di Franco Laner
L'esercizio è un'applicazione della
metodologia indicata nel racconto di F. Pessoa "Il furto della Villa delle
Vigne" in cui il grande scrittore e poeta portoghese inaugura un metodo di
indagine per individuare il ladro.
Domanda.
Come mai le teste di pugilatori esibite
a Cagliari e a Cabras, dello stesso calcare, trovate nello stesso sito, si
mostrano differenti nel grado di finitura e conservazione?
Il fatto.
Durante gli scavi dal ’74 al '79
vengono alla luce teste e altri numerose parti di statue. Più di 5.000
frammenti, in parte ricomposti a Li Punti ed ora sciaguratamente esposti in
parte a Cagliari e in parte a Cabras. Eppure Salomone ci insegnò che la
divisione in due del bimbo vivo non avrebbe giovato a nessuna delle due madri.
Due teste, una in particolare, si
presentano molto definite, fresche e “levigate”, altre diversamente incerte con
segni di degrado, corrosione, alterazione chimica e offese meccaniche dovute
alla lama dell’aratro.
Non ci sono ragioni per pensare che
siano disetanee. Ovvio, non parlo di anno, bensì di lustri o secoli.
fig. 1 Teste di Pugilatori. La prima è la più nota. La seconda anche è ben conservata, mentre le altre sono degradate.
Ipotesi.
L’ipotesi più accreditata è che le due teste meglio
conservate abbiano convissuto con un microambiente non aggressivo, mentre le
altre si sono trovate in un ambiente particolarmente aggressivo.
E’ questa una conclusione, forse
logica, forse inevitabile. Tuttavia non è un fatto. Non è certezza, pur
possedendo un alto grado di probabilità. Chi oserebbe pensare che non sia così?
Chi mai può dubitare che i reperti non siano autentici?
Ci sono altre ipotesi che possono
spiegare il fatto anche se con minore probabilità?
Ne avanzo una con bassissime
probabilità, contraria a quella accreditata, estrema.
Ci saranno allora ipotesi intermedie
fra quella accreditata e quella contraria.
Due estremi presumono infatti posizioni
intermedie.
Come ipotesi contraria assumo dunque
che le due teste siano false, scolpite recentemente (40 anni fa circa) da uno
scultore.
Molto vicina a questa ipotesi estrema e
contraria, ci sta l’ipotesi che le due teste siano state semplicemente
ritoccate e rimesse “in bella”. Quest’ultima ipotesi ha maggiori probabilità,
perché ha un grado di estremità minore dell’ipotesi del falso.
Ovviamente se uno scultore portasse le
prove di essere l’autore del falso, il ragionamento finirebbe.
Fra l’ipotesi accreditata e la
contraria ("ritocco") ci
possono essere altre ipotesi intermedie, che prenderò in considerazione solo
dopo aver rigettata la nuova ipotesi estrema.
La levigatura, che rende liscia
porzioni delle teste se è stata eseguita recentemente, deve avere una certa
profondità e per quanto “il restauratore” sia abile, cancellerà nella
levigatura ogni elemento in rilievo, rendendo la superficie liscia come un
biliardo.
Lo scultore e storico, prof. Mondazzi di
Torino scrive -dic. 2015- nella sua perizia sulle statue di MP (vedi ad esempio
il testo sul blog di Montalbano) che trova perlomeno strani i segni evidenti al
posto delle trecce nella testa del pugilatore più esibita. Perché mentre in
tutte le altre teste ci sono le trecce, qui ci sono solo le tracce? Si può
dedurre che le trecce siano state levigate e che i segni strani siano la
testimonianza delle preesistenti trecce, ora levigate. (fig. 2)
fig. 2. Delle trecce, presenti in tutte le teste dei pugilatori, sono rimaste solo le tracce perché cancellate dalla levigatura (Foto prof. R. Mondazzi. Torino)
La parte del volto meglio conservata,
anzi la più nitida e meglio incisa, di un paio di dmq, su qualche centinaio di
mq di superficie totale di tutti i reperti, è senza dubbio l'arcata
sopraccigliare, gli occhi e il naso della ns testa di pugilatore. Una nicchia
infinitesima e mirata si è salvata dall'universale e fisiologico degrado. Non
temete, ho ben presenti anche altri sparutissimi particolari, come la mano e
avambraccio che tiene l'arco…
Il tempo, grande scultore, ha fatto
dunque dono -nella sua incommensurabile pietà- di preservazione di ciò che
in nuce racchiude tutto MP. Un magico scrigno fatale ha protetto l’essenza.
Quando si dice della fortuna degli
archeologi!
Il miracolo, ancora più grande, è per
me la perfezione e freschezza dei doppi cerchi e l'incavo oculare e il taglio
sopracciliare, soprattutto se si pensa che sono morfologicamente un ottimo
ricettacolo di acqua e quindi di attacchi corrosivi e degrado chimico.
Trovo altresì eccezionale la
conservazione dei buchi-fessura del naso. Due fessurine proprio nel naso,
sporgenza vulnerabile e corrodibile. La conservazione di un tal particolare ha
davvero del miracoloso. Ma il miracolo non è un fatto, è una congettura quando
non si sa dare spiegazione.
Fig. 3 In un paio di dmq di superficie si può racchiudere tutta la vicenda di MP. Gli altri mq di reperti, insieme non valgono come questi che sono sopravvissuti intatti ad ogni avversità. Basta voler credere ai miracoli. A destra del volto si vede chiaramente il segno della treccia
Si guardi con occhio ingenuo (so che
ora è difficile) il volto del pugilatore e si esprima a sè stessi un giudizio sincero
e di buon senso comune, buon senso comune che è un nostro immenso patrimonio
collettivo (v. La Capria, La mosca nella bottiglia) e si dica se il germe del
dubbio di un ritocco non sia condivisibile!
Aggiungo, chiosando ancora il prof.
Mondazzi, che all'epoca, anni settanta, un restauro anche pesante di un reperto
non era un delitto di lesa maestà e ci stava, per tanti motivi, mediatici, di
carriera, di ignoranza, di semplice vanità o amor isolano.
Spesso si è restaurato per amore: a
statue mutile si sono aggiunti arti e teste a busti acefali.
Le Carte del Restauro non erano
prescrittive, né ancora culturalmente condivise o conosciute.
Torno al ragionamento iniziale. Le probabilità
dell'ipotesi concernente il ritocco, dopo queste osservazioni, sono
percentualmente più alte dell'ipotesi accreditata inizialmente.
Per ora dunque, in mancanza di altri
fatti, la probabilità di un ritocco, non so quanto pesante e profondo, su
entrambe le teste, è alta e l'ipotesi più accreditata è soccombente.
Ad aiutare le quotazioni di chi non si
sente di mettere in dubbio l'originalità delle due teste, metto ora sul piatto
le testimonianze degli archeologi, Tronchetti in primis, che oltrettutto ha
documentato le fasi di scavo e ritrovamento della testa in questione (fig.4).
La foto è una prova importante. Per
dimostrare però che anche in questo caso è d'obbligo la sospensione del
giudizio, introduco una ipotesi estrema, col metodo Pessoa sopraesposto,
rimando però ad un prossimo post.
Nel frattempo, chi fosse interessato,
può esercitare le sue virtù indagative confrontando, a mò del passatempo
"trova le differenze" della Settimana Enigmistica, le due foto e
rilevare qualche anomalia.
Un particolare, per me, in una delle
due foto, è davvero intrigante e getta un forte sospetto sulla legittimità
ricostruttiva del pugilatore, o viceversa, sulla foto.
Alla prossima!
fig. 4. Scavo Tronchetti del 1979. La testa del
pugilatore più gettonato, esposto a Cagliari. Nella foto a destra emerge dal
terreno un frammento dello scudo che la statua regge sopra la testa (da AA.VV
"Giganti di Pietra", Fabula, Cagliari, 2012)
Dai Dotto', l'ultima coppia di foto della fig. 4, non è significativa: diverso angolo di ripresa, esposizione e soprattutto qualità della definizione (certo nella seconda, risulta lampante che non hanno resistito a chiedergli "chi sei?", prima di completare correttamente lo scavo...).
RispondiEliminaAnche l'unicum di quei pochi decimetri non aggrediti, può essere spiegato col caso: nel crollo quella porzione di volto, incuneata tra i frammenti, è stata protetta da una sorta di sacca...
Un puntuale studio della patina, sia macroscopico che micro, potrebbe eventualmente confermare i suoi dubbi, ha avuto modo?
Un ultimo appunto, piuttosto impegnamoci a far qualcosa per cassare questo epiteto di "pugilatori": banalità, inverosimile e ridicolo sono al culmine.
Cortesemente Luigi.
egregio Manca,
RispondiEliminagrazie per le osservazioni.
Sul discorso "pugilatori" non anticipo quando ho scritto e dirò, in sintesi anticipo che la definizione è talmente semplice e banale che ridicolizzare la definizione, da bastian contrario quale sono, non lo faccio. La prendo come strumentale, per identificare una tipologia di guerrieri.
Con la dott.ssa Boninu ho chiarito (lei mette comunque "pugilatore" sempre fra virgolette) e lamento solo la banalità, che comunque racchiude la mai spenta sudditanza a Lilliu, che li riferiva al bronzetto di Dorgali da lui battezzato con "pugilatore. D'altra parte pensi solo alla "stele centinata" per definire la stele delle Tombe dei Giganti. La centina è la struttura provvisoria per costruire un arco di pietra o c.a., mentre stiamo parlando della simbologia del cielo, parte appunto apicale della stele, della terra, il quadrato, e degli inferi...Questa definizione è per me volgare. Oppure pensi agli antropomorfi "a candelabro" per definire gli antropomorfi con le braccia abbassate scolpiti o "affrescati" nelle Domus de janas!
Invece sulla fig. 4, quello che rilevo, ovvia la diversa angolazione e la scarsa definizione della foto che può trarre in inganno, perché si rischia vedere ciò che si vuol vedere, è un'altra la mia -sempre ipotetica- deduzione. Le dò un indizio: legga bene la didascalia di Tronchetti: nella foto.....
Infine, magari avessi i mezzi per analizzare la patina. Forse a Li Punti l'hanno eseguita, ma i dati non ci sono o io non li trovo. Gli archeologi però non hanno questa curiosità, perché la testa è stata trovata così come è esibita. Ricambio il cortese saluto, anzi con la mano destra aperta vicino al petto!
Franco,dalle foto in figura 4, mi pare di scorgere solo il fatto che la testa mentre la scavavano deve essersi mossa e poi devono averla risistemata per fare la fotografia.
RispondiEliminaMauro