martedì 7 settembre 2010

Sulla presunta “garitta” del corridoio d’ingresso

di Mauro Peppino Zedda

Nel 1977 Massimo Pittau in Sardegna Nuragica ha scritto:

Quasi tutti i nuraghi presentano nel breve corridoio d’ingresso una nicchia,posta quasi sempre a destra di chi entra. Gli studiosi militaristi hanno interpretato questa “nicchia” con la garitta nella quale avrebbe preso posto la sentinella di guardia al nuraghe.
Innanzi tutto si deve escludere che in tempo di pace la presenza di una sentinella situata nella celletta del corridoio d’ingresso dei nuraghi potesse avere una qualsiasi ragion d’essere. Non vale per nulla, infatti, il riferimento all’uso, seguito attualmente nelle caserme, di una sentinella che stanzia all’ingresso, vicina alla sua “garitta”: nelle caserme moderne la sentinella da una parte deve svolgere un’opera di controllo per le varie centinaia di uomini che entrano ed escono durante tutta la giornata, dall’altra assolve compiti di decoro militare, quali il saluto con l’arma da restituire ai militari di truppa e da fare ai sottufficiali alle personalità politiche e civili e alla bandiera; mansioni tutte della sentinella moderna, che sono assolutamente da escludersi per il nuraghe, dato il numero ridottissimo di militari che vi avrebbero potuto entrare ed uscire.
Ma a maggior ragione si deve escludere che la nicchia dell’ingresso dei nuraghi potesse costituire la “garitta” per la sentinella in servizio di guardia in tempo di guerra. In tale circostanza, infatti , evidentemente la sentinella sarebbe stata assai più funzionale sulla terrazza del nuraghe che non nel suo ingresso; tanto più che la porta della presunta “fortezza” nuragica sarebbe risultata chiusa in qualche modo, per cui non avrebbe avuto alcun senso la presenza di una sentinella dietro la porta sbarrata.
Vero è che gli studiosi militaristi pensano ad un’altra soluzione del problema costituito da questa presunta “garitta”, e si tratta di un’altra spiegazione che entra appieno nei termini del ridicolo: in occasione di operazioni belliche la sentinella, nascosta nella sua “garitta” situata dietro la porta lasciata aperta, attendeva l’entrata in fila indiana dei nemici ignari; ed essa lui avrebbe colpiti ed uccisi uno dopo l’altro, attaccandoli dalla destra, ossia dalla parte non protetta dallo scudo. Senonché una tattica bellica di questo tipo è concepibile solamente ad un patto: che quelli attaccanti non fossero stati uomini, cioè esseri ragionevoli, ma fossero stati semplicemente bestioni, sia pure in forma umana, che con tutta ingenuità si addentravano nel corridoio della morte, per farsi ammazzare uno dopo l’altro da una sola sentinella
…”

Le fantasie di Taramelli sull’efficacia bellica della nicchia d’andito fu condivisa dal Lilliu, che sulla sua scia teorizzò i fantasmagorici nuraghi trappola.
Non credo che quella nicchia fosse usata come “garitta” o come riparo per la sentinella che annientava gli ignari invasori, ritengo che la sua funzione la si debba cercare nella sfera del sacro.
Ovviamente con il nuraghe inteso come edificio aperto, il che non vuol dire che l’accesso fosse consentito a chiunque.

3 commenti:

  1. mi sa che Lilliu ha creato una teoria trappola per il nuraghe trappola..

    si rischia di caderci dentro ingenuamente...e non se ne esce più...

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  2. Ho spesso pensato, guardando la pianta di un nuraghe, nicchia a destra, scala a sinistra, più avanti lo spazio circolare... che la ripetizione tipologica significa che nei nuraghi si fanno cose simili, ovvero si compiono riti.
    Prendiamo una chiesa: per entrare si salgono le scale (ci si eleva dal piano terreno a quello di Dio), ci si fa il segno di croce nell'onnipresente santiera, c'è la navata che porta all'altare, a destra gli uomini, a sinistra le donne, l'asse longitudinale è orientato sulla direzione Est-ovest: ad est nasce il sole, la luce, la verità, Dio...
    Non tutti i nuraghi hanno la stessa tipologia, la nicchia può essere assente, la rampa in qualche caso è a destra o può mancare. La destinazione di qualche nuraghe, pur nella stessa funzione e ambito del sacro, poteva diversamente servire o differenziarsi dal comune linguaggio.
    Franco

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  3. Si, polifunzionalità entro la sfera del sacro.. Anche io la vedo così

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