si sarebbe arrivati ad una monarchia.
Ugas si è accorto che il sistema di tutti contro tutti non è attendibile ed ha propsto un sistema simil feudale. Su questo (anche quando afferma che i nuragici avrebbero invaso l'Egitto)viene criticato dai vari Perra, Usai e compagnia cantante per essere uno che fa i voli pindarici.
é risaputo che non concordo con L'amico Giovanni Ugas, ma il modello di Lilliu che Perra e Usai riverniciano non è meno inverosimile.
La Sardegna nuragica mostra un policentrismo unitamente ad una "normalizzazione" dell'ordine sociale con non possono essere ascritti nè ad un sistema simil feudale nè ad un sistema competitivo di tipo a chiefdom, Ripeto se così fosse stato uno chiefdom avrebbe preso il sopravento su tutti gli altri creando una monarchia .
Direi che bisogna percorrere e valutare l'idea di una società tribale egualitaria con la sardegna nuragica composta da almeno tre tribù strutturare con un sistema di potere egualitario di tipo elettivo.
@ ci chiediamo dove sia finito il simpatico Faulas!
RispondiEliminaCaro Mauro
RispondiEliminail tuo d'impostare la distinzione tra chiefdom e tribù (scusami tanto) è troppo schematico e rasenta l'ideologia. crei l'equazione Chiefdom: guerrafondai... tribù egualitarismo pacifista.
mi psiace ma non funziona. anche le tribù possono essere alquanto guerrafondaie e pretendere il dominio sulle altre tribù; anch'esse possono effettuare guerre per la conquista dei beni economici: donne, armenti, terreni, risorse minerarie, o raid distruttivicontro pozzi, allevamenti, campi coltivati.
Se per es. avessero avuto l'esclusiva di una miniera di rame: cosa escluderebbe (nel senso di quale prova) che una tribù non possa usare tale risorsa per creare uno stato di sudditanza presso le tribù confinanti?
inoltre ci vorrebbe una analisi più diacronica: è ovvio che i nuragici del 1400 (quelli che erigono i
grandi pentalobati) non sono più i nuragici dei nuraghi a bastione. come del resto bisogna chiedersi se i nuraghi del 1350 (quelli che erigono i pozzi sacri) non abbiano conosciuto un ulteriore trasformazione sociale.
tu continui a citarmi Ugas, ma io non sono influenzato granchè da lui anche se apprezzo molto la sua analisi su Iroxi e il prenuragico bonnannaro da lui effettuata.
io proporrei di partire proprio dall'analisi della cultura bonannaro e del prenuragico perchè fu questa cultura a fornire l'imprinting al nuragico.
cmq come ben sai il ranked societies è un termine ambiguo che talvolta viene confuso con lo chiefdom, per questo ne ho parlato. una ranked societies... non è esattamente uno chiefdom ma qualcosa che molto le somiglia e che può tramutarsi in chiefdom a tutti gli effetti.Secondo me la differenza è più teorica che reale ma purtroppo dobbiamo utilizzare tali fallaci concetti perchè l'indagine archeologica non ha gli strumenti di quella antropologica. per descrivere il sistema di governo di una società.
Per le stesse tombe collettive esistono numerosi problemi nel determinare il rango degli inumati.
infine un altra precisazione: non è detto (mi pare sia questo il concetto chesta passando)che una società con tombe individuali sia di per sè più avanzata di una praticante l'inumazione collettiva. è solo differente la strategia di legittimazione: quando si usano le tombe individuali, o il lignaggio non è importante oppure è importante, ma non viene rappresentanto..ostentato.. nella deposizione funebre.
nelle tombe collettive invece come gia detto, è il lignaggio a contare: la discendenza legittima l'acquisizione di un particolare status. coloro che non possono vantare tale lignaggio sono esclusi dall'usufruizione del monumento e allo stesso tempo posseggono un rango meno elevato nella società vera e propria.
personalmente ritengo che la soietà nuragica sia partita da uno chiefdom semplice qual'era la cultura bonnannaro, di pastori guerrieri, per poi evolversi con sempre maggiori stratificazioni in tappe intermedie, sino al periodo aristocratico eternato nelle statue di monte prama.
Avrei da chederti dove sono le case e le tombe (gli unicum di monti prama e antas mi pare che siano collocati in luoghi troppo vicini ad insediamenti allogenei per poter essere considerati indicatori probamti del mondo nuragico) degli aristoi dell'età del ferro, ma non lo faccio ora torniamo alle origini del mondo nuragico.
RispondiEliminaA me pare che non vi siano i segni che possano attestare che quel mondo si sviluppo attraverso l'affermazione di un qualche chiefdom a discapito degli altri.
Viceversa mi pare che già dai tempi prenuragici doveva esistere una divisione in tre popoli ,ognuno dei quali organizzato secondo un modello tribale egualitario, insomma una serie di clan che eleggevano un primus inter pares.
In questo modello sociale il nuraghe deve essere inteso come il luogo sacro (astronomicamente orientato) che funzionava anche da status simbol dei diversi clan.
In questo schema le risorse minerarie, forestali e pascolative , sarebbero di proprietà di tutto dei tre popoli.
lo schwerpunkt (il centro gravitazionale e strategico) è un problema in effetti molto grave ma su di esso non abbiamo che ipotesi aperte.
RispondiEliminaa me puoi chiedere benissimo quali (e se ci fossero) siano le abitazioni di rango. intanto ti ho gia risposto nell'altro 3d come esistano chiefdom in cui il capo ereditario non si distingue dalla massa per abitazione o sepoltura, ma per tatuaggi, seggi ecc. si tratta dei chiefdom semplici.
quelli più complessi possono presentare residenze più "importanti": chiaramente la dimensione e la maggiore elaborazione della residenza è relativa alla cultura che la esprime.
perchè non prendere in considerazione per es. le "capanne pluricellulari"?
relativamente alle capanne nuragiche quest'ultime potrebbero essere capanne di maggior prestigio. che tali edifici non vi siano nel bronzo medio non inficia a sua volta la dimensione di chiefdom semplice. Ma va sottolineato come il bronzo medio sia per noi un buco nero...
monti prama è incastonata in un area ad alta densità nuragica.
ci furono contatti con i levantini senz'altro: micenei, pheleset, ciprioti infine..fenici.
ma che la paternità ideologica (quella produttivo artistica è altra cosa) sia nuragica, mi pare assodato dai modellini di nuraghe. dalla presenza nei pressi di monte prama di capanne nuragiche e forse un pozzo sacro.
la presenza di levantini può solo aver faclitato quell'espressione: uno chiefdom d'altronde nasce o si raffoza anche in conseguneza e funzione di contatti con altri chiefdom o società stratificate. Ma quelle statue sono espressione di un aristocrazia "nuragica" (qualcuno mi dirà post-nuragica..ma la sostanza non cambia): altrimenti avremmo statue di foggia esclusivamente micenea, pheleset, o fenicia.
così non è.
questi dati indicano chiaramente la committenza.
"A me pare che non vi siano i segni che possano attestare che quel mondo si sviluppo attraverso l'affermazione di un qualche chiefdom a discapito degli altri."
eppure la civiltà nuragica è l'unica, tra le culture preistoriche sarde, ad essere pan-sarda. nessuna prima di essa riuscì ad unificare culturalmente e così profondamente la sardegna ne la cultura ozieri, ne quella monte claro, o di filigosa.
chissà, forse quella: di bonnannaro che si trova sin nel sud della sardegna come al nord e in corsica. quella nuragica ne prese il posto e l'eredità. poi potrebbero essersi create divisioni in seno al mondo nuragico con costanti e repentini mutamenti dello schwerpunkt
caro Mauro non abbiamo la boccina di cristallo...
e questi scenari sono più che verosimili anche in regime di tribù. l'egualitarismo non frena la guerra più di tanto. anzi gli eguali sono spesso i camerati, gli omoioi.senza dubbio quelli di iroxi consideravano se stessi, omoioi.
L'egualitarismo di per sè ,è vero non frena la guerra .Sicuramente non garantisce la pace sociale, ma le risorse sufficienti, un numero limitato di individui(sicuramente legati fra loro da stretti legami parentali) in ogni insediamento abitativo ,credo non creassero le condizioni per generare scontri feroci fra gruppi, ma piuttosto a scontri fra singoli che venivano gestiti da qualcuno cui veniva riconosciuta una certa autorità. Mi scusi Dedalonur, ma nessuno possiede la sfera di cristallo o una macchina del tempo ,perciò tutte le ipotesi sono buone purchè non si continui a dire che i nuraghi fossero fortezze e che i nuragici fossero dei pazzi(?)dediti a combattersi l'un contro l'altro armati .
RispondiEliminaAndrea
Caro Dedalo
RispondiEliminaNon è certo a partire da Monti Prama che si può capire il nuragico.
Come indicatore è meglio osservare i pozzi sacri, l’unico luogo dove vediamo la deposizione di beni “preziosi”, chi è che deponove quasti beni l’aristoi o l’intera comunità del villaggio? Dove sono le tracce dell’Aristoi?
Sul fatto dell’uniformità culturale dell’Isola a me pare che, eccezion fatta per la presenza dei dolmen solo nella metà settentrionale dell’Isola, non mi pare che le differenze che presentano le culture prenuragiche siano maggiori di quelle che vi sono nel mondo nuragico.
Nel cap. 6 di Archeologia del Paesaggio nuragico penso di aver ben messo in luce che dal punto di vista stilistico architettonico esistono due sardegne nuragiche.
Una domanda nella tua idea di sardegna nuragica strutturata a chiefdom a quale scopo costruirono i nuraghi?
saluti
mauro
Se la società nuragica, almeno quella dell'ultimo periodo, fosse suddivisa in compartimenti ostili o meno l'un con l'altro, e di quale ampiezza, ce lo potrebbe un giorno dire uno studio accurato dell'idronomastica. Si sa che essa è tendenzialmente molto conservativa, e in Sardegna si riscontra una tendenza a denominare non interi fiumi (come una comunità sufficientemente collettiva, avrebbe realizzato) ma quei tratti particolari in cui vive una certa comunità. Così risuta che un determinato fiume di una certa estensione, o ha una comune denominazione generica per tutto il suo flusso (su fiumene, o su riu (mannu eccc.) oppure estremamente particolari. La cosa pare anche per l'antico. Secondo me si riscontrano dai primi approcci che ho fatto alla tematica, almeno due strati: uno che ci ricollega all'area ligure-piemontese-provenzale, e un altro d'area ogliastrina che ci rimanda all'area balcanica. Riguardo le tre tribù postulate oserei dire che saran state più articolazioni politico-territoriali che non linguistiche.
RispondiEliminasulla funzone dei nuraghi:
RispondiEliminaio da vari elementi sono spinto verso la funzione cultuale. di alcuni di questi elementi ho gia parlato nel mio articolo si tratta dell'irrazionalità del nuraghe (numero, altezza, dispendiosità della costruzione); poi esistono argomenti ad escludendum per altre funzioni come quella abitativa o militare. infine esistono indizi di cultualità, tra i quali gli orientamenti, in particolare dei polilobati.
D'altronde ciò non m'impedisce di pensare a funzioni accessorie (controllo, comunicazione) o eccezionali (fortificazioni per una guerra come forse al Losa).
Perchè però ho la presunzione di non cadere nella polifunzionalità che pure io critico?
perchè delle funzioni accessorie o eccezionali si deve ragionare solo partendo da un determinato nuraghe o da un cluster di nuraghi (funzioni eccezionali). entro le funzioni accessorie ricadono tutte quelle funzioni che non rescono a spiegare l'irrazionalità del nuraghe, la diseconomia nel costuire tante torri per funzioni che possono essere assolte in altro modo (tipo le famose vedette) o che possono essere escluse dagli argomenti ad excludendum (tipo quelli usati dal Perra contro i nuraghi abitazioni), e che non spiegano gli indizi di cultualità.
Insomma con questo modo di pensare disciplinato e ordinato, io raggiungo tale imperfetta concluzione...
Caro Alberto Areddu,
RispondiEliminasul fatto che alle tre parlate attuali Campidanese , Lugudorese, Gallurese corrispondessero in epoca nuragica tre differenti parlate che poi con la latinizzazine hanno dato esiti differenti è stato scritto da Walter Bellodi in Sardegna Mediterranea (rivista diretta da D. Turchi).
Secondo lui all'area dove si parla campidanese corrisponderebbero gli iliesi , i balari a quella lugudorese e il corsi a quella gallurese.
Dal punto di vista archeologico, ben sappiamo che i dolmen non sono prsenti nell'area campidanese, differenze troviamo anche nelle tombe di giganti (assenza della stele nella metà meridionale), e nei nuraghi (al nord sono con rampa in andito e al sud senza rampa in andito), altre differenze insistono nelle ceramiche.
Ti faccio notare che l'area ogliastrina è dal punto di vista genetico l'area che presenta la maggiore frequenza di aplogruppi presenti fin dal paleolitico!! Gli I1b2 che derivano dagli I1b balcanici, ma che dai balcani si sono mossi verso occidente non dopo il 15.000 a.C.
A me da non linguista, considearando i dati provenienti dalla archeologia e dalla genetica, parrebbe che ad un primo popolamento balcanico nel paleolitico superiore segui un nuovo arrivo nel mesolitico proveniente dall'Europa Occidentale (quello che ripopolò anche la Corsica che nel frattempo durante la glaciazione si era spopolata).
Dall'area ligure vi furono nuovi arrivi nel neolitico e da quella provenzale penso che provenissero quelli che portarono i dolmen.
Infine nel meridione del Isola tra il XIII e il VII arrivarono genti egeo-anatoliche.
@ Andrea e Mauro:
RispondiEliminal'esempio di chiefdom semplice da me citato si riferisce alla Polinesia. ma visto che mauro ha citato (forse imprudentemente) i germani, potremmo aprie una riflessione su di essi e su quanto ci riporta Tacito.
una società divisa in tribù, con capi elettivi, ma basata sul lignaggio, niente costruzionimonumentali: perchè gli dei non potevano essere imprigionati nei templi. niente tombe: semplici zolle ammucchiate per i capi e per gli schiavi.
la vera differnza sociale (archeologicamente irrilevabile) stava apunto nel lignaggio: esser nati in una data famiglia piuttosto che in un altra, dava l'opportunità d'essere eletti capi, o comandanti, e di fare la guerra (e distinguersi tramite essa). vogliamo parlarne?
Mauro continua a chiedersi ancora dove fossero gli aristoi nei nuragici. Se fosse appassionato di archeologia germanica piuttosto che nuragica, non avrebbe il minimo modo per parlare di aristocrazia germana sulla base dei soli dati archeo...tutto sarebbe profondamente "egualitario".
neppure i rapporti di parentela, frenano la guerra.
Quanto ai giganti di monte Prama: perchè da essi non si può leggere il nuragico? dai bronzetti si può o non si può leggere il nuragico?
sarebbe più corretto dire che da essi non si può leggere l'origine del nuragico. perchè questo tema si risolve nel prenuragico.
ma che dai bronzetti e da monti prama non si possa leggere l'ultimo afflato nuragico mi pare erroneo.
infine sullo chiefodm assente perchè non esistono segni di espansione o egemonia riprongo:
RispondiEliminala costruzione dei nuraghi non fu comandata ne dalla provvedinza ne dall'istinto innato dell'uomo. altrimenti avremmo nuraghi per ogni dove. ma da una cultura vittoriosa che riuscì ad imporre il proprio modello (perchè per il tempo il più avanzato o combattivo)a popolazioni prenuragiche che il nuraghe manco lo sognavano. fu l'unica cultura sarda a riusire in questa penetrazione radicale della sardegna. non vi riuscì ne la cultura d'ozieri, ne qualle a di monte claro 8confinata al sud) ne quella di filigosa.
solo quella bonnannaro mi pare presenti la medesima estensione nuragica dal sud della corsica al profondo sud sardo.
il punto è che non conosciamo ancora l'epicentro spazio temporale di tale espansione perchè l'archelogia ancora non lo ha individuato.
do per scontato che vi siano state successive divisioni entro il mondo nuragico,ma solo politiche, non culturali. è altrettanto evidente che esso fu comunque una koinè la quale si richiamava ad origini comuni: il che rimanda ad un demiurgo comune di tutti i nuragici. in genrale i diversi nomi tribali discendono dai figli, del capostipite.
Caro Dedalo,
RispondiEliminaquando dico che monti prama non deve essere eletto ad indicatore del nuragico non mi riferisco all'abbigliamento (che comunque parla del VI-VII-VIII e non del XV secolo a.C.) ma al fatto che la statuaria non è presente nel rsto dell'Isola e Monti Prama è troppo vicina a Tharros...
Il fenomeno costruttivo nuragico, torreano e talaiotico, devi vederli non come fenomeni espensavi di conquista di alcuni verso altri, ma come fenomeni costruttivi figli di contatti culturali.
Insomma non si tratta a mio parere di qualcuno che conquistra l'altro ma di qualcuno che copia l'altro, ovviamente copiando rielabora secondo il suo genius loci!
Insomma io vedo il modello "nuraghe" come un modello costruttivo che viene adottato da una popolazione già ben strutturata socialmente.
insomma tra la struttura sociale dei prenuragici e quelli dell'età del ferro non vedo tante differenze.
Se non nell'abbandono dell'aniconismo!
Del resto sono convinto che un modello sociale a chiefdom avrebbe dato esisti ben differenti del policentrismo che mostra il mondo nuragico.
Insomma un modello a chiefdom nel bronzo antico avrebbe prodotto (con quel surplus di produttivo che mostrano i nuraghi), una società simile a quella micenea e delle città capitali di stato.
caro Mauro,
RispondiEliminala statuaria in pietra non è presente nel resto dell'isola: ma la bronzistica che la riproduce fedelmente sì: è sparsa in tutta l'isola. Sono sparsi in tutta l'isola anche i modellini di nuraghe associati ai giganti.
"Il fenomeno costruttivo nuragico, torreano e talaiotico, devi vederli non come fenomeni espensavi di conquista di alcuni verso altri, ma come fenomeni costruttivi figli di contatti culturali."
perchè Mauro?
perchè, tu puoi parlare in tutta buona coscienza di colonizzazione shardana grazie all'ex oriente lux...per relativamente pochi cocci micenei levantini (mentre tutto il resto della ceramica, degli edifici, rimane di tradizione nuragica) , mentre a me "vieti" di parlare di colonizzazione quando osservo la colossale frattura che si verifica con la cultura Bonnannaro, dopo la quale, in Sardegna, tutto, ma proprio tutto, cambia?
Quanto alla questione talayot, sì li potrebbe esserci copiatura, imitazione perchè ci furono semplici contatti e gli edifici sono diversi.
Ma per il sud della corsica la musica cambia: le ceramiche bonnannaro e del medio nuragico sono praticamente simili e strettamente imparentate. le torri corse, Lanfranchi le definisce semplicemente, nuraghi. anche la metallurgia del sud della corsica è identica a quella nuragica del bronzo medio. quindi, lì si verificò probabilmente un moto di espansione colonizzazione: a meno che le genti bonnannaro non provenissero da lì.
"Insomma io vedo il modello "nuraghe" come un modello costruttivo che viene adottato da una popolazione già ben strutturata socialmente."
il modello nuraghe non è solo un fatto costruttivo ma ideologico e religioso. farlo abbracciare a genti che prima ignoravano e facevano tranquillamente a meno, del nuraghe e della sua ideologia religione, può essere solo il segno di una espansione e di una volontà politico religiosa capace di unificare la Sardegna: mentre prima non lo era affatto. è un dato.
"insomma tra la struttura sociale dei prenuragici e quelli dell'età del ferro non vedo tante differenze"
sono profondamente in disaccordo: quelli di Bonnannaro evolvettero: agli edifici che costruirono dobbiamo allacciare altrettanti stadi "evolutivi" sociali. Non posso ritenere che chi costruisse i nuraghi a bastioni fosse simile a chi non li costruiva...o che chi costruisse quest'ultimi fosse simile (se non per l'etnia ) a chi costruiva i polilobati e quindi i pozzi sacri: tra questi momenti ci sono sensibili iati culturali e probabilmente anche politici: mi pare di un evidenza solare.
"Del resto sono convinto che un modello sociale a chiefdom avrebbe dato esisti ben differenti del policentrismo che mostra il mondo nuragico. "
perchè ti muovi ancora entro la corrente evolutiva: bande, tribù, chiefdom, stato, impero.
ma questo filone è stato sottoposto a revisione: nessuno la pensa più così.
l'automatismo evolutivo per cui dallo chiefdom si debba passare per foza alla poleis o allo stato...è mitologica, un mitologismo direbbe qualcun altro.
la storia umana è troppo irrazionale per farsi incasellare in così facili sequenze.
trovo davvero stimolante il discorso e vorrei fare delle riflessioni con Zedda a partire dalla sua frase:
RispondiElimina"La Sardegna nuragica mostra un policentrismo unitamente ad una "normalizzazione" dell'ordine sociale con non possono essere ascritti nè ad un sistema simil feudale nè ad un sistema competitivo di tipo a chiefdom, Ripeto se così fosse stato uno chiefdom avrebbe preso il sopravento su tutti gli altri creando una monarchia"
rispetto al policentrismo all'interno di una sovrastruttura normalizzatrice come quello in atto nel nuragico:
1. non mi stupisce affatto pensare la sovrastruttura "normalizzatrice" nuragica (nel suo insieme) come esito dell'espansione di una chiefdom più antica che si regionalizza(Bonnannaro?).
2. il policentrismo è fenomeno che nasce in seno ad un corpo senza centro. Nella fattispecie quindi, nell'ambito di una crisi di centralità della chiefdom "normalizzatrice" primigenia, non mi sembra astruso registrare l'emergere di polarizzazioni di potere. Se le relazioni intercorrenti in presenza della chiefdom primaria funzionavano da freno alle relazioni conflittuali, nella fase successiva la pace o la guerra smettono di essere un fenomeno "nazionale" (semmai comarcale?).
per banalizzare, che ne è stato del suo impero il giorno dopo la morte di Alessandro? Ha smesso di seguire le regole culturali valide fino a quel giorno o ha cominciato a partire da quergli stessi confini culturali cammino policentrico?
(vorrei che il discorso vertesse sulla necessità che hanno gli uomini di isolare in periodi la storia piuttosto che su Alessandro Magno)
insomma, non c'è un problema di approccio metodologico?
Mattia Sanna
Caro Mattia Sanna, anche a me piacerebbe discutere della questione, direi però che invece di discutere in questo vecchio post (che i lettori frequenti non aprono più), sarebbe meglio aprirne un altro, mandami dunque un articolo alla mail archeologianuragica@gmail.com, lo pubblico e iniziamo una nuova discussione.
RispondiEliminasaluti
mauro peppino