domenica 5 settembre 2010

Ancora sul problema della chiusura dei nuraghi

di Alessandro Mannoni


Noto che il tema delle porte ha generato un dibattito molto acceso! Con proposte più o meno valide da entrambe le parti, finalmente si discute ed almeno si tiene conto del problema, che tradizionalmente nei testi classici dei nostri archeologi veniva ignorato o dato per scontato come risolto a priori, con una facilità che rasentava l’ingenuità.
A quanto pare la soluzione di chiusura prospettata nel caso di una funzione militare pare essere la pietra perché, se usate, le porte in legno potevano essere al massimo provvisorie e semplicemente poggiate, in quanto non in grado di reggere ad assalti nemici (risparmiamoci naturalmente i rovi della Tanda!!). Altro non appare al momento capace di assolvere alla funzione di chiusura solida.
Prima di discutere di tale proposta vorrei però si concordasse prima su un fattore: alcune soluzioni tecniche valide elaborate dai nuragici dovevano avere una diffusione generale, o almeno su grandi porzioni di territorio. Pertanto escludere la porta in legno e promuovere la chiusura in pietra significa potenzialmente estendere la tecnica a tutti i nuraghi intesi come fortezza. Ecco perché eventuali eccezioni che si possano riscontrare … non fanno testo! Aver trovato in alcuni nuraghi degli stipiti o degli incassi per eventuali porte o travi di blocco non dimostra che quello fosse il sistema di chiusura generalmente utilizzato: quali e quanti sono i nuraghi dove compaiono tali elementi? Poche eccezioni su migliaia non dimostrano certo la funzione militare del nuraghe. E siamo poi sicuri che tali elementi non siano frutto di rimaneggiamenti e riutilizzi successivi, di epoca romana ad esempio, o più recente?
A questo punto esaminiamo la pietra o le pietre di chiusura:
Un pietrone di grandi dimensioni e peso o un grande lastrone presentano elementi di scarsa praticità di utilizzo molto evidenti, ed inoltre nessun archeologo, a differenza dei chiusini di alcune domus de janas o delle tombe puniche, ne ha mai ritrovato uno in sito (altrimenti ritengo che l’avrebbe evidenziato e pubblicizzato adeguatamente!).
Quanto avanzato da Pisineke sembra più logico e probabilmente meritevole, oltre che di una analisi dettagliata, anche di una prova …sul campo!
Vediamo la fattibilità pratica di tale sistema. Per farlo credo si debba differenziare dapprima la tipologia di ingresso da proteggere, che per gli edifici nuragici penso si possa tripartire:
1) ingresso alla torre isolata o alle singole torri dei nuraghi complessi
2) ingresso al bastione del nuraghe complesso
3) ingresso/i alla cortina dell’antemurale
Distinguo i diversi ingressi perché ognuno di essi ha una sua specificità, formale e funzionale tale a mio parere da non consentire l’estensione del sistema di chiusura valido per uno di essi a tutti gli altri.
Se consideriamo la 1° tipologia di ingressi, quella senz’altro numericamente più ampia, la soluzione di Pisineke presenta a mio parere alcune difficoltà pratiche:

Supponendo che l’ingresso di un nuraghe abbia la misura di 1,15 x 1,70, e supponendo di utilizzare il granito come pietra , possiamo facilmente calcolare il peso dei blocchi necessari ( 9 ) ognuno delle dimensioni di 1,20m x 0,20m x 0,20m.
Il valore della densità in Kg/m3 del granito è di 2,500 (dato facilmente riscontrabile). Un blocco di granito di tali dimensioni (1,20m x 0,20m x 0,20m) ha un volume di 0,048m3; moltiplicando 0,048 m3 x 2500 (valore della densità del granito kg/m3) si hanno 120 Kg.
Due persone giovani sono in grado di sollevare tale peso anche ad una altezza di 1,60/1,70m. Otto blocchi di tale peso, preventivamente sistemati verticalmente vicino agli stipiti, 4 da una parte e 4 dall’altra, sono perciò facilmente sovrapponibili uno sull’altro (un blocco poteva essere sistemato permanentemente a formare un gradino). Sarebbe stato sufficiente poi sistemare verticalmente dietro tali blocchi 2 assi in legno puntellate con dei tronchi tagliati ad hoc...e di sicuro l’ingresso al nuraghe sarebbe stato assai difficoltoso
.”

Le torri con ingresso scala sul corridoio (e quindi una grande percentuale delle torri dell’isola, del centro nord come dimostrato da Mauro Peppino Zedda), avevano la necessità che la chiusura fosse impostata nella prima parte del corridoio che precede l’accesso alla scala, che doveva essere assolutamente difeso. Il blocco esclusivo della sala centrale, disponendo le pietre a ridosso dell’innesto del corridoio alla camera, oltre ad essere complicato dall’ampiezza e altezza di molte di queste luci (come nel caso dei nuraghi con l’innesto a forma di carena rovesciata - vedi il Piscu di Suelli) esponeva gli assediati ad una fine orribile poiché i nemici saliti al piano superiore o al terrazzo grazie alle scale non protette potevano, semplicemente sollevando le poche pietre di copertura del foro apicale della tholos, far piovere su di essi di tutto o affumicarli col fuoco.
Ora, la chiusura col sistema Pisineke della luce esterna di accesso al corridoio doveva essere realizzata con blocchi il più possibile squadrati e regolari, onde evitare spazi di gioco o di inserimento di legni o altri attrezzi di forzatura da parte del nemico. Questi blocchi poi, data l’abituale mancanza di riseghe o di stipiti nel vano porta dovevano anche essere delle esatte dimensioni, in larghezza, di tale vano. Il problema che si poneva ai “portieri” nuragici era quindi logistico: manovrare all’interno del ridotto corridoio per sollevare e trasportare, oppure trascinare, o spingere, tali blocchi e posizionarli uno sull’altro. Immagino che per porsi ai lati del blocco in due e sollevarlo avrebbero dovuto disporlo non nel senso della larghezza, perché sarebbero rimasti incastrati, ma nel senso della lunghezza del blocco, che una volta poggiato avrebbe dovuto essere ruotato in posizione (se possibile, visto le dimensioni esatte del blocco rispetto alla larghezza del vano). Per impedire però che anche i nemici, dall’esterno, spingessero tali blocchi facendoli ruotare e cadere, era necessaria la seconda parte del sistema di chiusura ipotizzata da Pisineke: i due assi verticali in legno per compattare la colonna di blocchi e impedire che venissero spinti singolarmente o fatti ruotare e i lunghi tronchi posti diagonalmente a puntello delle assi stesse per impedire che le assi cascassero facilmente (non sono visibili infatti incassi per il blocco delle assi sul soffitto). Forse al posto di assi e tronchi si sarebbe potuto utilizzare un secondo sistema di blocchi da appoggiare al primo, che avrebbe reso il sistema più solido. In tal caso però il rischio poteva essere quello di ….restare murati vivi! Sarebbe stato molto complicato infatti sfilare all’indietro i massi una volta incastrati senza poterli far ruotare su se stessi, a meno che non fossero di dimensioni più strette rispetto al corridoio. Questo sistema di chiusura avrebbe avuto un ulteriore vantaggio difensivo: se anche si fosse riusciti dall’esterno a scalzare e far cadere i due o tre blocchi più alti essi si sarebbero collocati immediatamente dietro gli altri rimasti rinforzandoli e lasciando quindi solo uno spazio di accesso ristretto a metà luce. La soluzione più praticabile dagli assalitori era allora tentare di farli ruotare e poi sfilarli dall’esterno.
Molto più complesso appare questo sistema di chiusura se applicato non alle torri classiche ma ai protonuraghi (secondo la terminologia adottata da Ugas) senza camera voltata. Nei lunghi corridoi di accesso del piano base gli spazi e di conseguenza i movimenti con tali blocchi, sarebbero stati quasi impraticabili. Dove collocare poi, i blocchi “ a riposo”, quando cioè inutilizzati per la chiusura, nei protonuraghi a corridoio passante che non disponevano solitamente di vani vicini all’ingresso di dimensioni tali da favorire il collocamento e la manovra di tali pietre? Negli altri nuraghi si potevano perlomeno collocare nella camera o, se abbastanza larga, nella famosa garitta; meno praticabile credo la collocazione verticale a ridosso degli stipiti nell’andito perché avrebbe portato via troppo spazio nel già angusto corridoio.
Il sistema, se ristretto a certe condizioni e ad una parte dei casi, pare ad ogni modo fattibile, benché non dovesse essere così rapido come descritto da Pisinike.
Ma a questo punto mi chiedo: se la funzione delle torri isolate era quella di sistemi di controllo ed avvistamento dall’alto perché non complicarne l’accesso al nemico ponendo l’ingresso ad una certa altezza, come nelle torri costiere spagnole? Ciò avrebbe evitato timori di sfondamento di qualsiasi genere senza bisogno di ricorrere a sistemi di chiusura complessi. Invece tale soluzione parrebbe una limitatissima eccezione nel panorama dei nuraghi sardi.
Resta comunque valida l’obiezione che un tale sistema di chiusura che rinchiudeva gli assediati come topi in un luogo angusto senza grandi mezzi di sopravvivenza (i pozzi interni alle torri sono pochissimi), poteva servire solo per breve tempo e sempre in attesa di rinforzi esterni.
Più semplice invece l’applicazione di tale sistema agli ingressi del bastione dei nuraghi complessi o dell’antemurale: qui l’appoggio dei blocchi poteva avvenire dall’interno del cortile sulla seconda luce di accesso, senza alcun bisogno di incastro e quindi utilizzando blocchi più larghi del vano, ed anche una doppia cortina di blocchi. Non c’erano motivi logistici di particolare impedimento.
Rimane a questo punto l’obiezione della mancanza di ritrovamenti, da parte degli archeologi, di tali blocchi di chiusura accanto alle porte, risolvibile, credo, solo ipotizzando che “evidentemente” siano stati tutti portati via nel corso dei secoli quale materiale edilizio già pronto o perché nel corso dello scavo scambiati sistematicamente per materiale di crollo e quindi scartati e accantonati dagli archeologi che ne ignoravano naturalmente la funzione! Che bel …. colpo di “fortuna” (per i militaristi naturalmente)!

27 commenti:

  1. @Faulas

    Faulas , nell'altro post sugli ingressi (sempre di A. Mannoni) scrive

    Caro Mauro: Le tracce di stipiti per la porta d' ingresso sono una realtà in innumerevoli nuraghi.Le porte potevano essere in legno o pietra. Una lastra di pietra proprio all' ingresso del Seruci(non ingresso principale) fà tuttora bella mostra di sè in situ:mostra addirittura segni di scalpellatura onde adattarsi all' ingresso che doveva chiudere.La cornice interna della soglia mostra 2 serie di stipiti su entrambi i lati.....poi non sò che dirti.

    Ho visto mille nuraghi e segni di lavorazione su stipiti nè ho tnotato solo sulla finestra al primo piano del Ponte di Dualchi e sull'ingresso del Santa Barbara di Sindia, segni che fanno pensare non certamente alla prota di una fortezza ha di una semplice prota di chiusura senza pretese di resistere a sfondamento, segni che sono preumibilmente post nuragici.

    Sul Serucci spiegati meglio in quale ingresso sarebbe la lastra di cui parli, che dimensioni ha? la collocavano dall'esterno o dall'interno?

    saluti

    mauro peppino

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  2. @Mauro Peppino

    L' ingresso a cui mi riferisco è l' ingresso tuttora utilizzato per le visite.Purtroppo la lettura della struttura è molto difficile(per me).
    Posso dirti che la lastra è posta all' interno:ci cammini sopra appena entri,a occhio m. 1.60 x 80 di dimensione.L' ingresso in questione(orientamento S/E) è munito di ampio nicchione sulla sin e accede a un corridoio voltato di circa m .5 di lunghezza che termina in una corte a cielo aperto . Ho delle foto per renderti l' idea.
    E comunque non era informazione data per perorare la causa del "nuraghe fortezza" tout court, in quanto sono il primo a non condividerla.

    Saluti

    Faulas

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  3. @ Faulas ,

    dunque secondo te la lastra di pietra veniva issata, spinta e incastrata nell'ingresso?
    Ti chiederei:
    1)di fornire le misure precise sia della lastra che dell'ingresso,
    2)controllare se nella lastra vi siano prese (o punti utili a incastrare i puntelli),
    3) controllare eventuali usure nelle parti d'ingresso.

    Ovviamente non credo affatto che la lastra servisse da porta, ma la cosa deve essere valutata sinoi in fondo.

    saluti

    mauro peppino

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  4. @ Pierluigi

    Nel precedente post sugli ingressi hai scritto (rivolto a Alessandro Mannoni) "A mio avviso l'articolo postato non è impostato correttamente," a me pare invece l'argomento sulla presenza o meno di porte negli ingressi dei nurgahi sia stato affrontato da Alessandro in maniera assai corretta.
    Piuttosto sei tu che sulla questione hai divagato, pensi forse che la questione non sia importante?

    vedi caro Pierluigi:
    Pisinèke pensa che i nuragici si muravano dentro;
    Faulas ancora crede alla favola di Taramelli sulle lastre di chiusura;
    la Tanda immagina che li chiudevano con dei rovi (al modo in cui i pastrori chiudono i loro chiusi);

    Altri pensiamo che che non vi fosse alcun sistema di chiusura;

    infine non ho ancora capito come secondo te e il tuo maestro Ugas , i nuragici chiudevano (se li chiudevano) gli ingressi dei nuraghi.


    saluti

    mauro peppino

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  5. @Mauro Peppino

    Cercherò di dotarmi delle informazioni che chiedi.Lastra issata e appoggiata a mio parere,il che nn escludeva la possibilità di utilizzare all' occorrenza chiusure più leggere di legno, il che spiegherebbe le riseghe sulla cornice interna.
    Si tratta sempre di accessori amovibili....poi magari chiudevano perchè la levantata riempiva il nuraghe di sottilissima sabbia e polvere(fenomeno non raro),oppure in caso di temperie epocale:stà di fatto che non credo debba essere escluso un metodo di chiusura in termini così tassativi. Approccio open minded:caldamente consigliato!!!

    Saluti

    Faulas

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  6. Capisco che una ricostruzione debba essere fatta, ma senza dubbio i tempi di chiusura si potevano dimezzare se invece di due fossero state quattro le persone incaricate a sbarrare l’ingresso.

    Molto probabilmente con la distruzione dei blocchi usati per asserragliarsi dentro,…. si sarebbe – passatemi l’espressione – disinnescato il nuraghe, per cui la loro frantumazione, dopo un assedio, avrebbe dovuto essere prassi.

    Oltre che a crolli accidentali e oltre ad altre cause, si potrebbe ipotizzare che anche i terrazzi sommitali – imho – sono stati distrutti dai legionari romani per prevenire un loro riutilizzo.

    Anche per queste ragioni ritrovare integri dei blocchi usati per la chiusura è impresa molto ardua.

    Se la porta di ingresso per ( a noi ) sconosciute ragioni doveva restare perennemente aperta, come ipotizzato dai difensori del nuraghe monouso, non mi meraviglierebbe affatto ritrovare tra i modellini di nuraghe rinvenuti, un accenno di scalpellatura della pietra in coincidenza della porta.

    Imho, l’ipotesi del nuraghe polifunzionale è quella più plausibile.

    Saluti, Pisinéke

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  7. Caro Pisinike ho già dimostrato (in Archelogia delpaesaggio nuragico,)che la tesi del nuraghe polifunzionale è assai più inverosimile della sua indimostrabile tesi indicante i nuragici che si murano dentro il nuraghe!

    saluti

    mauro peppino

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  8. Legno, e in caso di necessità si poteva rinforzare con più strati. Non escludo, comunque, che in alcuni nuraghe potesse esistere un sistema di chiusura con una o più lastre in pietra, e se così fosse immagino che avessero escogitato dei tiranti o un imbragaggio come quello che si utilizza per caricare le merci nelle navi. La forza bruta mal si adatta a manovrare la pietra, meglio le leve e le corde.

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  9. @ Pierluigi,

    in cosa consiste il sistema ad ingranaggi per caricare le merci sulle navi, potresti spiegarti meglio?

    saluti

    mauro peppino

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  10. Sono anch’io dell’opinione che se l’ingresso era munito di porta questa non poteva che essere di legno. Non tanto perché non lo si potesse chiudere con una lastra (certo se ti scappa la popò di notte diventa un bel guaio, si poteva sempre rimediare con la mitica frase “apriti sesamo” “apriti sedano”, zuccata finale e “apriti bastarda”) o con una “muratura” (mi sembra di vedere una scena dei flinstone), ma perché tutti questi sistemi di chiusura mi sembrano eccessivi rispetto alle esigenze di protezione che il nuraghe richiedeva.

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  11. Certo che il sistema di schiusura dei nuraghi non deve essere escluso.... come allo stesso modo non devono essere prese in considerazione i rari casi in cui finestre di camere sovrapposte ( nuraghe longu Padria, Ponte Dualchi ecc, )e alcuni nelle porte d'ingresso come al già citato Nuraghe s, Barbara di Sindia ecc,dotate appunte di riseghe con effettivi sistemi di chiusura.....ma non di certo del periodo Nuragico o per meglio dire contemporaneo allo costruzione dello stesso nuraghe.
    A mio parere il nuraghe non era dotato di nessun genere di porta litica , legno , o con particolari sistemi diciamo così " meccanici ".
    Molto semplicemente la porta e quella che non c'è.....quella che ti costringe in ogni caso ad entrare a passi lenti e in più delle volte dotarti anche di pila.......e già il nuraghe è molto Buio.

    Ahooooo!!!

    Granitu.

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  12. @ Granitu,
    condivido il fatto che le riseghe siano assai recenti, ma dimmi non starai per caso dicendo che il nuraghe sarebbe una trappola per eventuali intrusi? Se la pensi così sei pregato di fare commenti nell'altro post!

    In questo siamo tutti in trepida attesa del sistema di sollevamneto ad ingranaggi annunciato da Pierluigi.


    saluti

    Mauro Peppino

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  13. Caratteristica distintiva di Monty è quella di ipotizzare a tutto spiano.
    In quanto fantasia non lo batte nessuno.

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  14. Caro Alessandro Lessà,
    in primis benvenuto!

    Riengo l'intuizione creativa sia di fondamentale importanza per far avanzare la conoscenza, a patto che poi la valuti e la si critichi col massimo vigore.

    Insomma dovremmo valutare se l'ingranaggio navale su cui deve illuminarci Pierluigi è realistico o è preferibile (per sollevare il pietrone ovviamente) optare per un magico "apriti Sesamo"?

    Tieni presente che l'idea di Pisinike di murarsi dentro la ritengo assai più improbabile (per quanto fattibile) della possibilità (scientificamente nulla) che i nuragigi avessero una formula magica del tipo "apriti Sesamo"

    saluti

    Mauro Peppino

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  15. Non si riesce a capire perchè una porta non fosse utile in una costruzione come il nuraghe. quell'idea dei blocchi di pietra sovraposti mi sembra interessante. Perche escluderla senza neanche provare a vedere se funzionava o no? Perchè preferirne una in legno quando il legno non offre la stessa robustezza e sicurezza?

    Batore

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  16. @ Batore,

    il problema non è quello di decidere se fosse o non fosse utile, ma capire se ci fosse o non ci fosse, e chi pensa che ci fosse dovrebbe dimostrare di che tipo fosse!

    saluti

    mauro peppino

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  17. @Mauro Peppino
    Si possono immaginare sistemi di chiusura con porta in legno che non lasciano traccia. Ad esempio una porta montata all'esterno non ha bisogno necessariamente di una risega. L'assenza di segni non nega tassativamente l'utilizzo di una porta

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  18. @ Mauro Peppino
    Macchè trappole !! ....la mia era una provocazione ... ma se dobbiamo ancora oggi pensare e discutere al nuraghe come un edificio difensivo ( cosa ormai Superata ) , credete veramente che a porta chiusa aumentava il suo potere di inespugnabilità .

    Se è possibile sul sistema meccanico di chiusura ipotizzato sia corredato da un disegno ......

    Ahooo!!

    Granitu.

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  19. Ma quali Flinston, i nuraghi erano opera di Mago Merlino: La porta c'era ed era sempre aperta, ma per magia ai nemici appariva chiusa. Mago Merlino nella camera al pianterreno preparava pozioni magiche, e in quella al secondo piano ci teneva gli attrezzi per osservare le stelle!!
    Ahiòò, gente, svegliatevi!!!! I nuraghi sono opera dei maghi (..fa pure rima) che si erano rotti di stare sempre nelle domus de janas, assieme a quelle matte di streghe amiche della fata Morgana, e così, con la bachetta magica, si sono fatti ciacuno il proprio nuraghe! Ma ci vuole così tanto a capirlo!!
    Saluti, Brambilla

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  20. Mauro Peppino wrote:
    ''Caro Pisinike ho già dimostrato (in Archelogia delpaesaggio nuragico,) che la tesi del nuraghe polifunzionale è assai più inverosimile della sua indimostrabile tesi indicante i nuragici che si murano dentro il nuraghe!''

    Escogitare una maniera di potersi difendere in un nuraghe sbarrando l’ingresso con otto blocchi di pietra facilmente sovrapponibili e facilmente smontabili non significa murarsi dentro, altrimenti ogni qualvolta ci si chiude dentro qualsiasi edificio per proteggersi, …. ci si mura dentro.

    Se anche le porte fossero state di legno, è fortemente plausibile che fossero rinforzate dall’interno in qualche maniera, per aumentarne la resistenza. Anche in tal modo gli occupanti si sarebbero ‘’murati dentro’’.

    Quell’espressione ''murarsi dentro'' viene da Mauro Peppino utilizzata per sminuire tale ipotesi, forse perché non vuole accettare che tale ipotesi potrebbe essere interessante.

    Mi sembra di capire che si vuole a tutti i costi far passare l’idea del nuraghe monouso e privo di porta a priori, perché l’esistenza di tale porta comporterebbe il rivedere talune posizioni già consolidate o in via di consolidamento.

    Sono sempre più dell’idea del nuraghe polivalente. Concepire un nuraghe solamente per una sola funzione, a quei tempi, era fortemente illogico.

    Potrei capire un nuraghe, o pochi nuraghe, o parecchi nuraghe monouso, magari uno per cantone, tiè!!, ma 10.000 (sicuramente di più) nuraghe tempio è poco credibile.

    Pisinéke

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  21. Caro Pisineke, la tua idea del murarsi dentro deve trovare dei riscontri per essere accettata.
    usura nelle pareti dell'ingresso dove si incastravano i conci che immaginie di cui non cìè mnessuna traccia.
    Vedi la tua idea non è sostenuta da dati e dunque è da riggettare in toto.
    Tu parti da un preconcetto il nuraghe serviva per difendersi e dunque in un modo nell'altro lo chiudevano, insomma se ti metti in testa di trasformare il Partenone in fortezza riusciresti con la tua immaginazione a chiudere anche quello.

    La scienza avanza non perchè si cercano le risposte più confacenti ma perchè ci si pone le domande giuste!
    La domanda che ti devi porre è la seguente: un popolo che mostra una sapienza costruttiva simile a quello che mostra la civiltà nuragica se avesse voluto costruire fortezze, le avrebbe realizzate con un ingresso munito di un efficente sistema di chiusura (ben leggibile e riscontrabile ancora oggi) e soprattutto con spazi interni idonei non angusti come quelli dei nuraghi.

    Le fantasmagoriche fantasie di Lilliu hanno prodotto l'idea che l'angustia fosse funzionale a colpire gli incauti nemici che penetravano dentro il nuraghe, i sui discepoli non sono ancora riusciti a superare i dogmi del loro maestro.



    saluti
    mauro peppino

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  22. No, Mauro Pepppino, io non sostengo che il nuraghe serviva per difendersi, io vado oltre e dico che i nuraghe poteva servire anche per difendersi.

    Accetto l’idea del nuraghe tempio, degli incredibili allineamenti, dell’idea che sia stato concepito tenendo conto degli astri, delle costellazioni, ecc. ecc. Ma un uso solamente religioso mi vien difficile da immaginare.

    Il nuraghe monouso sarebbe stato uno spreco che il popolo nuragico non poteva permettersi perché non è che una comunità ne costruiva uno all’ anno! Sarebbe impensabile. Ma quello che costruivano lo avrebbero senza dubbio ben utilizzato nel futuro.

    Sicuramente a riguardo degli ingressi c’erano dei limiti da rispettare, limiti imposti per esempio dall’orientamento, sicuramente non ottimale se si vede il nuraghe in sola chiave difensiva. Sicuramente si è dovuto raggiungere un compromesso.

    Magari una maggior razionalità militare dell’ingresso è stata sacrificata a vantaggio della sua concezione indirizzata verso il sacro. Può darsi invece che nell’allestire il terrazzo sommitale si è tenuto maggiormente conto di una funzione difensiva, ideando e posizionando i solidi mensoloni e la balaustra in un certo modo.

    Perché non immaginare che militari e religiosi si siano messi d’accordo per realizzare un edificio polivalente?

    Saluti, Pisinéke

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  23. perchè uno spreco?

    dove vivevano gli egiziani all'epoca della grande piramide? e nel medioevo all'epoca delle cattedrali?

    l'uomo ha sempre investito risorse incredibili per la sfera del sacro. Sarebbe strano il contrario..

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  24. Fabrizio wrote: ''l'uomo ha sempre investito risorse incredibili per la sfera del sacro. Sarebbe strano il contrario..''


    Imho, le risorse investite per armare eserciti, condurre guerre, costruire cinte murarie, costruire fortificazioni, allestire flotte, mantenere sempre efficiente tutto l’apparato militare offensivo e difensivo, in ogni tempo - tali risorse - sono state maggiori delle risorse investite nella sfera del sacro.

    Nel mondo antico (ed anche quello moderno) i periodi di pace sono stati di gran lunga minori dei periodi dedicati a guerre e a lunghi conflitti. Dagli eserciti dipendeva la sopravvivenza di un popolo.

    E poi - secondo gli insegnamenti di Lilliu – la struttura sociale nuragica appariva accentrata e gerarchica, fondata su uno stretto rapporto di sudditanza all’interno della comunità, e la religione concorreva a fare del monarca un capo religioso, politico e militare: il suo era un governo quasi teocratico. I mitici capi fondatori,come Iolao, erano condottieri e allo stesso tempo capi religiosi.

    In un contesto simile, non trovo per niente strano che un nuraghe rispecchi anche queste due caratteristiche, proprie - oltretutto - del capo della comunità.

    Saluti Pisinéke

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  25. il fatto e che (correggimi se sbaglio) mai sono stati trovati resti indicanti attività militari presso i nuraghi...

    il nuraghe invece mi appare proprio come un oggetto che da un lato e un luogo che da un latto accoglie delle persone, ma dall'altro è esso stesso simbolo di ciò che gli antichi adoravano (il cielo)..

    un pò come le cattedrali che da un lato sono strutture/templi al cui interno si adora la divinità, dall'altro sono esse stesse simbolo della divinità (sono una croce)

    Mi dispiace ma lo spazio per la funzione militare non la vedo proprio...

    ciao

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  26. Scusate non ho letto il post precedente prima di pubblicarlo...
    In oltre se usavo più volte la locuzione "da un lato" Mauro mi regalava un modellino di nuraghe trappola... Non potevo non approffitarne

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  27. @ Fabrizio,
    sarebbe bello riuscire a far emergere che l'idea di nuraghe che hai sintetizzato nel post precedente, rappresenta l'ipotesi più verosimile.

    saluti

    mauro peppino

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