domenica 6 dicembre 2015

Minoia a Rai3

di Franco Laner

Il soprintendente Marco Minoia ha spiegato a RAI 3  in 41’ e 12’’ i guerrieri di Mont’e Prama, i nuraghi, i modelli di nuraghe, tombe e tanto altro.

Sono sempre sintonizzato, quando studio o lavoro, su Radio Rai 3. Mi fa molta compagnia e drizzo le orecchie quando c’è qualcosa che mi interessa. Come è stato il caso del 28 novembre scorso, quando nel programma “Museo nazionale”, appunto su Rai 3 che si può risentire in podcast, Marco Minoia ha spiegato  “I guerrieri di Mont’e Prama”.
Riassumo i punti che hanno azzerato le mie poche certezze, anche perché enunciate come verità istituzionale (i numeri corrispondono ai minuti della registrazione):

2’ Sono statue nuragiche degli ultimi decenni del nono secolo a. Cr.
6’ Mont’e Prama è una collinetta sopra una delle più belle spiagge mediterranee, di sabbia quarzifera
7’ La scoperta dei guerrieri permette la completezza della conoscenza nuragica. Statue come bronzetti
11’ I pugilatori reggono sopra la testa un grande scudo ellittico. L’avambraccio e il pugno sono coperti di cuoio e metallo.
13’ Quarta tipologia di statue: i modelli di nuraghe. I nuraghi –spiega il Soprintendente- sono una sorta di apprestamento difensivo, castelli preistorici, fortezze munite di grandi torri, con camminamenti sopra le mura per controllare il nemico!!!
14’ Nota del giornalista. La testa dei giganti di MP dialoga con la testa di Costantino dei Musei capitolini


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15’ I Giganti sono stati distrutti e frammentati con ogni probabilità fra il III e IV secolo dai Cartaginesi
18’ La scoperta delle sepolture a pozzetto di MP indica un cambiamento epocale dei modi di seppellire dei nuragici che dalla tomba collettiva, passano a tombe individuali
19’ L’idea di scultura monumentale prende impulso da altre civiltà, come vicino Oriente, Siria e Palestina, ma, nonostante tratti orientali, le sculture sono pienamente nuragiche
21’ Esalta la ricomposizione dei 5280 frammenti e lo straordinario risultato
22’ Ripresi gli scavi nel 2014. Rinvenuti altri due pugilatori, però stavolta con lo scudo arrotolato aderente al corpo. Non presenta segni di distruzione violenta. Lo scudo è uguale a quello del bronzetto di Vulci, grotta di Cavalupo, che rappresenta un sacerdote guerriero che tiene uno scudo contorto contro il corpo. Forse corredo di matrimonio di una sposa sarda. Anche questo bronzetto e dell’ultimo decennio del nono secolo. Se consideriamo che la statuaria greca muove i primi passi solo nel settimo secolo, si desume come la civiltà nuragica sia avanti coi tempi.
30’ La scoperta di MP testimonia la rivoluzione della tipologia della sepoltura nuragica. Nella fase matura dalla sepoltura collettiva delle TdG a quella individuale in pozzetti
36’ Le tombe a pozzetto sono prive di corredo. Solo in una tomba si è trovata una collanina di piccole perline di bronzo –prodotto caratteristico nuragico- vaghi di bronzo triangolari come nelle collane fenice con vaghi però di vetro. La collana ha uno scarabeo di steatite (mi pareva che gli archeologi dicessero osso o avori. Poi Aba Losi ha chiarito).

Alla fine della puntata ci si sente proprio sollevati. In quaranta minuti ho capito di non aver capito proprio nulla. I nuraghi sono ancora fortezze (madre di tutte le sciocchezze) e il bubbone incompiuto degli ultimi due ritrovamenti sono scudi avvolti (altra innovazione dopo lo scudo in testa) e metterò in programma, per il prossimo anno, una vacanza sulla spiaggia quarzifera di Monte Prama.
Franco Laner
Venezia, 05 dic. 2015





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