di Franco
Laner
Uso il
lessico medico per un caso di insuccesso. Pertanto la parola aborto sta a
significare l’interruzione scultorea delle due statue gemelle venute alla luce
durante la ripresa degli scavi nel sito di MP nel 2014. L’interruzione della
gestazione è stata probabilmente causata
da una gravidanza patologica, quindi l’assegnerei ai parti naturali e non
terapeutici, quelli, per intenderci, praticati artatamente.
La grave
patologia, che colpisce soprattutto i
marmi di poco pregio scultoreo, come gran parte delle rocce calcaree, si
manifesta non appena siano sollecitate a trazione. Resistono molto bene alla
compressione, ma alla trazione, che si ingenera quando sono inflessi, la
resistenza è minima. Tale resistenza si abbassa soprattutto se prima di essere sollecitato
l’elemento è stato percosso iteratamene da colpi di subbia inferti durante la
fase di sbozzatura, perché si creano microfessure che favoriscono l’innesco
dell’energia di frattura.
In compenso
sono facilmente lavorabili.
Le due
creature sono state trovate per terra. Supine. Molti indizi fanno pensare che
non siano mai state in piedi, anzi, proprio al tentativo di metterle in piedi
per procedere alle finiture, ascrivo la causa del collasso delle parti più
sottili e quindi deboli, perché si sono create sollecitazioni di trazione.
Comunque, ma col senno di poi è facile da dire, poco male: sicuramente non
sarebbero potute mai stare in piedi, a meno che non fossero state provviste di
stampelle o altre protesi mimetiche**.
Anche
l’eventuale trasporto o collocazione definitiva non sarebbe stata facile, a
meno di non imbracare come un salame la creatura per evitare la flessione e
quindi la trazione.
Non ho altro
modo per spiegare la vulnerabilità che con la scheda allegata.
Con alcune
semplificazioni e conteggi, lo schizzo serve per quantificare l’ordine di
grandezza della vulnerabilità. Niente infatti, meglio dei numeri, consente di
valutare e quantificare l’assunto, pur da tutti facilmente intuibile, visto lo
sbilanciamento del bubbone. Ma non cambia molto nemmeno per gli arcieri,
pugilatori e guerrieri. I problemi per queste tipologie sono diversi, perché
arti e oggetti si discostano troppo dal tronco. I due gemelli invece, se non
fosse stato per lo sbilanciamento abnorme dello scudo avvolto, potevano aver
successo, perché sono colonnari, senza parti a sbalzo. Lo scudo avvolto è così
definito perché i gemelli molto assomigliano al bronzetto di Vulci, trovato
nella grotta di Cavalupo. Anche in questo caso penso che la terminologia serva
per identificare subito di quale pugilatore si tratti, non quello dello scudo
in testa, bensì quello con lo scudo avvolto.
Mi auguro
che gli schizzi della scheda siano intelligibili e anche i fenomeni
schematizzati e quantificati. La didascalia è un “romanzo”: serve anche a me
per ricordarmi i passaggi. Il tutto
suppone che la statua sia stata ricavata da un unico blocco calcareo,
piedistallo di base incluso. Si potrebbe pensare ad altri artefici per
l’attacco a terra, visto che i gemelli non hanno piedi, ma anche gli altri
altrettanto disgraziati fratelli hanno avuto le caviglie o le gambe
traumatizzate all’attacco col piedistallo durante la gestazione e non vedo ragione
per pensare che i gemelli non avessero lo stesso attacco a terra!
Si fa strada
una facile ipotesi: se non potevano stare in piedi, o comunque sarebbe stato un
equilibrio precario e instabile, non sono mai state abbattute perché non sono
mai state messe in piedi.
Di solito
infatti non si fa il corredino all’aborto. Si prova caso mai a rifare la
creatura. Ma se poi la maledizione si invera ed itera, il progetto di avere
discendenza viene accantonato!
No, no. Qui
di pezzi finiti ne sono stati trovati e molti! Scusa, pezzi? D’accordo. Ma una
statua finita intera? Se sono un bravo scultore e ho bisogno di altri (direi
bottega, che è un concetto moderno, ma rende) che mi aiutino a fare più di una
statua di diversa tipologia devo insegnarlo. Per far ciò faccio vedere come
deve venire scolpita una testa, la finitura di un torso, la mano che tiene
l’arco e altri particolari. Forse c’era bisogno del consenso del/dei
committenti e i particolari andavano mostrati.
Ci provo con
un particolare difficile, un arco. Viene, ma cavoli, addio alle proporzioni,
una corda sottile me la sogno…e così la
spada. Non parliamo dello scudo in testa. Togliere tutto quel pieno per
lasciare il sottile scudo è impossibile. E se facessi lo scudo a parte e poi
glielo attacco? Con cosa? Avessi almeno un trapano: bucherei il corpo e il
braccio, caccerei poi un perno di bronzo nei buchi e bloccherei il tutto col
piombo. Il piombo c’è, ma il trapano no!
Oppure?
Senti, ne ho piene le scatole, o mi lasciate fare delle varianti ai modellini che
mi mostrate, o ci rinuncio. E’ impossibile fare una statua uguale al bronzetto!
C’è un’altra
questione, veramente carogna. Nemmeno Galileo ha fatto bella figura ragionando
nei “Dialoghi…” di proporzionalità fra carichi e dimensioni strutturali! Il
problema va sotto il nome di “cambio di scala” e fra bronzetti e statue non è
facile passare da 1 a 10, mantenendo le proporzioni dirette, specie con un
materiale come la pietra che ha proprietà assolutamente diverse dal metallo.
Un
particolare per tutti: almeno un piede delle statue fosse stato messo più
avanti all’altro, anziché entrambi in linea. Macché, piedi con o senza sandali,
sono tutti in linea. Le masse, rispetto al baricentro, avrebbero avuto un pelo
d’inerzia in più. Coi piedi in linea reggono meno ad eccentricità frontali o
tergali. Mentre è più difficile ribaltare la statua con spinte laterali.
Il progetto,
bellissimo progetto, di realizzare in grande scala le figure dei bronzetti, è
stato anche la causa dell’insuccesso.
In tutto ciò
c’è del male? Assolutamente no! Ogni progetto importante trova ostacoli. Spesso
si superano, con la perseveranza e con nuove idee. Cos’è il progresso se non
una storia di gradini sulla cui pedata qualche volta si è costretti a fermarsi?
Non si sono
trovati, dopo l’insuccesso, altri tentativi per superare le difficoltà, invero
insormontabili se si ci ostinava a non cambiar strada.
La storia
della statuaria di MP non ha un precedente e nemmeno un conseguente. Manca una
“scuola” che pure c’è per la bronzettistica
La batosta e
lo spreco di risorse sono stati tali che nessuno ha voluto riprovarci. E magari
sono cambiate anche le condizioni socio-politiche ed economiche.
Penso che
non sarebbe stato comunque facile superare le difficoltà, nemmeno se avessi
avuto il marmo pario, con cui sono stati realizzati i kouros, statue di giovani
anche più grandi di MP (fino a 6m) per le necropoli greche più o meno coeve
–VI-VII-VIII secolo a.C. con le statue di MP–
o l’abilità di Fidia o Prassitele. Nemmeno Canova avrebbe potuto col biocalcare
gessoso di MP fare una copia in scala 1:10 dei bronzetti. Invece l’avrei potuta
fare anch’io, ma di metallo! O con un bel sostegno in più e con sbalzi molto
più contenuti.
Fuor di
favola: le statue di MP sono state un episodio, senza un prima e senza un dopo
storico in qualche modo documentato. Si possono rintracciare precedenti di
statuaria in Sardegna, qualche testa taurina, una stele aniconica, ma
lontanissimi parenti del nostro oggetto. Il progetto era ambizioso, convincente
e pensare ad una necropoli, ma anche solo ad un tempio adornato con alcune
statue di pietra, con la carica emotiva, storica, eroica che i bronzetti hanno
in sé era non solo lecito, ma oserei dire doveroso, per l’epilogo del nuragico.
Viene
allestito il cantiere, ci sono le maestranze arrivate da..?, si lavorano le
pietre, per le colonne e capitelli, conci per basamenti e muri; i più bravi
sbozzano le statue, alcuni si esercitano sulle parti più delicate e a sbalzo,
ai lavori di ornato e finezza. Cominciano le difficoltà. Ogni piccolo successo
fa i conti con disastri. I committenti mugugnano, sospendono le provvigioni pattuite. Il cantiere è
abbandonato.
Qualcuno si
porta via i conci finiti e utili, qualcun altro fa pulizia e ammucchia in
discarica l’inservibile, anzi rompendo i pezzi più grossi: pesano meno. I
terreni vengono “spietati” e resi idonei alle semine…
Ed è lo
stesso aratro che resuscita il già sepolto. E ogni simulacro, scheletro,
rinvenuto, compiuto o feto, reclama spiegazioni che spesso sono impossibile da
soddisfare***, perché il caso, grande romanziere, irrompe nello scorrere
tranquillo del tempo, spezzando, con le statue, un sogno di rappresentazione
di una epopea, quella della civiltà nuragica.
note
* Le ho
viste solo in foto. E le foto fregano, perché e troppo facile vedere quello che
vuoi vedere
** Ho
sintetizzato, giornalisticamente, il mio
pensiero su MP frutto di una indagine che sto completando. Ognuna delle
“sparate” sopraesposte hanno un corredo esplicativo dettagliato, logico e
consequenziale con un metodo severo che mi sono proposto, proprio perché ho
chiara la percezione della generale non condivisione del risultato. Partenza e
arrivo in salita.
*** Ho
necessità di rivedere le statue, sia del museo di Cagliari, sia di quello di
Cabras. Non posso più ragionare sulle foto!
Franco se continui di questo passo, e ci anticipi tutto chi te lo compra il libro che stai scrivendo su Monte Prama?
RispondiEliminaGli archeologi!
RispondiEliminaSono però pochi per mia sfortuna, ma anche troppi per la Sardegna.
Il pamphet, un libriccino del costo max di 8-10 euro, dovrà aspettare un mio sopralluogo ai musei di Ca e Cabras e qualche verifica coi restauratori, che mi stanno aspettando a braccia aperte
facciamo dopo la vendemmia? ti ospito a casa
Eliminache i bronzetti siano copie delle statue è venuto in mente solo a me?
RispondiEliminaInteressante ipotesi prof. Laner ...però ... che senso avrebbe aver tenuto i resti delle statue (rotti) in loco? Non credo fosse una discarica di detriti...se hanno trovato anche i defunti...
RispondiEliminaagli anonimi vengono in mente solo stronzate, stai tranquillo.
RispondiEliminaper Mauro. ok per dopo la vendemmia, ma quando vendemmi?
il 20 di ottobre dovrei aver finito
Eliminapeccato, ho seguito quasi tutti i suoi convegni e nella mia mente mi ero fatto l'idea che lei dicesse cose interessanti, su molte delle quali rispechiavo il mio pensiero,evidentemente mi sbagliavo visto che seguendo i suoi convegni mi vengono in mente solo stronzate. un giorno ne parlerò a quattrocchi con il mio amico mauro, così dopo avermi riconosciuto potrà scusarsi di persona.
Eliminaarrivederci
Signor Laner, secondo Lei è possibile che sia stata necessaria la realizzazione di circa 35 statue (peraltro evidentemente eseguite da mani diverse) per rendersi conto che non stavano in piedi in nessun modo? Non ritiene che quegli artisti furono perlomeno degli sprovveduti se le cose andarono come dice Lei?
RispondiEliminaalle domande mi piacerebbe rispondere.
RispondiEliminaMa agli anonimi, nemmeno sotto tortura, mi va di dir niente!