domenica 4 ottobre 2020

Suggestione da “Nel segno di Orione” di M.P. Zedda

di Franco Laner
Ho letto l’ultimo libro di Mauro. Con poco interesse, confesso, i capitoli sui Shardana e sul Sardus Pater, ma con attenzione e convinzione quello sull’originalissima interpretazione del “pugilatore con scudo in testa” di Monte Prama. Perché mi convince? Perché è una diversa raffigurazione della perdurante visione cosmologica: inferi-terra-cielo, presso – esagero! – tutte le antiche civiltà con residuali contemporanei. Forse che la Madonna, con la corona di stelle, incastonata in un capitello, caratterizzato da un arco superiore e basamento, non appartiene alla stessa interpretazione cosmologica?
Nel capitolo 5 del mio “Sa ‘ena” (2011) dedicato alla stele delle Tombe dei Giganti, confortato da raffigurazioni simili, in particolare le incisioni rupestri della Val Camonica e dalla stele di Assuan, ho sostenuto la coincidenza semantica della stessa visione cosmica congelata nella stele sarda.
L’interpretazione di Mauro, con questi miei precedenti, non può che trovarmi entusiasta: il cielo è sostenuto da un gigante. La terra ha il suo alter ego nell’uomo, forte, grande, gigante appunto fuori dal normale. La terra ha ormai il suo padrone, il Sapiens! Forse è anche un piccolo aiuto ad interpretare l’orribile e sproporzionato guerriero di Monte Prama, schiacciato dal peso del cielo e affaticato dall’incessante sforzo. Se avrò voglia e tempo ritornerò sull’argomento, per ora faccio parlare le immagini e chiudo con la frase di chiusura del libro di Mauro: assolutamente stupefacente! Franco Venezia, 04/10/2020

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