sabato 9 ottobre 2010

Mito Antico (e moderno) e conoscenza astronomica (terza parte)

di Fabrizio Sarigu


L’universo dagli antichi era quindi immaginato come una sfera armillare (quella che per intenderci troviamo sovente in mano ai papi, ai santi, agli imperatori etc) dove l’armatura dei coluri avvolge tutta la struttura delle stelle fisse e al centro sta il nostro pianeta. Tutto l’universo è quindi ripartito in tre regni divisi sotto il seguente schema che appare sovente nei miti:
a) Cielo: dal tropico del cancro alla stella polare, la regione circumpolare del cielo abitata fra l’altro dai 7 re o saggi, le stelle dell’orsa, i 7 buoi a cui il mito aveva, fra gli altri, affidato il compito di far ruotare il “mulino” (settentrione deriva dal latino septem triones, i triones erano i buoi deputati a far ruotare la macina, il termine con cui indichiamo il “nord” ci deriva direttamente dal mito), la costellazione dell’orsa era fondamentale poiché il coluro solstiziale la attraversò passando per ciascuna delle sue sette stelle (ognuna di esse era associata ad un pianeta).
b) La terra quadrata: il piano dell’eclittica su cui si muovevano le forze planetarie. La quale a sua volta era divisa in due grandi blocchi, la “terra emersa” ossia la parte d’eclittica sopra l’orizzonte (da equinozio a equinozio passando per il polo nord) e quindi visibile all’osservatore durante le ore notturno, ed il “mare” ossia la parte dell’eclittica non visibile all’osservatore perché sotto l’orizzonte (da equatore ad equatore passando per il polo sud). Ecco spiegata l’allegoria dello sprofondare di Atlantide (ossia del pilastro dell’equinozio d’autunno) e dello spuntare dal mare di nuove terre (costellazione pilastro dell’equinozio di primavera), che nulla hanno a che spartire con la geografia del nostro pianeta.
c) Il regno dei morti: la parte di cielo che va dal tropico del capricorno al polo sud, rappresentata principalmente dalla nave sacra, la costellazione Argo e dal suo pilota, la stella remo Canopo, sede come vedremo delle misure.
Platone nel Timeo spiega proprio come si articola questo schema e di come l’incastro fra il piano dell’eclittica e dell’equatore (che lui chiama “l’altro” e il “medesimo”) sia raffigurabile con la lettera X dell’alfabeto greco.
Ma chi era Amleto? Perché era lui il proprietario del mulino?, in altra sede abbiamo detto che dietro Amleto si nasconde una precisa forza planetaria, ora è venuto il momento di presentare il signore e padrone del tempo, nonchè delle misure, ossia il pianeta Saturno.
Anzitutto è necessario spiegare il ruolo che i pianeti ricoprivano nella visione (sempre geocentrica ) che l’uomo aveva dell’universo. I pianeti (cani, come li chiamava Pitagora) erano le forze divine, non a caso conservano tuttora i nomi delle divinità, erano gli DEI. In seguito a causa della segretezza che circondava la scienza sacra, la gente comune finì per non capire più chi e cosa fossero gli dei, lasciandosi rapire da un processo di antropizzazione che nascose la vera origine delle credenze. I pianeti da un punto di vista geocentrico sono riconoscibili (ovviamente si parla dei pianeti visibili dalla terra, ossia Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) poiché si collocano sul piano dell’eclittica (come sappiamo nel nostro sistema solare i pianeti non si dispongono come gli elettroni rispetto al nucleo di un atomo, ma grosso modo su un unico piano) e ruotano nella direzione opposta a quella delle stelle fisse.
Il movimento apparente che essi delineano, che i greci disperatamente cercavano di ricondurre geometricamente a orbite circolari, permette di dividerli in due grandi gruppi:
A) Mercurio e Venere
B) Marte, Giove e Saturno
Mercurio e Venere, descrivendo orbite interne rispetto a quella della terra, hanno un moto apparente incredibilmente complesso, essi compiono incredibili evoluzioni, vanno avanti, tornano indietro, fanno “capriole” in un moto assolutamente irrazionale. Il mito spesso descrive infatti Mercurio come il pianeta/dio degli intestini, proprio per indicare la complessità del suo moto apparente. Questo viene espresso anche dal simbolo con cui oggi lo conosciamo, il caduceo, uno o due serpenti arrotolati su un bastone che simbolicamente indicano proprio la complessità del moto (spirale del serpente) attorno all’asse della terra (il d.n.a. non c’entra nulla, nonostante qualcuno sostenga il contrario…). Ciò che è incomprensibile, ma assolutamente spettacolare da un punto di vista geocentrico, diventa comprensibile dal nostro punto di vista eliocentrico. Mercurio e Venere sono pianeti interni rispetto all’orbita della terra, per questo coprono in meno tempo la loro rotazione attorno al sole (Mercurio è il più veloce, infatti era il messaggero degli dei, con le “ali” ai piedi). Ciò significa che ci “doppiano” ripetutamente creando delle “evoluzioni” particolari e risultando visibili soprattutto prima del sorgere del sole (stella del mattino) o dopo il tramonto (stella della sera), in quanto sono posti fra noi e il sole.
I movimenti dei pianeti esterni sono invece più semplici ma comunque molto spettacolari. In pratica compiono delle “capriole”, ossia il pianeta, rispetto al suo moto normale, pare ad un certo punto tornare indietro sui suoi passi per poi riprendere ad andare (vedere wikipedia alla voce Marte, c’è un filmato molto chiaro). Tali moti sono detti retrogradi per evidenti motivi, su tutti Marte, ritenuto non a caso anche il dio della danza.
Questi erano i fautori del tempo, le vere potenze e tutta la mitologia non è altro che un resoconto celato (anzi, celatissimo) delle loro evoluzioni, ossia una uranografia.
Fra le potenze planetarie, la più importante è quella ricoperta da Saturno/Kronos, signore del tempo e delle misure nonché dell’età dell’oro (il grande fabbro, deus faber, l’architetto). Egli ricoprì questo ruolo sia a causa del suo moto solenne (è il pianeta più “lento”), sia per via delle sue congiunzioni con Giove (trigono). Se il sole nel “attraversare” i segni dello zodiaco è la lancetta delle “ore precessionali”, nel cielo esiste un’altra fiaccola che segnava invece i minuti di un’era, tale fiaccola è il pianeta Saturno. Agli antichi mitografi dovette sembrare proprio segno della volontà creatrice l’esistenza di periodi che si accordavano l’uno con l’altro, così avviene che entro il tempo di un’era processionale, ossia 2160 anni, un angolo del trigono delle congiunzioni di Saturno con Giove percorre tutto lo zodiaco (in realtà impiega 2384 anni), cadenzando così i ritmi di un’era e consentendo di delinearne un inizio, una metà e una fine/inizio di una nuova era. Un nuovo segno zodiacale regnava a partire dal primo giorno di una grande congiunzione Saturno/Giove nel punto di passaggio, l’era dei pesci ebbe inizio con la prima congiunzione Saturno/Giove nel segno dei pesci avvenuta nel 6 a.C. (ecco cosa era la stella cometa del vangelo!!). Grazie a questo trigono, Saturno/Kronos fornisce veramente le misure al figlio Zeus. La sede di Saturno, dove egli si ritirò a seguito della caduta dell’età dell’oro (epoca dei gemelli, dove la via lattea, per la posizione ricoperta al momento, era un coluro equinoziale visibile e i tre regni erano uniti da un ponte/strada visibile, cosicché le anime dei morti non potevano perdersi, ecco perché età d’oro), è la stella Canopo, come più volte detto, considerata l’unico punto statico del cosmo poiché il polo sud era ritenuto esente dalla precessione. Giacchè il tempo è movimento (dei pianeti), l’unico luogo statico del firmamento non può che essere la sede-origine del tempo e quindi saturno-kronos ne è il signore.
Ci sarebbe un’infinità di altre cose da dire su quest’argomento, che però vanno ben oltre le mie modeste capacità di sintesi, spero solo di aver suscitato in voi delle domande e la curiosità di andare a leggere un saggio così importante per l’analisi storica del pensiero umano e della sua evoluzione.

P.S. il trigono è una figura che ripropone le congiunzioni tra Saturno e Giove rispetto ai segni dello zodiaco venendo a suddividere lo stesso in 4 triplicità corrispondenti ai quattro elementi:
1. Fuoco: Ariete, Leone, Sagittario
2. Terra: Toro, Vergine,Capricorno
3. Aria: Gemelli, Bilancia, Acquario
4. Acqua: Cancro, Scorpione, Pesci
(adesso si capisce perche nell’oroscopo i segni di acqua e aria paiono incoerenti, ossia che ci fa lo scorpione fra i segni d’acqua? E l’acquario perché è in aria?). Ogni 20 anni dunque avviene una grande congiunzione fra il Pianeta Saturno e Giove, congiunzione che ha come sottofondo un segno dello zodiaco, dopo 20 anni un’altra con a sua volta un segno e quindi una terza con un altro segno formando così un triangolo rispetto al cerchio dello zodiaco. Per ben 12 congiunzioni (circa 200 anni) si resta entro la triplicità che si è delineata e in 800 anni tutti gli “elementi” vengono attraversati. Se invece consideriamo un angolo del trigono, questo impiegherà per percorrere tutta la circonferenza zodiacale circa 2400 anni per tornare dal punto A al punto A, quando supererà il punto A entrando nel nuovo segno, ecco che quella è la data di nascita della nuova era, come avvenne per l’era dei pesci, inaugurata dalla prima congiunzione Saturno-Giove nel segno dei pesci appunto (6 a.C.).

1 commento:

  1. Una sintesi molto bella e poetica che traccia la metafora del tempo e delle sue regolazioni compatibilmente con un riferimento geocentrico per forsa di cose essendo quello dell' osservatore . Una sola osservazione , l' orbita complessa di Mercurio è anche dovuta al fatto che è una ellisse aperta e mai complanare con i piano dell' eclittica e quindi Mercurio " saltella apparentemente " non solo perché è più veloce ma anche perché " effettivamente " la sua orbita " interseca " in modo irregolare tutte le altre .

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