di Alessandro Mannoni
Dal momento della sua apparizione la teoria del nuraghe/tempio, pur con tutte le sue diverse sfumature e varianti interpretative, è stata accolta e per decenni ignorata, avversata silenziosamente o liquidata sbrigativamente dalla quasi totalità degli esponenti dell’archeologia nostrana.
Una delle maniere più rapide e “definitive” per sbarazzarsi di essa è stata per lungo tempo sostenere semplicisticamente, come mi capitava frequentemente di leggere o di ascoltare, che i nuraghi non potevano avere una funzione templare perché i nuragici “i templi ce li avevano già: i pozzi sacri!”.
Fortunatamente ora che anche i più strenui difensori del modello militarista o civilista dedicano almeno qualche pagina dei loro lavori nel tentativo di confutare il modello del nuraghe/tempio tali ingenue affermazioni sono molto più difficili da trovare. Però spesso resta, non chiarita e risolta, la premessa interpretativa che dietro quella obiezione critica si nascondeva.
Gli inquadramenti cronologici attuali, anche quelli che restringono a pochi secoli l’attività di edificazione dei nuraghi, dimostrano infatti proprio il contrario di quel che l’osservazione dava per scontato: i pozzi sacri compaiono in Sardegna tardi, quando i nuraghi, a bastione e a torre perlomeno, esistevano già da alcuni secoli. Quindi per qualche centinaio d’anni, almeno sino a quando non hanno “inventato” il pozzo sacro, le popolazioni nuragiche avrebbero tranquillamente fatto a meno di costruire strutture religiose. Per citare Giovanni Ugas, nel suo lavoro “L’Alba dei nuraghi” egli ascrive con certezza al Bronzo Medio quali edifici di culto solamente il Tempietto di Malchittu ad Arzachena e il recinto a ferro di cavallo di Monte Baranta, che interpreta in funzione religiosa e non più difensiva. Anche la fonte di Su Runcu Mannu di Orroli, primo esempio vero e proprio di tempio delle acque – “se non è stata sottoposta a ristrutturazioni moderne” aggiunge Ugas prudentemente – viene attribuita a tale periodo, ma in maniera solo probabile perché l’attribuzione è fondata su basi unicamente formali e strutturali in quanto il sito non è stato ancora sottoposto a scavo. Le altre, rarissime, testimonianze di culto comprenderebbero solo luoghi naturali senza la presenza di edifici realizzati dall’uomo: le due fonti di Sos Malavidos di Orani e di Abini presso Teti, precedenti però l’edificazione dei templi a pozzo, la Grotta di Su Benatzu a Santadi e qualche altro anfratto dell’iglesiente.
Migliaia di edifici funerari, civili e militari frutto di un’ansia edificatoria tipica della civiltà nuragica, a fronte di ben.… tre templi, di cui uno molto incerto, due sorgenti sacre e qualche grotta: evidentemente la Sardegna viveva all’epoca un singolare periodo di “ateismo” diffuso! Che, però, inspiegabilmente non genera alcun interrogativo in buona parte degli studiosi che lo propongono! Anche Lilliu, che pure notava la stranezza: «nei tempi in cui si costruivano i nuraghi a unica torre, i monumenti di culto sembrano assai rari», non chiarisce l’anomalia se non rimandando ad una ricerca «lontana anni luce dall’essere compiuta» (La Civiltà dei Sardi, 1988, p.490), chiarendo però subito dopo di escludere il tentativo logico e consequenziale, viste queste premesse, di attribuire ai nuraghi la funzione di luogo di culto.
Ora un tal “vuoto” religioso potrebbe forse essere riempito o attribuendo ai nuragici di quell’epoca un tipo di religiosità del tutto priva di forme visibili, o ritenendo che la loro religiosità si esaurisse, tolte le pochissime eccezioni citate da Ugas, nel culto generale degli antenati svolto presso le tombe dei giganti, o attraverso il modello della polifunzionalità dei nuraghi, che farebbe di essi più o meno occasionalmente anche dei luoghi di culto.
Ora coloro che sostengono modelli alternativi a quello del nuraghe/tempio dovrebbero però chiarire come mai il percorso evolutivo della civiltà nuragica, alla fine del Secondo Millennio, proprio quando di nuraghi se ne costruiscono sempre meno per poi scomparire, conduce improvvisamente ed inaspettatamente i nuragici a decidere di rifarsi dei precedenti secoli di insensibilità religiosa attraverso una vera frenesia costruttiva templare, per cui si assiste in Sardegna a tutto un fiorire di edifici sacri di ogni genere: santuari, pozzi e fonti sacre, templi a megaron, capanne lustrali e cultuali, riutilizzo in senso sacrale dei nuraghi. Curiosamente l’obiezione prima inconfutabile - “se il tempio nuragico è rappresentato dal pozzo sacro a che serve l’inutile doppione del tempio/nuraghe?” - sembra a questo punto non essere più sensata: nella testa dell’archeologo ormai possono contemporaneamente convivere senza alcuna contraddizione, fatto prima improponibile, differenti forme di strutture architettoniche aventi tutte una funzione religiosa.
Ma avrebbe bisogno di un adeguato chiarimento anche il passaggio da una forme di struttura polifunzionale che divide la propria funzione tra il tempio, la casa, il magazzino, il fortino e via dicendo e l’improvviso moltiplicarsi sul suolo sardo di edifici specializzati per il culto religioso e per giunta particolarmente originali.
In effetti uno schema storico che vede la strana trasformazione di una civiltà nuragica guerriera, a questo punto di stampo quasi “laico”, tipica del Bronzo Antico e Medio, in una successiva civiltà addirittura “templare” (per usare un termine molto significativo adoperato se ricordo bene da Stiglitz nel corso di una visita guidata al Nuraghe S’Uraki di Uras) presenta elementi di contraddizione evidenti. In questo caso più che di “cambiamento nella continuità” all’interno della civiltà nuragica sarebbe meglio parlare di un vero e proprio capovolgimento rivoluzionario che si dovrebbe però spiegare e giustificare molto più estesamente ed approfonditamente di quanto finora non si sia fatto!
strana trasformazione.....in queste due sole parole è racchiusa l'assurdità del concepire una qualsivoglia cultura o solo religiosa o solo guerriera. anche perchè storicamente io non vedo casi in cui il Tempio abbia escluso la Caserma e viceversa.
RispondiEliminaIl postulato di tale schema storico si risolve in un ulteriore assurdità: quando la civiltà nuragica si trasforma in società templare, ed il militare-civile "scompaiono",si verificherebbe la decadenza nuragica.
una assurdità tira l'altra.
caro Dedalo spiegati meglio, stai forse dicendo che ci sono i nurgahi caserma e i nuraghi tempio?
RispondiEliminaVuoi insomma forse trovare una via di mezzo tra la teoria di Ugas (per lui son tutti caserme piccole o piccolissime che siano (avrei poturo dire grandi e piccole ma il termine grandi mi pare fuori luogo!)e quella di Pittau?
Ma per farlo in modo efficace bisogna chiarire quali sono i due modelli.
Nel Medio Evo vi sono sia castelli che chiese, ma gli uni sono perfettamente distinguibili dalle altre, ma nel caso dei nuraghi mi pare che non colgano quegli elementi strutturali che faccia pensare che vi siano due tipologie (dal punto di vista funzionale) di edifici.
Insomma nei castelli sono evidenti le differenze strutturali che vi sono rispetto alle chiese.
Mentre nei nuraghi mi pare di cogliere un unico anflatto.
Non credo che la dimensione possa essere utilizzata come indicatore di una differente funzione.
saluti
caro Mauro io non ho bisogno di trovare teori di mezzo tra quelle di Ugas e di Pittau. perchè nelle società, universalmente, vi è sia l'elemento guerresco che religioso.
RispondiEliminala vera storutra in realtà è stato concepire il nuraghe come tempio e i nuragici dei lotofagi, oppure i nuraghi come caserme e i nuragici, come pastori guerrafondai.
io desidero possedere un immagine obiettiva e complessiva del mondo nuragico e per riuscirci devo impormi di considerare tutti gli aspetti.
mi pare normale e ncessario, concordi?
ciao!
Caro Mauro perchè è bello e divertente scrivere nel web? per il confronto, e per riuscire ad essere influenzati da tutti e da nessuno.
RispondiEliminain altre parole io vorrei scegliere il meglio delle teorie di Ugas e Pittau per scartare il resto.
credo che chiunque agisca con tale obiettivo.
caro Dedalo,
RispondiEliminaCosa significa il meglio? Il meglio di Pittau è quello di aver dimostrato che la teoria del nuraghe fortezza è palesemente infondata! dunque mi pare inconciliabile con la teria di Ugas che postula che vi fossero 7000 capi (concetto ribadito anche sabato a Teulada con i nuraghi indicati come sede di capi e capetti e delle loro guarnigioni) e immaginando una trentina di guerrieri per capo (mediamente) avremo 210.000 guerrieri, "organizzati" (ovverossia sparpagliati) nel modo più assurdo possibile!
Aldilà delle risibili convinzioni di Ugas, non credo sia scientificamente (anche se pare sensato) corretto postulare che vi fossero i nurgahi tempio e i nuraghi fortezza, senza scendere nel dettaglio : quali sarebbero i nuraghi fortezza, quali elementi formali ci inducono a ritenere che si trattasse di fortezze?
Leggo sempre con grande piacere i vostri commenti e ogni tanto, da profano quale sono, vengo assai colpito dalle vistose contraddizioni che puntualmente vengono a galla in questo ed in altri blog. Mi spiego: ma è mai possibile che un popolo che ha fatto della lavorazione delle armi e dell’arte della guerra una vera passione, al punto da partecipare come mercenario in ogni conflitto esistente allora nel mediterraneo, non abbiano mai pensato di costruire una fortezza a casa sua!!??? …loro che le fortezze le assalivano e le distruggevano. Loro che ne studiavano i punti deboli per espugnarle. Loro che (suppongo) avevano nemici sparsi dappertutto nel Grande Verde?
RispondiEliminaSe i nuraghi non sono fortezze, …dove sono le fortezze dei nuragici? Perché avrebbero deciso di rinunciare a costruirle? Come difendevano l’Isola (Sardegna e Corsica) in caso di assalto esterno? Possibile che nel Mediterraneo avessero solo amici e …nessun nemico?
E poi che la tesi del Prof Lilliu, insigne archeologo, sia stata smontata dal Prof Pittau, insigne glottologo, mi suona assai strano: ….ma perché!! ….non esistono archeologi che siano in grado di farlo, bisogna per forza scomodare i glottologi per confutare le tesi di Lilliu? E se alcuni archeologi hanno smontato la tesi di Lilliu dei nuraghi fortezza, ….come hanno colmato la vistosa lacuna della singolare assenza di fortificazioni in Sardegna e Corsica? Quali erano, secondo loro, le fortificazioni dei nuragici?
Personalmente, da profano, io concordo con coloro che ipotizzano la polifunzionalità dei nuraghi, e nulla mi vieta di pensare che le loro terrazze ( purtroppo nessuna sopravissuta) fossero utilizzate anche come luoghi di culto, oltre che per osservare le stelle, per comunicare con altre torri, come punto di osservazione per il controllo del territorio circostante, come punto per colpire, da posizione vantaggiosa, eventuali assalitori.
Cordiali saluti, Pisineke
Signor Pisinike,
RispondiEliminami pare che lei non abbia letto il libro la Sardegna Nuragica di Massimo Pittau, dove la teoria del nuraghe fortezza viene confutata in modo magistrale.
Signor Pisinike sua idea dell'uso del nuraghe è un fritto misto formato fantasia che non ha niente a che fare con la scienza.
Dire che il nurgahe può essere tutto e di più, senza valutare con attenzione che non è indicato per certe pratiche è unìatteggiamento privo di scientificità.
Signora Archeologia Nuragica, per ammissione dello stesso Pittau, gli archeologi dicono di lui che ...''scrive piuttosto bene'', e sembra di capire in questa ammissione …..che oltre non vanno.
RispondiEliminaLa scientificità non è una concetto che si usa a senso unico e per di più a proprio uso e consumo. La scientificità o è valida per tutti, o non è valida per nessuno!! Cosa c’è di scientifico nel libro di Pittau? Forse le sue affermazioni sono frutto di attenta analisi di reperti rinvenuti ? sono per caso il sunto di estese campagne di scavi effettuate in ogni dove sull’Isola? Mi sembra proprio di no!
Intuire invece che il nuraghe poteva essere utilizzato per molteplici scopi, mi sembra la cosa più plausibile, tenendo conto anche del fatto che tale costruzione nasce, si adatta , si evolve nel giro di svariati secoli, interessando svariate generazioni di sardi le cui priorità, in un dato contesto e periodo, erano ben diverse dalle priorità della generazione che per prima iniziò l’edificazione.
Cordiali saluti, Pisineke
@Pisinike,
RispondiEliminacosa intende per "Intuire invece che il nuraghe poteva essere utilizzato per molteplici scopi, mi sembra la cosa più plausibile".
Seguendo la sua logica, lei di fronte ad una chiesa gotica, direbbe che potrebbe essere utilizzato come granaio, come ricovero per il bestiame, per viverci, ecc. ecc.
In scienza (almeno in quella popperiana) esiste il criterio di demarcazione e di falsificazione se una idea non si presta a poter essere falsificata non è una teoria scientifica.
Mi spieghi dunque nella sua idea di polifunzionalità quali sarebbero i criteri attraverso la quale può essere falsificata.
Forse più che Popper avrebbe dovuto citare il criterio pragmatico di Larry Laudan, il quale, assunte le conseguenze dell'inefficacia e della contraddittorietà del concetto di maggior verosimiglianza, arrivava a concludere semplicemente che: 1) una teoria viene escogitata, in un dato momento della storia della scienza, per risolvere i problemi che in quel momento storico sono centrali nel dibattito scientifico; 2) che la teoria scientifica migliore è quella, che in un dato momento storico, risolve più problemi e i problemi all'epoca più importanti.
RispondiEliminaE mi spieghi Lei invece per quale ragione i nuragici avrebbero dovuto rinunciare a costruire luoghi fortificati! Visto che i nuraghi non erano fortezze, quali erano invece le fortificazioni entro le quali si rifugiavano in caso di pericolo imminente per la loro esistenza?
A meno che lei non sostenga che i nuragici erano privi di nemici, da qualche parte si dovevano pur rifugiare in caso di attacco.
Cordiali saluti, Pisineke
Egregio Pisinike,
RispondiEliminai due punti che lei attribusce a Luaden (che non conosco) mi trovano d'accordo, a patto che la si applichi con criterio!
Nel suo commento delle 11.16 lei mi pare dell'avviso che trovato un qualsivoglia bisogno umano , i nuragici lo espletavano nei nuraghi.
Insomma vi è il bisogno di protezione (ecco il nuraghe) , vi è il bisogno del sacro ed ecco il nuraghe, vi è il bisogno del magazzino ed ecco il nuraghe, vi è il bisogno .... ed ecco il nuraghe.
Non credo che la funzione del nuraghe la si spieghi mettendoci dentro qualsivoglia bisogno!!
Lei mi dice come i nuragici si proteggevano, io le faccio notare che i villaggi nuragici sono privi di strutture difensive e che i nurgahi sono inadeguati a quello scopo.
Se per lei sono adeguati alla difesa è pregato di spiegarcelo, ma la prego, non porti a sua prova il bisogno della difesa!
Insomma dire che il nuraghe serviva per difendersi perchè cìera il bisogno di difendersi è una idea che vale qaunto chi asserisce che i nuraghi sono aeroplani perchè c'era il bisogno di volare!!
Scusi l'esagerazione, ma è per rebdere chiaro che non è con l'elenco dei presunti bisogni che attribuiamo ai nuragici che si possono formulare teorie serie sui nuraghi.
cordiali saluti
Archeologia Nuragica
Ehia, ma gira e rigira lei non risponde alla mia domanda principale! Gliela riassumo: per quale ragione i nuragici avrebbero dovuto rinunciare a costruire luoghi fortificati! Visto che i nuraghe non erano fortezze, quali erano invece le fortificazioni entro le quali si rifugiavano in caso di pericolo imminente per la loro esistenza?
RispondiEliminaInsomma, c’erano o non c’erano fortezze nuragiche? E perché un popolo di abilissimi guerrieri, dimostratisi altresì abilissimi architetti,…perché non avrebbero dovuto mettere questa seconda loro abilità al servizio della loro vera passione, per la quale erano famosi e conosciuti in tutto il Mediterraneo, e cioè l'arte della guerra?
Gli archeologi indicano una teoria coerente: in base alle evidenze da loro analizzate parlano di guerrieri e parlano di fortificazioni, e le due cose coesistono logicamente.
Trovo molto illogico invece togliere ai guerrieri nuragici le loro fortificazioni senza provare scientificamente che tali fortezze…..fortezze non erano.
Non sta a me, che non sono archeologo, spiegare perché sono inadeguati alla difesa. Diciamo che tra le due teorie, quella formulata da Lilliu e quella formulata da Pittau, credo di più a quella di Lilliu e dei Lilliani i quali, ampliando le ipotesi di utilizzo dei nuraghe, non rinunciano all’idea che comunque fosse utilizzato come fortezza.
Quanto alle varie ipotesi di Pittau, quella dell’affumicamento la trovo semplicemente comica.
Saluti, Pisinéke
(P.S.: basta così, volevo solo esprimere il mio punto di vista. rispetto naturalmento il suo, ma io la penso diversamente.)
A pisinike ho risposto, nel post sugli ingressi dei nuraghi
RispondiEliminamauro peppino
Difficile rispondere con sicurezza a cosa potesse servire un Nuraghe. Certo è che aumentare il numero delle destinazioni d'uso da parte degli studiosi è un po' come assicurarsi di aver avuto ragione quando la verità salterà fuori..a qualcosa sarà pure servito quindi perché non elencarne il più possibile? Parlo da semplice osservatore,Sardo, non ho nessuna competenza in materia di ricerca archeologica, quindi potete anche cestinare subito il mio intervento. Il mio pensiero è che se questi Sardi erano così temibili guerrieri e viaggiavano abilmente, chi glielo faceva fare di star lì a rotolare le pietre in tutta la Sardegna? Non sapevano come scaricare la tensione? E poi temibili com'erano da chi si dovevano difendere e soprattutto perché non concentrare la difesa sulle coste ed attaccare direttamente i nemici in mare vista la loro potenza navale?? E ancora cosa cercavano i popoli che ci aggredivano...una semplice vendetta non giustificherebbe la navigazione fino alla Sardegna dei terribili guerrieri, con la quasi certezza di essere annientati. C'era un motivo davvero più che valido per costruire questi Nuraghi, che poi dopo fossero stati convertiti ad altri usi è sicuro ma quale era l'idea iniziale...? Ciao a tutti, e buona ricerca!!
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