di Fabrizio Sarigu
Il tema che vorrei trattare con voi in questo post riguarda il possibile significato simbolico dei nuraghe, soffermandomi però su una tipologia particolare, quella dei nuraghi composti quadrilobati, come tipica rappresentazione dell’universo.
Il nuraghe quadrilobato si caratterizza per la presenza di quattro torri poste agli angoli di una sorta di quadrato ed una quinta, molto più grande, posta al centro. Questa rappresentazione iconica è diffusa in tutto il mondo, in ogni luogo rappresentante sempre lo stesso significato, il kosmos nell’unione cielo e terra.
Il discorso però potrebbe essere più complesso e anche racchiudere conoscenze che non tutti sarebbero disposti a riconoscere agli antichi, raffinate conoscenze di carattere astronomico. Il nuraghe quadrilobato sarebbe la rappresentazione del piano dell’eclittica, che il mito antico nominava con termini “tecnici” diversi, pur indicando sempre lo stesso oggetto. Il mito si riferisce all’eclittica con varie allegorie simboliche, come le mura di una città, oppure il labirinto, ma per quanto riguarda i nomi solitamente si usavano termini quali: terra “piatta”, “vera”, ”quadra”, “di mezzo”(si, quest’ultimo caso ricorda il signore degli anelli, che è un sunto del mito nordico, quindi di cosa volete che parli se non di astronomia?).
Questa nomenclatura ha infatti favorito una confusione di significati, per cui i più sostengono che l’idea che la terra è una sfera sia un’acquisizione relativamente recente e che questa idea fosse invece sconosciuta agli antichi. Dall’analisi comparata del mito di numerosissime civiltà nel mondo (grazie al contributo del grande De Santillana), benché lontane nello spazio e nel tempo, è però possibile individuare un linguaggio tecnico mediante il quale gli antichi astronomi tramandavano, sotto forma di memotecniche, le loro conoscenze in modalità “segreta e iniziatica”. L’analisi di questi miti può aiutare a comprendere questo linguaggio.
Anzitutto sfatiamo vecchie concezioni, come sottolineava già Aristotele, tutte le popolazioni (ivi compresa quella nuragica) che avevano interesse scientifico/religioso verso il cielo ed il nostro satellite in particolare, non potevano non notare che l’ombra del nostro pianeta sulla superficie lunare è curva (la famosa mezza falce) in oltre osservando l’orizzonte, una nave appare alla vista prima grazie all’albero, poi allo scafo. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi ma è evidente che questi aspetti non potevano non essere notati. Forse il popolo poteva anche essere tenuto all’oscuro di certi particolari, ma chi faceva dell’osservazione una professione sacrale non poteva non notarli.
Quindi cosa intendevano gli antichi quando parlavano di terra piatta?. La terra “piatta”, era il termine con cui si indicava il piano dell’eclittica, terra perché “abitata” dalle potenze divine planetarie (cani di Persefone come gli chiamava Pitagora), che svolgevano le loro evoluzioni avendo in sottofondo le 12 costellazioni. Da una posizione e concezione geocentrica dell’universo, l’eclittica appariva come una tavola (la tavola che Zeus rovesciò nel mito di Deucalione, scatenando il diluvio, poi vedremo cosa significa), nella quale come detto si muovevano le divinità planetarie, sole, luna ( i nodi draconici) e inoltre era un mondo/dimensione abitato dagli esseri dello zodiaco (il nome è indice della concezione “vivente” sottostante).
La dea madre, Demetra (letteralmente madre terra), sicuramente è una sorta di rappresentazione allegorica del nostro pianeta come madre che partorisce la natura, ma la stessa immagine è, al contempo, sovrapposta anche all’altra terra, quella piatta. Due esempi possono aiutare a capire. Il primo è il mito di Uranos e Gaia, dove Uranos (la parte maschile del cielo indicata dal piano dell’equatore, le stelle fisse) mediante il suo pene (asse della terra) era unito a Gaia ( la parte femminile, il nostro pianeta, ma anche il piano del’eclittica). Tuttavia, Saturno con la sua falce evirò il padre. Il mito ha lo scopo di dare ragione dell’obliquità dell’eclittica, inclinata di circa 23,27 gradi rispetto all’equatore celeste, attraverso l’allegoria dell’evirazione dell’asse terrestre. La terra e l’eclittica sono rappresentate entrambe dalla figura della dea madre, perché se l’eclittica non fosse inclinata sarebbe sovrapposta al piano dell’orizzonte/ equatore celeste, quindi le due terre coinciderebbero, la nostra e quella degli dei. Fra l’altro quest’inclinazione è causa della precessione degli equinozi e quindi (anche per Platone) dell’origine del tempo. L’altro esempio, forse meno nobile, ci è dato da una favola comune, ma che da l’idea del limite oltre il quale riesce a spingersi il messaggio del mito. Anche Biancaneve è una dea madre, chi o che credete che sia il principe AZZURRO???, che però non ci si riferisca proprio al piano terrestre, alla semplice natura, ce lo indica un dettaglio, il fatto che i nani siano 7. Infatti i numeri 5 (i cinque pianeti visibili), 7 (cinque pianeti visibili, più sole e luna) e 9 (cinque pianeti visibili più sole e luna più i due punti draconici) sono numeri associati all’eclittica, e non può essere finito la per caso quel riferimento. Biancaneve è accompagnata da 7 nani/pianeti.
Premesso questo, l’eclittica è sempre stata considerata avente 4 punti fondamentali, i due solstizi e i due equinozi, dai quali partono rispettivamente il coluro solstiziale (cerchio massimo passante dai solstizi e dai due poli dell’eclittica) e il coluro equinoziale (cerchio massimo passante per gli equinozi e i due poli dell’eclittica). Osservando il tutto come dire dall’alto in modo che l’eclittica appaia come un cerchio, i due coluri appaiono come linee che si intersecano nel punto del polo nord (o sud) formando la croce e dividendo il piano in quatto spicchi di 90° ciascuno.
A sua volta, l’asse dell’eclittica è l’asse cosmico, giacchè identifica due punti, (il polo sud e nord dell’eclittica) che sono gli unici punti FERMI (sempre secondo la prospettiva geocentrica) dell’universo, attorno ai quali tutto ruota, compreso l’asse della terra (propriamente l’asse del piano dell’equatore celeste) poiché lo spostarsi del polo nord terrestre rispetto alla polare è uno degli effetti della precessione.
Questo piano veniva spesso rappresentato con quattro torri/pilastri (terra quadra) posti ai vertici di un quadrato raffiguranti i coluri, mentre il pilastro/torre centrale rappresenta l’asse centrale, il perno intorno a cui tutto ruota.
In tal senso il nuraghe quadrilobato sarebbe del tutto simile per simbologia rappresentata ad altri edifici come ad esempio Santa Sofia ad Istambul, per tanto si configurerebbe come una simbologia della concezione che le genti nuragiche avevano dell’universo. Sempre per questo motivo sarebbe possibile ipotizzare che questa tipologia di monumento nuragico fosse oggetto esso stesso di culto, come può esserlo una rappresentazione della divinità, in quanto in un certo senso proprio di rappresentazione divina si tratta.
Che dire: superlativo! caro Fabrizio sei grande!
RispondiEliminaSono curiosissimo di sentire il parere di Cyrano e Laner che al significato simbolico dei quadrilobi ci lavorano ormai da un decennio!!
Per proporre un significato simbolico verosimile si dovrebbe spiegare cosa rappresentano, oltre i quadrilobati, anche i monotorre, i trilobati, i pentalobati e così via. Leggerò volentieri le varie interpretazioni, soprattutto se indicheranno il motivo della moltiplicazione delle torri e la costruzione di muri di collegamento che non seguono la circolarità.
RispondiEliminaCaro Pierluigi ,
RispondiEliminaai monotorre assegna lo stesso identico significato simbolico dei menhir, ribadisco identico!
Per i trilobi Pittau pensò ad una triade divina, e del tre oltre a parlarne Pittau e Lilliu ne parla anche il tuo maestro Ugas.
Pe non parlare poi del Losa e del Santu Antine le cui torri periferiche sono perfettamente incardinate lungo gli assi solstiziali
Per i pochissimi pentalobi si potrebbe pensare a degli antropocosmi (cosa di cui ho accennato anche in Archeologia del Paesaggio Nuragico).
Ma tornando sul post veramente formidabile di Fabrizio Sarigu, a proposito del conoscere la sfericità della Terra, devo dire che io sull'argomento sono sempre stato assai prudente, ma in un recente convegno, presente Arnold Lebeuf (antropologo, storico delle religioni, archeoastronomo) ad una persona che gli ha chiesto se secondo lui i nuragici sapevano che la terra fosse sferica, ha risposto: certamente perchè no? adducendo la stessa spiegazione di Sarigu!
Specifico che il pozzo di Santa Cristina è per Lebeuf il più sofisticato strumento astronomico dell'antichità mondiale, di tutta l'antichità mondiale precedente Copernico!
Mauro grazie, sei troppo gentile...
RispondiEliminaPierluigi, provo a tentare una risposta.
Circa il pentalobato avrei un'altra idea, anche se qui mi sento come dire meno sicuro... Però ve la propongo ugualmente e vediamo che ne viene fuori..
Premetto già che il discorso ha senso se si accetta l'idea che il pentalobato sia il tentativo di realizzare un pentagono, che a logica dovrebbe essere regolare e solitamente non lo sono, però vediamo un pò.
Il pentagono è il simbolo di venere, e con esso la stella a cinque punte, lo so che il pentacolo è associato alla magia e in particolare al diavolo, la verità è che è un simbolo antichissimo di natura venusiana, diventato simbolo demoniaco quando con la nascita del cristianesimo i vecchi culti vennero trasformati in demoniaci per screditarli, Baal sappiamo tutti chi è ma è anche il nome di un diavolo, satana deriva da set etc... insomma il meccanismo è chiaro.
La ragione per cui il pentagono è associato a venere (e anche il numero 5 e 8) è astronomica.
5 volte in un ciclo di 8 anni avviene che venere si levi eliacamente. Così vengono marcati 5 punti nell'orizzonte (con segni di sottofondo diversi)secondo l'ordine del loro succedersi. Si forma così un pentagono/pentagramma (quasi perfetto) che ruota di 2 gradi (ogni punto dei 5) ogni 8 anni. Facendo due conti si può anche calcolare quanto un punto del pentagono ci impieghi a ritornare al punto di partenza (una volta stabilitolo)percorrendo i 360 necessari.
Anche altri pianeti fanno cose simili, mercurio ad esempio crea allo stesso modo un triangolo, irregolare però, anche se con tempi diversi.
La peculiarità di venere è che la figura emergente è quasi regolare. Questo, inutile dirlo, parve agli antichi la mano dell'ordine del creatore sul cosmo, da qui l'assoluta importanza di venere (che fra l'altro è il pianeta e l'astro in genere più luminoso).
Poichè sempre il mito ci dimostra che queste conoscenze erano conosciute (a chi di dovere ovviamente) achi osservava il cielo, forse il nuraghe pentalobato (sempre se siamo d'accordo che trattasi di un pentagono) è un monumento in onore a venere e quindi una rappresentazione cosmica, così come il quadrilobato lo è dell'eclittica.
Ripeto è un'idea, vediamo se può andare...
Caro Fabrizio, le cose che dici sul pentagono, sul 5 e sull'8 a proposito di Venere sono esatte, 5 cicli sinodici di Venere corrispondono esattamente a 8 cicli del Sole attorno alla Terra, meno due giorni. In pratica i cicli sono quasi perfettamente sincronizzati nel breve periodo.
RispondiEliminaTu proponi di applicare questa armonia cosmica al nuraghe Arrubiu, bene, come sappiamo attorno al pentalobo vi è il cosiddetto antemurale con altre torri, se le torri di questo fossero 8 la cosa sarebbe anche più interessante.
Vado e le conto!
Dal libro La vita a Nuraghe Arrubiu (Cossu et altri 2003), a pag. 82 parrebbero 7 o 8 , appena posso vado ad Orroli a verificare di persona.
RispondiEliminaVedi quanto è importante il confronto... all'ante murale non ci stavo pensando...
RispondiEliminaPosto questo sito, c'è una piantina più o meno chiara del complesso...(scorrere la pagina verso il basso..
( http://www.comuneorroli.it/sito/arrubiu.htm )
diciamo che sicuramente sono 7 (M, L, I, H, P,O, N) in effetti ci sarebbe anche la 8 (torre U) che sembra far parte dell'antemurale anche se sembra essere inglobata in modo diverso, o forse no...
Purtroppo il tempo ha fatto la sua opera, effettivamente sarebbe necessario un sopralluogo...
Ci siamo recati al Nurgahe Arrubiu, ed abbiamo constatato che l'area compresa tra le torri U, M e N è ancora da scavare, quandi non è possibile stabilire se la torre U fosse raccordata alle M ed N.
RispondiEliminaAllora bisognerà aspettare... Stavo leggendo e dice che gli scavi sono bloccati dal 1996 per carenza di fondi....non so se sia ancora così...
RispondiEliminaHo un altro dubbio. I polilobati sono stati costruiti con un progetto unitario già dall'origine? Potrebbe essere che in alcuni periodi la religiosità era più sentita e si ristrutturavano, si orientavano con maggiore precisione e si allineavano secondo direttrici particolari?
RispondiEliminaMi spiego meglio. Se trovassimo all'Arrubiu (ad esempio) i conci di giunzione fra la torre centrale e le torri laterali, potremmo affermare se il progetto prevedeva effettivamente 5 torri laterali o no.
Il nuraghe Su Mulinu è nato com torre singola. In seguito sono state aggiunte torri, bastioni e altre strutture. Chi ci dice che questo non sia avvenuto in periodi ben precisi di "rivoluzioni" religiose?
I canoni finora emersi (ma è possibile che ne emergano anche degli altri) sono : sono dislocati sul territorio secondo allieamenti coincidenti con le linee solstiziali e lunistiziali, ve ne sono anche equinoziali ma sono poche ed il fatto è doppiamente interessante, in quanto comprova che la frequenza di quelle solstiziali e lunistiali sia intenzionale.
RispondiEliminaComunque sia gli allineamenti equinoziali seppur non sono significati in termini di quantità lo sono in termini di qualità (cfr Archeologia del Pesaggio Nuragico)
Poi vi è l'orientamento degli ingressi dei monotorre e delle torri centrali e su questo ho già detto ieri o avanti ieiri in altra stanza.
Poi vi è l'orientamento delle torri periferiche dei nurgahi complessi che risponde alla seguente regola: tutti i nuraghi complessi hanno almeno una linea tangente alle torri periferiche oreintata col sorgere o col tramontare del sole o della luna ad un solstizio o lunistizio.
Poi vi sono i nurgahi concepiti astronomicamente tipo il Losa e il santu antine. Nuraghi cioè dove la forma è figlia di un pensiero astronomico.
Il fatto di esistere nuraghi come il Losa e il Santu Antine schiude le porte all'idea di cercare il significato simbolico dei nuraghi.
Ora trovate le regole, vi sono anche le eccezioni! trovare che il 95% dei nuraghi segue un criterio significa che c'è un criterio, ma significa pure che c'è un 5% che non lo segue!
Può darsi che quel 5% avessero una funzione che ci sfugge.
RispondiEliminaPer esempio conosci i duos nuraghes di Borore, sono due monotorri a 50 metri l'uno dall'altro uno ha un orientamento perfettamente canonico, l'altro completamente anomalo, ha un azimut di 25°.
RispondiEliminaL'orientamento è rivolto in direzione del Monte Santu Padre il rilievo più importante della zona, ritengo probabile che la torre a del duos nuraghes fosse orentata verso quel monte per motivi non casuali ma che ci sfuggono (poteva essere una sorta di montagna sacra, una sacralità che è rimasta anche nel suo nome).
Non c'è alcun "concio di giunzione" all'Arrubiu-Orroli tra torre centrale e quelle aggiunte, contrariamente a quanto riportato in qualche pianta.
RispondiEliminaLa frase "progetto unitario" deve essere riferita esclusivamente alle torri laterali e alla cortina che le unisce.
Diana O.
Cara Diana, che la torre centrale sia coeva al pentalobo lo afferma l'archeologa che l'ha scavato, cioè Fulvia Lo Schiavo.
RispondiEliminaComunque nel tentativo di capire l'eventuale significato simbolico del nuraghe , non cambierebbe nulla se il pentalobo fosse stato impiantato attorno ad un preesistente monotorre.
D'altro canto non credo che sia necessario comprendere l'eventuale significato dei 2 o 3 pentalobi esistenti in Sardegna per poter disquisire dei significato simbolico dei diffusissimi quadrilobi.
PS se lei volesse scrivere dei post per spiegare quanto afferma , e che mi pare fuori tema con questo post , è la benvenuta.
Cara Diana, che la torre centrale sia coeva al pentalobo l'ha scritto l'archeooga che l'ha scavato, Fulvia Lo Schiavo.
RispondiEliminaMa se il pentalobo fosse una successiva aggiunzione su un monotorre, a riguardo dell'analisi del suo significato simbolico nulla cambierebbe.
Comunque se vuole dire qualcosa a propostito dlele fasi costruttive che hanno caratterizzato l'Arrubiu mandi pure un post.
@Archeo.Nur.
RispondiEliminaCertamente che non cambia nulla.
Ma offrire una spiegazione a un dubbio non mi è parso troppo OT.
Non è un problema se l'ha detto la Lo Schiavo.
Anche se l'avesse detto chiunque altro avrei preferito dar retta ai miei occhi e ai rapporti stratigrafici.
Posso?
Fine OT.
Per l'articolo, grazie per l'invito, vedremo.
Diana O.