lunedì 15 febbraio 2016

Aba Losi e il Paladin Pilloni


di Mauro Peppino Zedda

Oggi nel Maymoni blog è stato pubblicato un articolo di Franco Pilloni. Dove mi si accusa di aver insultato Aba Losi. L’accusa di aver insultato Aba Losi mi brucia tantissimo, non credo di averla insultata, il mio scritto intende essere una critica scientifica verso la condivisione da parte della professoressa (di Biofisica nell’Università di Parma) Aba Losi  delle corbellerie paleoepigrafiche proposte  di Gigi Sanna, il quale sembra ormai avviato a decifrare in chiave nuragica l’insieme delle iniziali dei nomi che gli innamorati di mezza Italia hanno impresso nelle scogliere del Sinis.
Ritengo che Pilloni sia un perfetto ignorante in filosofia della scienza, altrimenti capirebbe che il mio testo offre, dal punto di vista epistemologico,  ad Aba Losi la possibilità di controbattere  e dimostrare che Sanna abbia ragione a considerare come iscrizioni nuragiche quelle che per me sono semplici iniziali di nomi di persone che volevano lasciare una traccia del loro passaggio nelle scogliere del Sinis!
Caro Paladin Pilloni ti è così difficile comprendere che la mia è una sfida scientifica?
La Biofisica Aba Losi viene sbandierata da Gigi Sanna come la grande scienziata illuminata che riconosce la validità dei suoi studi, mentre tutti quelli che osano criticarlo sarebbero degli emeriti cazzoni. Il tutto in uno scenario in cui  Aba Losi va in un brodo di giugiole soprattutto quando i fan di Gigi Sanna la chiamano sa Mamasarda, titolo onorifico conferitogli da Esso.
Paladin Pilloni ma come si fa a confondere una critica scientifica, quasi una sfida scientifica, per insulti?  Rileggi bene il mio testo e cerca di comprenderne il senso. E vedi se è il caso di porgere delle scuse.
Aba Losi è un'accademica di un’Università italiana. Lei ha delle responsabilità morali verso l’Accademia e verso la conoscenza scientifica, Sanna la indica come la scienziata illuminata che approva i suoi studi, bene, molto bene! Le sto chiedendo di spiegare perché condivide la paleoepigrafia da scogliera che sta proponendo Gigi Sanna.
Glielo chiedo per rispetto verso i sardi.

Di seguito vi propongo quella parte di testo in cui Franco Pilloni mostra di non comprendere la differenza tra critica scientifica e insulto. Ecco quanto scrive nel Maymoni Blog:

cosa possiamo pretendere, ad esempio, da un Mauro Peppino Zedda che nel suo blog insulta gratuitamente Aba Losi, rea, a suoinsindacabile giudizio, di continuare a “sostenere le bufale paleo epigrafiche del Sanna”?
Sì, perché tutte le cose scritte e dimostrate da Gigi Sanna sono per MPZ solamente bufale e corbellerie, oppure corbellerie e bufale, come ripete in continuazione, alternando i termini, ma non deviando dal concetto. Uno potrebbe chiedersi perché MPZ se la prenda con la nuora perché suocera intenda, quando ha sempre, ma sempre sempre detto che di epigrafia non sa niente e dunque, in attesa che qualcuno di quelli importanti si pronunci, egli, MPZ lo scettico, scientificamente restava in attesa. Perché dunque è così assertivo nel suo post?
Ora, mi si dirà, così va il mondo: e se Gesù stesso s'è fatto agnostico, non se lo può permettere anche MPZ.
Un buonista, di quelli che aspettano il miracolo, dirà che MPZ ha avuto soltanto una caduta di stile. Sarebbe forse pensabile se quest'uomo uno stile che non sia proprio terra terra l'avesse, ma è difficile cadere se si è da sempre con le natiche per terra. Dove vuoi che si cada? In un pozzo?
Tenetelo a portata di mano questo distillato del pensiero di Mauro Peppino, perché non passerà molto tempo che glielo potrete riproporre sotto il naso.
E allora il pozzo gli servirà. Per nascondersi.
Una caduta di stile mi è sembrata invece quella di Franco Laner che ha postato una trappola perché ci cascassero tutti quegli stupidi che seguono il blog di Maymoni oggi, come quelli di MP ieri e di GFP ieri l'altro. È vero che intendeva “Semplicemente verificare se, assecondando i desiderata dei più, ripetendo le corbellerie dell’archeologia ufficiale, gli insulti avessero un picco di flessione. …. nemmeno mia madre se la cava bene!
Mi colpisce come Laner mostri una spiccata contiguità con Mauro Peppino Zedda, oltre che nei giudizi, anche nel vocabolario. Quel corbellerie, termine noto ma non usuale, porterebbe a credere che l'uno scriva sotto dettatura dell'altro. Laner viene spesso in Sardegna e ci apprezza volentieri. Credo però che impari subito che in Sardegna - e il suo amico glielo può confermare non ostante il suo agnosticismo cosmico - indichiamo come fillus de bagassa i furbi e gli scaltri, senza minimamente pensare al mestiere delle loro madri, siano casalinghe o filosofe, mentre chi propende a divertirsi escogitando certi giochini anche piuttosto stupidini, lo chiamiamo indefessamente paraculo. Come in italiano.”




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