di Massimo Pittau
A proposito della recente
notizia del ritrovamento di un centro abitato degli Etruschi nell’isola sarda
di Tavolara, mi permetto di intervenire per fare una importante precisazione,
riportando un capitolo della mia opera “Storia dei Sardi Nuragici 8 Selargius,
CA, 2007).
§ 64.
L'"Orientalizzante" nella civiltà etrusca e nella civiltà nuragica
Che l'etnia etrusca non sia
affatto autoctona nella penisola italiana, ma sia al contrario venuta dal di
fuori è chiaramente dimostrato da due elementi che caratterizzano la sua
civiltà al suo primo apparire: la repentinità e la maturità. In termini
archeologici la civiltà etrusca si presenta innanzi tutto in maniera repentina
od improvvisa nelle coste tirreniche dell'Italia centrale, senza alcun
precedente adeguato nei luoghi e nelle città in cui essa si è affermata
storicamente; in secondo luogo essa si presenta fornita di tutti i caratteri di
una civiltà già matura, cioè già molto avanzata in termini di sviluppo civile e
per di più enormemente ricca.
Per il vero questi due fattori
della repentinità e della maturità sono stati messi in discussione e respinti
dagli studiosi moderni appartenenti alla corrente autoctonista (§ 11). Questi
infatti hanno tentato di dimostrare che fra la precedente «cultura
villanoviana» dell'età del bronzo e degli inizi di quella del ferro affermatasi
in Italia da un lato e quella etrusca dall'altro non sarebbe esistita alcuna
soluzione di continuità, non sarebbe mai esistito alcun "salto" né
quantitativo né qualitativo e che quindi la «civiltà etrusca» non sarebbe altro
che il progressivo e lento sviluppo della precedente «cultura villanoviana», la
sua naturale e progressiva "maturazione". Senonché questo tentativo
degli autoctonisti è fallito, come doveva fallire, completamente, posto che
nessuno studioso che non abbia idee fisse e preconcette da difendere, potrà
sostenere con serietà e soprattutto con prove oggettive che esiste una esatta
continuità di sviluppo e di maturazione, ad esempio, fra le modestissime tombe
villanoviane costituite da due scodelle coperchiate l'una sull'altra e le tombe
monumentali a pseudocupola dei primordi della civiltà etrusca. La circostanza
poi - sottolineata ed enfatizzata dagli studiosi autoctonisti - della presenza
di reperti villanoviani nei medesimi siti in cui si è poi sviluppata la civiltà
etrusca non costituisce affatto una prova contraria alla tesi dell'origine
anatolica o microasiatica degli Etruschi, ma anzi si staglia perfettamente
nelle notizie storiche che ci sono state tramandate, quale quella di Plinio il
Vecchio, che parla di 300 città strappate dai Tirreni od Etruschi agli Umbri, e
quali quelle che conservano il ricordo della conquista da parte dei Tirreni/Etruschi
di parecchie città dell'Italia centrale, come Cere, Pisa, Saturnia, Alsium ed
anche Roma\1\.
Dunque i Tirreni/Etruschi invasori
che venivano da terre d'oltre mare, cioè sia i Tirreni/Nuragici della Sardegna
sia i Tirreni/Lidi dell'Asia Minore, non hanno in linea generale
"fondato" propriamente le loro città, bensì si sono limitati a
conquistare i precedenti centri di «cultura villanoviana» abitati dagli Umbri.
E proprio così si può spiegare la circostanza che di alcune di quelle città si
conoscevano due nomi, evidentemente quello originario dato dagli Umbri o dalle
popolazioni italiche e quello successivo imposto dagli Etruschi: Agylla/Caere,
Anxur/Tarracina, (A)Urina/Saturnia, Camaris/Clusium, Teuta/Pisa,
Volturnum/Capua, ecc.\2\.
«La civiltà etrusca dell'età
storica - ha scritto l'autorevole storico francese Jean Bérard, nella sua
geniale opera La colonisation grecque de
l'Italie méridionale et de la Sicilie dans l'antiquité - si afferma in
opposizione a quella villanoviana nel cui seno si sviluppa; e nulla è più
diverso e contrastante dalle povere tombe a incinerazione del periodo
villanoviano delle ricche camere funerarie del periodo etrusco vero e
proprio»\3\.
Lo ripeto e ribadisco: di fronte
e di contro alle modestissime manifestazioni della precedente «cultura
villanoviana», la «civiltà etrusca» si presenta in maniera repentina od
improvvisa come una civiltà del tutto matura in termini civili ed inoltre
caratterizzata da una ricchezza straordinaria.
Non solo, ma questa civiltà
etrusca presenta una precisa e inconfondibile connotazione: quella di essere
permeata e sostanziata da innumerevoli e chiarissimi elementi che rimandano
all'Oriente mediterraneo: usanze, credenze religiose, vasi, armi, vestiario,
moduli architettonici, plastici e figurativi, ecc. ecc. L'insieme di tutti
questi elementi appartiene già alla più sicura e ormai indubitabile
storiografia etrusca ed è entrato nel vocabolario degli studiosi col termine di
«Orientalizzante».
Anche per l'«Orientalizzante» i
moderni studiosi della corrente autoctonista hanno tentato una operazione
disperata: i numerosissimi e vistosi elementi orientali che si trovano ai
primordi della civiltà etrusca non sarebbero affatto il risultato dell'arrivo
di folti gruppi di uomini dall'Oriente mediterraneo in Italia, ma sarebbero
semplicemente il risultato di intensi scambi intercorsi - anche per il tramite
dei soliti Fenici! - fra gli eredi della «cultura villanoviana» e le varie
popolazioni del Mediterraneo orientale. Senonché ha giustamente fatto notare
Jacques Heurgon, uno dei più acuti studiosi della civiltà etrusca, che gli
elementi dell'Orientalizzante sono tanti e tali, che è difficile che siano il
frutto di semplici scambi commerciali, mentre è assai più ovvio ritenere che
siano il frutto di un massiccio arrivo di uomini orientali in terra d'Etruria
(§ 11 e note).
Però è molto importante
aggiungere e precisare che un fonemeno di «Orientalizzante» esiste sicuramente
anche nella «civiltà nuragica»: come abbiamo visto ampiamente nelle pagine
precedenti, pure usanze, credenze religiose, vasi, armi, vestiario, moduli architettonici,
plastici e figurativi, ecc. dei Nuragici rimandano sicuramente e chiaramente
all'Oriente mediterraneo.
Non tutta la Civilta' Nuragica è da ascrivere a eredita' culturali orientali, come la Tholos. I Nuragici invero appaiono, inseriti in un Contesto Culturale, piu' Europeo. Come del resto dimostrano i Villanoviani. Caudrons, Armi Huelva, Ambra Baltica, Guerrieri Cornuti, rappresentano personaggi e oggetti, di tradizione europeae solo dopo contaminati dai Vettori Orientali. La Religione Nuragica, presenta il Rito dell' Incubazione, non un eredita' orientale, o gli Altari con le Spade infisse, o i Menhir e il Culto degli Antenati, e le stesse Sacerdotesse, con copricapi "Shaman Hat", non proprio di Tradizione Orientale.
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