di Massimo Pittau e Cristiano
Becciu
Ozieri [Otziéri, localmente e
in zona (B)Ottiéri] (cittadina del
Logudoro centrale). L’abitante (B)Ottieresu
.– Le più antiche attestazioni del
toponimo si trovano nel Condaghe di
Salvenor (CSMS 181, 185, 191) come
Othigeri, Otigeri, Otier.
- Per
questo toponimo è molto plausibile la spiegazione seguente: può corrispondere
all’appellativo pansardo gutta, gúttia,
(b)úttiu, (b)uttíu, gúttiu, guttíu, gútziu, (g)útzu «goccia, stilla», che è
da confrontare – non derivare – col lat. gutta
(di origine incerta; ThLL, DELL, AEI, OLD). Pertanto è molto probabile che il
toponimo Ozieri sia protosardo o
sardiano col significato di «sito gocciolante o stillante», cioè «sito ricco di
sorgenti», alcune tuttora chiamate Su càntaru, Cantareddu, Sa
'Ena (vena
d'acqua) ecc.
- Ozieri è caratterizzato dal suffisso -éri,
che ritroviamo negli appellativi protosardi ereméri «dafne gnidio»,
istiéri «polline depositato nel miele», tonéri
«rilievo tabulare dolomitico» e
negli altri toponimi Licchéri (Ghilarza),
Mattaleri (Santu Lussurgiu), Oniféri (Comune di O.?), Orgheri (Buddusò), Oroeri (Teti), Ortuéri (Comune
di O.), Troccheri (Tonara), Venathitheri (Mamoiada), tutti relitti protosardi
(questo suffisso protosardo non è confondere con quello molto più recente di banduléri «vagabondo», barbéri «barbiere, secapredéri «tagliapietra», ecc.; NVLS).
- Tale
nostra spieazione è luminosamente confermata da questi altri troponimi di certo
protosardi: Gotziddái (Olzai), Guthiddái (conca ricca di acque,
Oliena), Othiddái (Lodè/Onanì),
Otieri (Irgoli) ; Guttánnaro, Guttibái (Nùoro); (G)Ottianu, (G)Uttianu (=
Gocèano; vedi); Guttímene, rivu Guthioddo (Orgosolo), Guttulichè (Nùoro/Orani), Guttuíne (Loculi), funtana Buttiachis (Suni), Búttule
(Ozieri; antico Gutule, VSG).
-
L’abbondanza particolare di sorgenti è propria delle due coste dal Monte Rasu, come è dimostrato dalla
costa (sa Costera o Gocèano,] volta a sud/est, dove si
trovano ben sette villaggi, uno vicino all’altro, Anela, Bono, Bottidda,
Bultei, Burgos, Esporlatu e Illorai.
- D’altra
parte è anche possibile che la più antica citazione del nostro toponimo sia
quella dell’Anonimo Ravennate (scrittore latino del VII sec. d. C.): Eteri praesidium. Rispetto ad Otieri è facilmente spiegabile una forma
in parte errata di Eteri, dato che la
prima vocale è pretonica e quindi facilmente esposta a mutare, per cui si può
ipotizzare una forma originaria *Guteri.
- Questa
nostra spiegazione viene rafforzata dall’analisi storico-linguistica del citato Eteri presidium. Questo sarà stato disposto dai Romani per
difendere dagli attacchi dei sempre ribelli e razziatori Sardi delle montagne
la assai importante strada romana che andava da Calaris ad Olbia
attraversando anche la Piana di Chilivani. Una conferma per questa ipotesi
viene dal fatto che subito dopo l’Anonimo Ravennate cita un altro presidio
chiamato Castra Felicia, il quale
corrisponde chiaramente a Castra
presso Oschiri . E c’ è da osservare il procedere dal meridione al settentrione
secondo cui l’Anonimo Ravennate cita le località: Nora praesidium, Aque calide Neapolitanorum, Eteri praesidium, Castra
Felicia.
- [Questo
procedere dal meridione al settentrione è un’ottima prova del fatto che la
varietà campi danese della lingua sarda si differenzia alquanto dalla varietà
logudorese per il motivo essenziale che questa proveniva dal latino di Roma e
del Lazio, mentre quella campidanese proveniva dal latino dell’Africa
Proconsolare, che era omai diventata un grande centro di cultura romana e di
lingua latina (vi erano nati gli scrittori Cipriano, Lattanzio, Tertulliano,
Sant’Agostino, ecc.)].
- La
lunga presenza dei Romani nella zona di Ozieri è chiaramente dimostrata dal
vicino ponte romano (Ponte ‘Etzu) a
sei arcate che valica il riu Mannu.
In una mia visita di circa 50 anni fa avevo notato una specie di scacchiera da
gioco incisa su una pietra levigata inserita all'inizio del parapetto del ponte
nella riva sinistra: sarà stata adoperata come passatempo dai soldati romani in
servizio di guardia. In una mia visita successiva purtroppo la pietra risultava
scomparsa: buttata nel fiume oppure trafugata?
- Però il sito di Ozieri ha
conosciuto la presenza umana anche molto tempo prima, in epoca nuragica e pure
in quella prenuragica, come dimostrano sia il grandioso nuraghe Bùrghidu (Bùghhidu) sia quello situato
all’inizio della salita per Ozieri, detto di Santu Pantaleo,
sia infine
i reperti archeologici rinvenuti nella grotte di San Michele, appartenenti a
quella che per l’appunto è stata chiamata la “cultura di Ozieri”. Queste grotte sono il sito
gocciolante per eccellenza, posto all'interno della cerchia urbana di Oziei.
La
presenza di stanziamenti umani nel sito era determinata e favorita sia dalla
notevole abbondanza di sorgenti sia dall’antistante Piana di Chilivani, molto
adatta alle attività pastorale ed agricola.
- Ozieri risulta fra i borghi della diocesi di
Bisarcio che nella metà del sec. XIV versavano le decime alla curia romana (RDS
259, 901, 1745). Esso è citato nel Codice Diplomatico delle relazioni fra la
Santa Sede e la Sardegna (CDSS II 98), nel Codex Diplomaticus Sardiniae, nell'atto di pace fra Eleonora
d'Arborea e Giovanni d'Aragona del 1388 (CDS 831/1, 832/1), nel Codice di Sorres (CSorr 255 dell'anno
1471). Risulta ancora citato
parecchie volte nella Chorographia
Sardiniae (100.30; 126.31,32; 128.12,19,24; 184.28,31) di G. F. Fara (anni
1580-1589) come oppidum Ocieris.
Nessun commento:
Posta un commento