venerdì 26 agosto 2016

Aborto naturale di una gestazione gemellare. Eziologia dell’insuccesso di due statue a Monte Prama*

 di Franco Laner



Uso il lessico medico per un caso di insuccesso. Pertanto la parola aborto sta a significare l’interruzione scultorea delle due statue gemelle venute alla luce durante la ripresa degli scavi nel sito di MP nel 2014. L’interruzione della gestazione è stata  probabilmente causata da una gravidanza patologica, quindi l’assegnerei ai parti naturali e non terapeutici, quelli, per intenderci, praticati artatamente.


La grave patologia,  che colpisce soprattutto i marmi di poco pregio scultoreo, come gran parte delle rocce calcaree, si manifesta non appena siano sollecitate a trazione. Resistono molto bene alla compressione, ma alla trazione, che si ingenera quando sono inflessi, la resistenza è minima. Tale resistenza si abbassa soprattutto se prima di essere sollecitato l’elemento è stato percosso iteratamene da colpi di subbia inferti durante la fase di sbozzatura, perché si creano microfessure che favoriscono l’innesco dell’energia di frattura.
In compenso sono facilmente lavorabili.


Le due creature sono state trovate per terra. Supine. Molti indizi fanno pensare che non siano mai state in piedi, anzi, proprio al tentativo di metterle in piedi per procedere alle finiture, ascrivo la causa del collasso delle parti più sottili e quindi deboli, perché si sono create sollecitazioni di trazione. Comunque, ma col senno di poi è facile da dire, poco male: sicuramente non sarebbero potute mai stare in piedi, a meno che non fossero state provviste di stampelle o altre protesi mimetiche**.
Anche l’eventuale trasporto o collocazione definitiva non sarebbe stata facile, a meno di non imbracare come un salame la creatura per evitare la flessione e quindi la trazione.
Non ho altro modo per spiegare la vulnerabilità che con la scheda allegata.
Con alcune semplificazioni e conteggi, lo schizzo serve per quantificare l’ordine di grandezza della vulnerabilità. Niente infatti, meglio dei numeri, consente di valutare e quantificare l’assunto, pur da tutti facilmente intuibile, visto lo sbilanciamento del bubbone. Ma non cambia molto nemmeno per gli arcieri, pugilatori e guerrieri. I problemi per queste tipologie sono diversi, perché arti e oggetti si discostano troppo dal tronco. I due gemelli invece, se non fosse stato per lo sbilanciamento abnorme dello scudo avvolto, potevano aver successo, perché sono colonnari, senza parti a sbalzo. Lo scudo avvolto è così definito perché i gemelli molto assomigliano al bronzetto di Vulci, trovato nella grotta di Cavalupo. Anche in questo caso penso che la terminologia serva per identificare subito di quale pugilatore si tratti, non quello dello scudo in testa, bensì quello con lo scudo avvolto.
Mi auguro che gli schizzi della scheda siano intelligibili e anche i fenomeni schematizzati e quantificati. La didascalia è un “romanzo”: serve anche a me per  ricordarmi i passaggi. Il tutto suppone che la statua sia stata ricavata da un unico blocco calcareo, piedistallo di base incluso. Si potrebbe pensare ad altri artefici per l’attacco a terra, visto che i gemelli non hanno piedi, ma anche gli altri altrettanto disgraziati fratelli hanno avuto le caviglie o le gambe traumatizzate all’attacco col piedistallo durante la gestazione e non vedo ragione per pensare che i gemelli non avessero lo stesso attacco a terra!
Si fa strada una facile ipotesi: se non potevano stare in piedi, o comunque sarebbe stato un equilibrio precario e instabile, non sono mai state abbattute perché non sono mai state messe in piedi. 
Di solito infatti non si fa il corredino all’aborto. Si prova caso mai a rifare la creatura. Ma se poi la maledizione si invera ed itera, il progetto di avere discendenza viene accantonato!
No, no. Qui di pezzi finiti ne sono stati trovati e molti! Scusa, pezzi? D’accordo. Ma una statua finita intera? Se sono un bravo scultore e ho bisogno di altri (direi bottega, che è un concetto moderno, ma rende) che mi aiutino a fare più di una statua di diversa tipologia devo insegnarlo. Per far ciò faccio vedere come deve venire scolpita una testa, la finitura di un torso, la mano che tiene l’arco e altri particolari. Forse c’era bisogno del consenso del/dei committenti e i particolari andavano mostrati.
Ci provo con un particolare difficile, un arco. Viene, ma cavoli, addio alle proporzioni, una corda sottile  me la sogno…e così la spada. Non parliamo dello scudo in testa. Togliere tutto quel pieno per lasciare il sottile scudo è impossibile. E se facessi lo scudo a parte e poi glielo attacco? Con cosa? Avessi almeno un trapano: bucherei il corpo e il braccio, caccerei poi un perno di bronzo nei buchi e bloccherei il tutto col piombo. Il piombo c’è, ma il trapano no!
Oppure? Senti, ne ho piene le scatole, o mi lasciate fare delle varianti ai modellini che mi mostrate, o ci rinuncio. E’ impossibile fare una statua uguale al bronzetto!
C’è un’altra questione, veramente carogna. Nemmeno Galileo ha fatto bella figura ragionando nei “Dialoghi…” di proporzionalità fra carichi e dimensioni strutturali! Il problema va sotto il nome di “cambio di scala” e fra bronzetti e statue non è facile passare da 1 a 10, mantenendo le proporzioni dirette, specie con un materiale come la pietra che ha proprietà assolutamente diverse dal metallo.
Un particolare per tutti: almeno un piede delle statue fosse stato messo più avanti all’altro, anziché entrambi in linea. Macché, piedi con o senza sandali, sono tutti in linea. Le masse, rispetto al baricentro, avrebbero avuto un pelo d’inerzia in più. Coi piedi in linea reggono meno ad eccentricità frontali o tergali. Mentre è più difficile ribaltare la statua con spinte laterali.
Il progetto, bellissimo progetto, di realizzare in grande scala le figure dei bronzetti, è stato anche la causa dell’insuccesso.
In tutto ciò c’è del male? Assolutamente no! Ogni progetto importante trova ostacoli. Spesso si superano, con la perseveranza e con nuove idee. Cos’è il progresso se non una storia di gradini sulla cui pedata qualche volta si è costretti a fermarsi?
Non si sono trovati, dopo l’insuccesso, altri tentativi per superare le difficoltà, invero insormontabili se si ci ostinava a non cambiar strada.
La storia della statuaria di MP non ha un precedente e nemmeno un conseguente. Manca una “scuola” che pure c’è per la bronzettistica
La batosta e lo spreco di risorse sono stati tali che nessuno ha voluto riprovarci. E magari sono cambiate anche le condizioni socio-politiche ed economiche.
Penso che non sarebbe stato comunque facile superare le difficoltà, nemmeno se avessi avuto il marmo pario, con cui sono stati realizzati i kouros, statue di giovani anche più grandi di MP (fino a 6m) per le necropoli greche più o meno coeve –VI-VII-VIII secolo a.C. con le statue di MP–  o l’abilità di Fidia o Prassitele. Nemmeno Canova avrebbe potuto col biocalcare gessoso di MP fare una copia in scala 1:10 dei bronzetti. Invece l’avrei potuta fare anch’io, ma di metallo! O con un bel sostegno in più e con sbalzi molto più contenuti.
Fuor di favola: le statue di MP sono state un episodio, senza un prima e senza un dopo storico in qualche modo documentato. Si possono rintracciare precedenti di statuaria in Sardegna, qualche testa taurina, una stele aniconica, ma lontanissimi parenti del nostro oggetto. Il progetto era ambizioso, convincente e pensare ad una necropoli, ma anche solo ad un tempio adornato con alcune statue di pietra, con la carica emotiva, storica, eroica che i bronzetti hanno in sé era non solo lecito, ma oserei dire doveroso, per l’epilogo del nuragico.
Viene allestito il cantiere, ci sono le maestranze arrivate da..?, si lavorano le pietre, per le colonne e capitelli, conci per basamenti e muri; i più bravi sbozzano le statue, alcuni si esercitano sulle parti più delicate e a sbalzo, ai lavori di ornato e finezza. Cominciano le difficoltà. Ogni piccolo successo fa i conti con disastri. I committenti mugugnano, sospendono  le provvigioni pattuite. Il cantiere è abbandonato.
Qualcuno si porta via i conci finiti e utili, qualcun altro fa pulizia e ammucchia in discarica l’inservibile, anzi rompendo i pezzi più grossi: pesano meno. I terreni vengono “spietati” e resi idonei alle semine…
Ed è lo stesso aratro che resuscita il già sepolto. E ogni simulacro, scheletro, rinvenuto, compiuto o feto, reclama spiegazioni che spesso sono impossibile da soddisfare***, perché il caso, grande romanziere, irrompe nello scorrere tranquillo del tempo, spezzando, con le statue, un sogno di rappresentazione di una epopea, quella della civiltà nuragica.

note
* Le ho viste solo in foto. E le foto fregano, perché e troppo facile vedere quello che vuoi vedere
** Ho sintetizzato,  giornalisticamente, il mio pensiero su MP frutto di una indagine che sto completando. Ognuna delle “sparate” sopraesposte hanno un corredo esplicativo dettagliato, logico e consequenziale con un metodo severo che mi sono proposto, proprio perché ho chiara la percezione della generale non condivisione del risultato. Partenza e arrivo in salita.
*** Ho necessità di rivedere le statue, sia del museo di Cagliari, sia di quello di Cabras. Non posso più ragionare sulle foto!

10 commenti:

  1. Franco se continui di questo passo, e ci anticipi tutto chi te lo compra il libro che stai scrivendo su Monte Prama?

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  2. Gli archeologi!
    Sono però pochi per mia sfortuna, ma anche troppi per la Sardegna.
    Il pamphet, un libriccino del costo max di 8-10 euro, dovrà aspettare un mio sopralluogo ai musei di Ca e Cabras e qualche verifica coi restauratori, che mi stanno aspettando a braccia aperte

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  3. che i bronzetti siano copie delle statue è venuto in mente solo a me?

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  4. Interessante ipotesi prof. Laner ...però ... che senso avrebbe aver tenuto i resti delle statue (rotti) in loco? Non credo fosse una discarica di detriti...se hanno trovato anche i defunti...

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  5. agli anonimi vengono in mente solo stronzate, stai tranquillo.
    per Mauro. ok per dopo la vendemmia, ma quando vendemmi?

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    1. peccato, ho seguito quasi tutti i suoi convegni e nella mia mente mi ero fatto l'idea che lei dicesse cose interessanti, su molte delle quali rispechiavo il mio pensiero,evidentemente mi sbagliavo visto che seguendo i suoi convegni mi vengono in mente solo stronzate. un giorno ne parlerò a quattrocchi con il mio amico mauro, così dopo avermi riconosciuto potrà scusarsi di persona.
      arrivederci

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  6. Signor Laner, secondo Lei è possibile che sia stata necessaria la realizzazione di circa 35 statue (peraltro evidentemente eseguite da mani diverse) per rendersi conto che non stavano in piedi in nessun modo? Non ritiene che quegli artisti furono perlomeno degli sprovveduti se le cose andarono come dice Lei?

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  7. alle domande mi piacerebbe rispondere.
    Ma agli anonimi, nemmeno sotto tortura, mi va di dir niente!

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