di Mauro Peppino Zedda
A proposito della supposta altezza originale del nuraghe Arrubiu di Orroli è da tanto che se ne discute, più volte mi è capitato di sentire l'archeologa Fulvia Lo Schiavo asserire che questo nuraghe fosse il più alto, 27,5 metri, tra tutti i nuraghi della Sardegna.
L'archeologa basa il suo ragionamento
su tre dati, uno oggettivo e due soggettivi. Il dato oggettivo
riguarda i resti ancora in opera della torre centrale, mentre quelli
soggettivi sono rappresentati dalle misurazioni eseguite per
calcolare il diametro che avrebbe caratterizzato la sommità della
torre e dal ritenere che l'inclinazione del paramento murario della
torre fosse regolare ed omogeneo ( F. Lo Schiavo e F. Villani, La
ricostruzione del nuraghe Arrubiu. 2003).
Non ho elementi per giudicare se la
torre avesse veramente un diametro di 375 cm alla sommità, ma
certamente posso di asserire con assoluta certezza che le pendenze
che caratterizzano i paramenti murari delle torri nuragiche non
sempre sono regolari.
Dunque l'idea che l'inclinazione del
paramento murario della torre dell'Arrubiu fosse regolare ed omogenea
mi pare un postulato accettato aprioristicamente piuttosto che una
logica deduzione dell'insieme degli elementi che costituiscono la
torre in questione.
L'ipotesi della Lo schiavo è stata
recentemente ripresa dagli architetti Gabriele Manca e Donatella De
Rinaldis (progettazione e costruzione del nuraghe Arrubiu, in Il
nuraghe Arrubiu vol. 1 a cura di F. Lo Schiavo e M. Perra, 2017), che
senza spirito critico accettano la proposta della Lo Schiavo.
I due presentano la sezione (pag 80
testo citato) della torre, che riprendo in questa sede.
La sezione presentata da Manca e De
Rinaldis non presenta la scala metrica, basandomi sulle misure
proposte ho calcolato una scala di 1 a 350~.
In essa si può facilmente notare che la massa muraria compresa tra
la terza cupola e la sommità del terrazzo presenta uno spessore (350
cm in altezza), ovvero una massa piena, palesemente irrealistica.
Prima domanda: perché tanta
superficialità nel presentare una sezione palesemente fuorviante e
fantasiosa in un testo che pretenderebbe di essere scientifico?
Seconda: se ai due architetti
dispiaceva smentire l'ex soprintendente, perché invece di aggiungere
un'inverosimile massa piena in cima alla torre non hanno “giocato”
con l'altezza della seconda e della terza cupola?
Il secondo interrogativo mi fa
propendere che i due architetti siano in perfetta buona fede, ben
sapevano che “stirare” l'altezza delle due cupole sarebbe stata
un operazione perniciosa e dunque inseriscono la massa piena in alto,
proposta che mi appare assurda.
Unica spiegazione logica mi pare quella
di concludere che i due architetti non sappiano che le pendenze che
caratterizzano i paramenti murari delle torri nuragiche non sempre
sono regolari.
L'idea che i costruttori dell'Arrubiu
a 24 metri di altezza in corrispondenza della sommità della terza
cupola, invece di costruire il terrazzo abbiano pensato di aggiungere
3,5 metri di massa muraria piena la considero una proposta
fantasiosa, probabilmente non la più fantasiosa che sia stata
proposta ma sicuramente se la gioca... Che lo possa fantasticare un
archeologo, spesso digiuno in materia scientifiche, ci sta, ma non riesco a capacitarmi che l'architetto Manca dopo aver
messo le mani in pasta a tanti nuraghi la consideri una ipotesi
verosimile.
Qualcuno invece di entrare nel merito
delle mie osservazioni si chiederà quali siano le mie credenziali
per poter criticare il lavoro della Lo Schiavo e dell'architetto
Manca. Dunque mi pare opportuno raccontarvi una vicenda inerente il
Santu Antine, risalente al 1995. Nello studiare l'orientamento di
questo nuraghe mi accorsi che la nicchia presente nella camera al
primo piano della torre centrale bisognava ancora scavarla nella
parte basale. Telefonai in soprintendenza e spiegai alla Lo Schiavo,
allora soprintendente, quanto avevo desunto dalle mie analisi, lei
restò incredula alle mie spiegazioni adducendo che il nuraghe era
già stato scavato alla perfezione da Taramelli, visitato per decenni
da tutti gli archeologi sardi e dunque non era possibile che potessi
aver ragione. Ovviamente non mi arresi e mandai uno scritto alla
soprintendenza. In quegli anni attorno al nuraghe operava un'equipe
guidata da archeologi e architetti liguri, feci leggere la lettera,
che comunque avevano avuto in visione, e mi dissero che non gli
interessava eseguire un saggio nel punto da me indicato (non so se
per loro volere o per ordine della soprintendenza di Sassari). In
quel tempo i miei primi studi di archeoastronomia erano oggetto di
ostracismo (ancora in corso) da parte degli archeologi sardi e il
fatto che stavo mettendo in luce che il Santu Antine non era stato
esplorato a dovere non li entusiasmava. Fortunatamente prima che
terminasse la campagna di scavo avvenne un miracolo! Il miracolo di
San Costantino! Qualcuno, certamente ispirato dal santo, scavò per
una trentina di cm nel luogo da me indicato, e a quel punto vedendo
ceramiche l'equipe di archeologi liguri decise di scavare e trovarono
la celletta che indicavo. La Lo Schiavo mi chiese scusa per le parole
che mi riservò al telefono. Ma non dimenticherò mai l'accoglienza
dell'architetto Lanza, che mi chiese: come hai fatto? Io risposi: beh
era evidente, all'esterno ci sono tre finestrini occlusi (di terra) e
dunque ero certo che bisognava scavare! E lui: si che bisognava
approfondire lo scavo non era difficile intuirlo, anche se nessun
archeologo lo aveva finora notato, ma tu come hai fatto ad azzeccare
la profondità della celletta? Che procedimenti hai usato per capire
che scendeva per 270 cm dal piano di calpestio? Glielo spiegai con
immenso piacere.
Ma torniamo all'altezza della torre
centrale dell'Arrubiu.
Che l'ultima camera fosse sovrastata da
una massa muraria piena per un'altezza 350 cm lo ritengo altamente
inverosimile.
Osservando la sezione (vedi figura)
ritengo sovrastimato pure lo spessore murario tra la prima e la
seconda e tra la seconda e la terza cupola.
Ritengo che sia stata sovrastimata pure
l'altezza della seconda e soprattutto della terza cupola.
Mi pare che l'esagerazione della Lo
Schiavo nello stimare dell'altezza della torre sia direttamente
proporzionale alla superficialità del Manca nel non criticare il suo
assunto.
Mi pare ovvio che la pendenza del
paramento murario non fosse regolare come postulato da Lo Schiavo e
Manca.
Ai 27,5 metri ipotizzati gliene
toglierei perlomeno 6 (4m di spessore murario e 2m di riduzione
delle altezze della terza e seconda cupola), che fanno dell'Arrubiu
un nuraghe comunque altissimo! Più di 20 metri. Ovvero un moderno
palazzo a 7 piani. Oh Dio, che brutto parallelo! I nuraghi non hanno
niente a che vedere coi palazzi il termine di paragone è il
campanile (cfr Archeologia del Paesaggio Nuragico 2009).
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