sabato 5 marzo 2016

Palle belliche o Balle belliche?

di Massimo Pittau


Proiettili di pietra arrotondati: mai esistiti – Erano invece simboli del Sole e della Luna (divinità certamente venerate anche dai Sardi Nuragici), rinvenuti nei pozzetti sacrificali e nelle favisse dei più grandi nuraghi. Ecco quanto su questi globi di pietra rinvenuti a su Nuraxi di Barumini ha scritto un “illustre” archeologo, non in un'opera giovanile, bensì in un'opera della vecchiaia: «palle belliche in arenaria del peso di 4 kg., usate per il getto dal piombatoio» [= presunto “ballatoio”] (vedi “La Sardegna – I tesori dell'archeologia” (opera in collaborazione, Sassari 2011, vol. I, pg. 196, pubblicata da “La Nuova Sardegna”). Ma noi chiediamo ed obiettiamo: «Che motivo c'era per sottoporsi al pesante, lungo e difficile lavoro di arrotondamento di un sasso, come se sassi grezzi di 4 kg. sarebbero stati meno micidiali per i nemici attaccanti di quelli arrotondati?». Però ci viene il dubbio che l'archeologo-stratega volesse dire non “palle belliche”, bensì “balle belliche”...

5 commenti:

  1. forse come titolo sarebbe stato più appropriato: Palle belliche o Balle megalitiche?

    RispondiElimina
  2. Certo, se li lasci cadere dal tetto il ragionamento può anche filare,almeno in prima approssimazione, ma se li usi come proiettili da fionda o catapulta o simili, allora cambia tutto.

    La forma sferica è quella che permette al proiettile di raggiungere velocità maggiori. La forza impressa sul bersaglio è direttamente proporzionale alla massa, è vero, ma è anche (è soprattutto, direi) direttamente proporzionale al quadrato della velocità: per l’efficacia di un proiettile, la velocità è più importante della sua massa, è questo quei signori dell’antichità lo sapevano bene!

    Studiate la fisica prima di scrivere ingenuità!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. risposta del prof Pittau :
      Studiate la storia prima di scrivere ingenuità!
      Dalla storia appunto risulta appunto che pietre accuratamente arrotondate non venivano lanciate dalle fionde, dalle catapulte e "simili" (bocche di fuoco?) . ma perchè non si firma?

      Elimina
    2. Non si firma perché non ha la dignità del proprio nome. Forse il nuragico avrà intuito che un proiettile arrotondato rispetto ad uno grezzo offriva meno attrito. Ma che i nuragici avessero le nozioni di balistica che l'anonimo richiama rientra in quel travisamento dell'evoluzione tecnico-scientifica, tipico di molti Isolani, che hanno bisogno di priorità inventive, per legittimare riscatti socio-culturali di cui la Sardegna nuragica non ne sente il bisogno.
      La questione delle palle litiche l'ho trattata come una delle dieci tonterias nuraghesas. Preferirei che si dicesse che i nuragici abbiano inventato il gioco delle bocce! Uno dei maggiori difensori di questa balzana idea che rafforza la militarità dei nuraghi è Ercole Contu, incapace di idee originali ma capacissimo di chiosare in peggio le idee del suo maestro Lilliu.

      Elimina
  3. Il “getto dal piombatoio” non era certamente la funzione per cui furono forgiate, su questo non c’è alcun dubbio e siamo tutti d’accordo.

    D’altra parte, se il prof. Pittau afferma che la storia non descrive mai (?) il loro utilizzo come proiettili da fionda, catapulte ecc., non posso che prenderne atto, non possiedo la forza argomentativa per aprire una discussione su questo. Quanto egli afferma mi lascia comunque sorpreso e sarà, certamente, per me, materia di interessanti approfondimenti. Naturalmente, se le ricostruzioni storiche vietano a ragione quell’utilizzo, la mia precedente osservazione – il commento del sei marzo - cade come non a proposito (insieme a l’invito che portava in chiusura).

    Se occorre dirlo, non stavo affermando che i nuragici avessero sistematizzato le conoscenze in materia di balistica nei formalismi della scienza post-galileiana. Pensavo piuttosto a conoscenze di natura esperienziale, intuizioni concettuali di cui oggi noi possiamo trovare rispondenze matematiche (trovo questo tipo di esercizio intellettuale sempre molto interessante). Dunque, non un “travisamento dell’evoluzione tecnico-scientifica tipico di molti isolani”, ammesso che questa locuzione di Laner nasconda una sostanza significativa (perché, ad esempio, quel "travisamento" sarebbe “tipico di molti isolani”?).


    Non ho firmato il commento del 6 Marzo per distrazione: non mi ero accorto che, per una qualche ragione, il mio account era of-line. Ora non firmo questo per presa di partito: la mia idea dei dibattiti in rete è figlia della cultura hacker, e internauta più in generale, dello scorcio finale degli anni novanta, con una netiquette che non imponeva il principio di una forma, diciamo, “analogica” della presentazione della propria identità, ma soltanto la valenza del rispetto, dell’educazione e del “mai sul personale”. Con l’avvento dei social, la rete è diventata un grande mercato dei dati personali e dell’inquadramento a scopi di controllo politico e commerciale, in cambio, alla gente si da in pasto la possibilità di spettegolare. Qui parliamo della più sofisticata dittatura della storia, altro che “dignità del proprio nome”. Si firmi Laner, si firmi, io oggi non ne ho voglia.

    RispondiElimina