martedì 31 agosto 2010

Il nuraghe come modello cosmico

di Franco Laner

Qualche tempo fa, navigando in internet, mi sono imbattuto in una citazione di Giuseppe Lampis che nel suo libro “Sa bia de sa palla”, ed. Mythos, Roma, 1993, testualmente riporta: Frobenius riferisce (1933) di un modellino di nuraghe con quattro sostegni e un axis mundi centrale, lungo il quale sale lo sciamano.
Il nuraghe -continua- è una rappresentazione del cosmo perché i sostegni sono quattro precisamente come quelli con cui la terra regge il cielo secondo la tradizione africana.
Di corsa allora a consultare il libro di Leo Frobenius Storia delle civiltà africane, Bollati Boringhieri, Milano, 1950, che avevo conservato ancora dai tempi di un esame universitario sull’evoluzione delle tipologie edilizie africane.
Leo Frobenius (1873-1938), tedesco, compì numerosi viaggi di ricerca in Africa. Pioniere dell’etnologia, fu appunto autore di una grandiosa sintesi storico-etnologica della civiltà africana.
Nel capitolo Mondo e Uomo si occupa della rappresentazione dell’universo presso gli antichi.
Riporta anche la raffigurazione di un modello di bronzo di un tempio, conservato nel Museo di Cagliari in Sardegna. A. B. Cook fa risalire il culto ivi espresso alla civiltà eneolitica e al suo massimo sviluppo nell’età del bronzo. La cima della grossa colonna centrale è spezzata. SecondoTaramelli, un tempo c’erano delle corna di bue e una colomba, simbolo del pennuto dio del cielo.
Fra le figure disegnate di modelli cosmici del libro di Frobenius, spicca dunque il modello di tempio sardo di bronzo.
Il luogo di provenienza, Mandas, anziché Ittireddu, è errato, così come lo schizzo porta tre colombe, anziché due, sulla capanna.
Da dove ha preso Frobenius questa immagine? Gliela ha data W. Von Bissing, autore di Die Sardinischen Bronzen del 1924 e che partecipò al famoso Convegno Archeologico in Sardegna del giugno 1926. Negli atti del Convegno, la figura del modellino è riportata dal Taramelli, nella sua relazione con la seguente didascalia: Fig.111. –Modello di santuario nuragico, offerto in voto.
Orbene, lo stesso Giovanni Lilliu ha curato la presentazione nel 1990 della ristampa degli Atti del Convegno del ’26 dell’Editore Delfino.
Due sono le questioni che a questo punto si pongono. Non credo innanzitutto che sia possibile che Lilliu non conoscesse il testo di Frobenius. Negli anni cinquanta non c’erano molti libri né di archeologia, né di storia delle religioni e di etnologia. Il libro di Frobenius ha avuto una larga diffusione –addirittura nel ’70 lo acquistai per i miei studi di architettura, argomento trattato a margine nel famoso libro- e per di più veniva citato e disegnato il bronzetto di Ittireddu.
E’ impossibile anche che Lilliu non sapesse che Taramelli, a cui successe, considerasse il modellino non di nuraghe, bensì di santuario!
Ciononostante per Lilliu i nuraghi complessi furono considerati regge fortificate ed i modellini, modellini di nuraghe e non modelli cosmici o di santuari.
Da questo punto di vista non mi sembra totalmente corretto citare sempre Taramelli e Lilliu come padri della teoria nuraghe-fortezza.
Il merito va ascritto soprattutto, quasi esclusivamente, a Lilliu!
Comunque la teoria dei modelli di nuraghe, sia di bronzo (Ittireddu, Olmedo), sia di pietra (S. Sperate, Palmavera), sta portando al ridicolo. I capitelli di Monte Prama sono interpretati come modello di nuraghe monotorre e i basamenti colonnari sono interpretati come modelli di nuraghe polilobato. E così ogni volta che un reperto, piccolo o grande, abbia un elemento colonnare, viene immediatamente classificato come modello di nuraghe, anche se è il sostegno di un braciere, un offertorio, un capitello!
Nell’anno accademico 2003-2004 fui relatore della tesi di laurea di Paola Zantedeschi “Modellini di nuraghi come rappresentazione cosmica”. La tesi è in gran parte incentrata sulla rappresentazioni cosmiche mandaliche e yantra, e sull’impianto dei templi orientali. Tutte hanno per base la torre, montagna centrale e le quattro torri agli angoli della terra, sempre raffigurata come un quadrato.
Ovviamente anche il nuraghe quadrilobato è compreso in questa rappresentazione cosmica.
Un capitolo della tesi è dedicato all’impianto dei bronzetti di navicella votiva dove è ripetuta la rappresentazione cosmica: albero centrale con quattro torricelle agli angoli.
Che il grande Frobenius abbia visto in questa rappresentazione la sintesi della visione cosmologica non può che confortarmi sulla bontà delle mie deduzioni. I cosiddetti modelli di nuraghe sono imago mundi, modelli universalmente diffusi nella preistoria ed ancora residuali in molte culture, fino a diventare archetipo inconscio. Guardavo le costruzioni di sabbia dei bambini -e dei grandi- in riva al mare. La più ricorrente è un quadrato, con quattro torri (secchiello rovesciato) agli angoli e una torre più grande centrale.
Il riferimento africano di Frobenius mi ha molto confortato –la Sardegna guarda poco all’Africa,ha origini sicuramente più nobili- e per quanto uno sia convinto dei suoi ragionamenti, c’è bisogno -un umano bisogno- del consenso dei “superiori”!
Il passaggio successivo che mi auguro, è che al Museo di Cagliari, una mano pietosa sostituisca il cartellino sotto il bronzetto e scriva: Modello di rappresentazione cosmica al posto di modello di nuraghe.
Il bronzetto è un modello cosmico.
Il nuraghe è un modello cosmico.
Ma il bronzetto non è un modello di nuraghe!
Se A è uguale a C e B è uguale a C, A non è uguale a B in questo caso!
La regola transitiva matematica mal si adatta alla simbologia cosmica!
Infine, e non so darmi risposta, che finalità ci può essere nel rappresentare una fortezza, così ancora è interpretato un nuraghe, con un modello?
Nuraghe fortezza, madre di ogni sciocchezza!
O ci vorrà un altro secolo per capirlo?

13 commenti:

  1. Ciao Franco,
    certamente l'essere umano a tutte le latitudini ha ordinato lo spazio orizzontale in quattro parti e quello verticale in tre.
    Dunque (come ho provato a spiegare anche in Archeologia del Paesaggio Nuragico) un nuraghe quadrilobato con torre centrale a tre piani, pare proprio una rappresentazione cosmologica della visione del Universo concepito dai nuragici.
    Però l'ottimo Fabrizio Sarigu in questo blog, citando l'immenso De Santillana (storico della scienza al MIT), propone che le quattro colonne periferiche rappresentino i quattro punti dell'eclittica che insieme all'asse del mondo( proiezione in cielo dell'asse passante per i due poli terrestri) regge il cielo.
    Se andiamo al cap. 17, La struttura del Cosmo, de Il mulino di Amleto pag. 283 vi è scritto "Nel frattempo, è necessario spiegare ancora una volta che cosa sia questa "terra" che i moderni esegeti amano scambiare per focaccia. La terra mitica è effettivamente un piano, ma questo piano non è affatto la nostra terra, nè il nostro globo nè un'ipotetica terra omocentrica. "Terra" è il piano che implicitamente passa per i quattro punti dell'anno, segnati dagli equinozi e dai solstizi: in altre parole, l'eclittica. Ecco perchè questa terra è assai sovente definita quadrangolare: i "quattro angoli", cioè le costellazioni zodiacali..."
    La proposta di Fabrizio Sarigu (pubblicata in questo blog), mi pare di estremo interesse, perchè unisce in un tutt'uno sia l'asse centrale che i quattro periferici.
    Poi quella focaccia citata da de Santillana che mi ricorda quell presente in molti bronzetti che a tuo parere rappresentano delle persone che chiedono che la loro focaccia venga marchiata con le pintadere .....

    saluti

    Mauro Peppino


    PS: Ovviamnete condivido che l'idea del nuraghe fortezza è madre di ogni sciochezza!!

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  2. Quoto assolutamente quanto scritto da Mauro,

    bisogna infatti capire qual'è il cosmo di cui si sta parlando, e ormai esistono argomenti sufficienti per capire che trattasi "dell'universo dell'eclittica" descritta appunto come terra quadrata.


    anche il fatto che sovente i nuraghi centrali abbiano tre camere rientra nell' "idea" che gli antichi avevano del cosmo/eclittica.

    questi tre regni sono infatti la parte di cielo compresa tra il tropico del capricorno e il polo sud, poi abbiamo l'eclittica o terra di mezzo, infine abbiamo la parte compresa tra il tropico del cancro e il polo nord.

    questa ripartizione dei tre regni è fondamentale entro la descrizione scientifico/mitologico/religiosa degli antichi, circa il cosmo.

    Molti miti fanno infatti ritenere che gli antichi ritenessero il polo sud come un luogo che non risentisse della precessione degli equinozi (immaginavano un cono dove il vertice era il polo sud, mentre era il polo nord a ruotare intorno al "malo occhio", ossia il polo dell'eclittica, invero non segnato da alcuna stella)e in particolare individuavano in canopo/agarty la stella fissa del cielo, dalla quale il "dio"/"pianeta saturno" di turno (Gilgames ad esempio o se vogliamo Neo di matrix per i giorni nostri..), recandosi presso essa, devono recuperare le misure alla fine di ogni era per ristabilire la nuova...

    quindi:

    -tropico del capricorno/polo sud, terra dei morti, in cui ci si deve recare per recuperare qualcosa (di fatto le misure della nuova era)
    - regno dell'eclittica, la vera terra abitata dalle figure planetarie e dallo zodiaco, quadripartita a causa dei due solstizi e due equinozi
    -tropico del cancro/polo nord, la terra degli dei, una sorta di cielo nel cielo

    i tre regni sono uniti quando la galassia diventa un coluro equinoziale visibile delineando così l'età dell'oro...(era dei gemelli)

    p.s. scusate ma ho avuto poco tempo per formulare, se serve chiedete pure spiegazioni..

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  3. @ Laner

    D'accordo sul fatto che quelli non siano modelli di Nuraghe: per me sono ideali di nuraghe.

    ma fatta questa precisazione mi chiedo perchè mai i c.d. modellini non possano o debbano raffigurare dei nuraghi.
    il dubbio me lo porrei se modellini e nuraghi fossero stati creati a centinaia di Km di distanza, da culture diverse: ma entrambi sono artefatti sardi parto della medesima cultura.

    Perchè la proprietà transitiva non sarebbe applicabile?
    Talvolta aplichiamo l'analogia per spiegare comportamenti semiidentici di culture differenti ma in qualche misura comparabili.
    Per cui, l'impedimento a stabilire equazioni nuraghi modellini deve essere assai importante.

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  4. @ Fabrizio,
    mi pare che la tua proposta di individuare nelle quattro colonne esterne i punti solstiziali ed equinoziali dell'eclittica meglio si integra con il pilone centrale che è in modo inequivocabile l'asse del mondo , cioè l'asse attorno al quale apparentemente ruota l'intero firmamento.
    Il nuraghe quadrilobo come rappresentazione cosmica dell'universo retto da un asse centrale e da quattro laterali collocati ala sua estremità (cioè nei punti solstiziali (sicuramente estremi) ed equinoziali (sicuramente lungo l'eclittica collocati in modo perpendicolare agli altri due)).
    @ Dedalo, Laner mi pare voglia dire che sia il nuraghe che il modellino sono rapresentazione cosmica (nel modello è più facile prenderne atto a ragione della sprozionalità in altezza) e che dunque coi modellini non si voleva rapresentare il nuraghe ma l'Universo di cui anche il nuraghe era rapresentazione. Comunque a lui rispondere se troverà il tempo.

    saluti

    Mauro Peppino

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  5. si Mauro, anche perchè se non lo consideriamo come rappresentazione della terra quadra, ma proprio del nostro pianeta (continuando quindi a credere alla favola, quella si, del fatto che gli antichi non sapessero che la terra è sferica) cosa sarebbero questi ipotetici quattro angoli del mondo??

    se invece immaginiamo l'eclittica ecco che tutto trova un significato

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  6. @ Fabrizio,
    che il quadrato simboleggi la terra è un dato abbastanza comune dunque da prendere in considerazione.
    Ma è possibile che nel caso dei nuraghi, il quadrilobo non sia una rapresentazione della terra (quadra) e che le torri periferiche rappresentino proprio i quattro angoli dell'universo. O per meglio dire quelli che venivano intesi come i quattro angoli dell'universo.

    saluti

    mauro

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  7. @ Laner
    Quei nuraghi quadrilobati, originariamente furono costruiti dai nuragici che erano fisicamente piccoli e ragionavano e giocavano come bambini : non avendo a disposizione la sabbia e i secchielli , cominciarono a costruire torri con le pietre che trovavano ovunque disseminate in grade quantità. Ne costruivano quattro agli angoli di un quadrato e una al centro,e per dare un tocco di originalità le orientavano astronomicamente. Siccome erano anche degli svoroni , testardi e forzuti, comiciarono a fare le torri sempre più alte, sempre più grandi. Ogni banda di piccoli-grandi nuragici (che allora non si chiamavano così) volle costruire il proprio nuraghe , ne costruirono così tanti che alla fine si stancarono e cambiarono gioco.

    Maga Maghella

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  8. si, cambiarono gioco imparando a servirsi della torre centrale, sempre più grossa ed adatta al giochino che a te piace tanto!

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  9. @
    Prof. Laner
    ...eh no prof! Io mi sono molto divertita nel leggere il suo commento dell'1 sett. ore 22.20, non penserà di essere l'unico a possedere il dono dell'ironia!Peccato non si sia divertito, non era mia intenzione offenderla.
    Maga Maghella

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  10. Non sopporto chi spara da dietro i muri a secco, anche se sparano a salve.
    Con anonimi e pseudonimi non ho nulla da spartire.

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  11. Non sopporta gli anonimi!

    Ma chi è sto Laner?

    Per me che non lo conosco, e non mi interessa conoscerlo, è un anonimo quanto Maga Maghella (solo un tantino più maleducato) ed è bene che il Signore non dimentichi:
    a) che nei forum ciò che principalmente interessa alla maggioranza dei partecipanti non è l'albero genealogico dell'interlocutore, bensì la sostanza delle sue asserzioni;
    b) che in uno spazio come il Web si possono incontrare persone, ripeto persone caro Laner, che finché non le mancano di rispetto hanno tutto il diritto di ironizzare sulle sue teorie che appaiono (anche a un ignorante come me) campate in aria ... hops volevo dire ... nel Cosmo.
    c) che in ogni caso un po' di rispetto per una signora (anche se streghetta) non guasta mai e si può persino restituire l'immagine di persona educata.

    Gianni di Buonacompagnia

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  12. riceviamo da Franco Laner:

    Egr. Gianni di Buonacompagnia (?)
    lei asserisce di essere ignorante. Ne prendo atto.
    Prenda anche lei atto che la gente educata si presenta con la mano aperta e soprattutto non spara dalle fessure dei muri a secco senza farsi vedere. Costui si definisce generalmente -in Sardegna in particolare- vigliacco.
    Cerco infine di essere rispettoso con tutti, senza distinzione di sesso o di età. Perché mai dovrei comportarmi con più rispetto con una signora o con un anziano?
    Per guadagnare d'immagine? Più che apparire, cerco di essere!
    Le sue o le mie idee rimangono tali firmate o meno? No. Comunque rivendico per me il diritto di non considerare le idee di chi non ha il coraggio della paternità.
    Franco Laner

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  13. Signor Gianni,
    il commento di Maga Maghella era simpatico ed è stato pubblicato, Laner ha risposto in modo altretanto simpatico senza offendere nessuno.

    A noi le teorie di Franco Laner paiono adeguatamente fondate, se lei volesse argomentare suoi punti che non la convincono siamo pronti a leggere le sue critiche e a controbattere.

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